I campi di volontariato che formano più di uno stage

Dall’ambiente al sociale, dall’Italia all’estero: i campi di volontariato estivi offrono esperienze che uniscono formazione, impegno e avventura, trasformando le vacanze in un’occasione di crescita personale e collettiva.

di Anna Castiglioni
18 agosto 2025
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Ogni estate, migliaia di giovani decidono di trascorrere qualche settimana in un campo di volontariato. Alcuni si ritrovano a ripulire sentieri nelle Dolomiti, altre aiutano a proteggere le tartarughe marine sulle spiagge di Lampedusa. C’è chi partecipa a laboratori creativi con bambini in un piccolo borgo abruzzese, e chi affianca operatori sociali in una comunità per rifugiati vicino a Parma. I campi di volontariato permettono di vivere, nella quotidianità di una esperienza concreta, i valori del dialogo, della convivenza, della pace.

Esperienze così diverse tra loro hanno qualcosa in comune: mettono al centro la partecipazione attiva, la condivisione, la crescita personale. E offrono molto di più di quello che ci si aspetta da un “campo estivo”. Perché, a differenza di tanti stage in cui si resta dietro le quinte, qui si agisce, si collabora, si impara facendo. E spesso, alla fine, si torna a casa più ricchi dentro – ma anche con competenze vere, spendibili nel mondo del lavoro. I campi di volontariato estivi in Italia sono sempre più numerosi, e oggi rappresentano un’opportunità concreta per chi vuole vivere un’estate diversa, utile, formativa. Ecco i principali progetti attivi, cosa offrono, come si svolgono e come partecipare.

Legambiente: volontariato tra natura, comunità e impegno ambientale

Legambiente organizza ogni anno oltre sessanta campi in tutta Italia, tra giugno e ottobre. Le proposte spaziano da progetti ambientali ad attività di recupero del patrimonio culturale, spesso in collaborazione con piccoli comuni, parchi naturali e associazioni locali.

Un campo tipico può svolgersi, ad esempio, nel Parco Nazionale del Gran Sasso, dove i volontari lavorano alla manutenzione dei sentieri, raccolgono rifiuti abbandonati e installano cartellonistica informativa. La giornata inizia presto: colazione condivisa, briefing sulle attività, poi si parte per il lavoro di squadra. Il pomeriggio è spesso dedicato a escursioni, momenti di formazione sull’ambiente o incontri con esperti locali. Le attività si svolgono in gruppi di circa 10–15 persone provenienti da tutta Italia (e a volte anche dall’estero), che vivono insieme in rifugi, ostelli o spazi messi a disposizione dalle comunità ospitanti. L’atmosfera è informale, partecipativa e basata sulla condivisione.

WWF Travel: esperienze scientifiche in contesti naturali straordinari

I campi organizzati dal WWF si svolgono in ambienti naturali unici: riserve marine, parchi regionali, oasi WWF. Un esempio? L’Oasi WWF di Policoro, in Basilicata, dove i volontari partecipano alla sorveglianza dei nidi di tartaruga Caretta caretta, affiancano i biologi nelle attività di monitoraggio e collaborano con i centri di educazione ambientale.
Una giornata tipo inizia con un turno di osservazione all’alba sulla spiaggia, seguito da attività laboratoriali con gruppi scolastici o turisti. Nel pomeriggio si alternano momenti di relax, preparazione dei pasti e approfondimenti su biodiversità e sostenibilità. Il contatto diretto con esperti e la possibilità di svolgere attività pratiche in natura rendono questi campi particolarmente formativi, soprattutto per chi studia biologia, scienze ambientali o vuole lavorare in ambito naturalistico.

IBO Italia: impegno sociale e ambientale, anche per i più giovani

IBO Italia propone ogni anno diversi campi sia per maggiorenni che per ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Tra i progetti c’è, ad esempio, il campo nel bosco dell’Argine di Parma, dove i volontari collaborano alla riqualificazione di un’area verde urbana, o quello a Fano, nelle Marche, in cui si supportano attività educative estive per bambini con minori opportunità.
Qui la giornata è strutturata: colazione, riunione del gruppo, lavoro operativo (che può variare dal giardinaggio alla preparazione di materiali per laboratori), pranzo, e nel pomeriggio giochi, formazione o attività con la comunità locale. I campi spesso rientrano nel programma del Corpo Europeo di Solidarietà, con copertura delle spese principali, un’opportunità importante per chi ha meno risorse ma tanta voglia di fare.

Lunaria: workcamp internazionali e in Italia

Partecipare a un campo Lunaria è come vivere in un piccolo villaggio multiculturale: i loro campi internazionali hanno alla base un’idea di solidarietà e di cooperazione internazionale, che si svolge attraverso un’attività concreta e l’incontro di persone di tutto il mondo. I progetti, che si svolgono in borghi e comunità italiane e internazionali, coinvolgono volontari da tutto il mondo. In provincia di Rieti, ad esempio, i volontari hanno restaurato un antico lavatoio pubblico con l’aiuto degli abitanti; in Sicilia, hanno animato laboratori artistici per bambini in un quartiere periferico di Catania.

Per campi di volontariato all’estero è consigliabile un’esperienza pregressa e almeno 21 anni di età. Vi sono tuttavia campi sul territorio europeo aperti a ragazze e ragazzi a partire dai 14 anni di età, come in Germania e in Austria. In questi casi è richiesta una quota di partecipazione aggiuntiva per coprire le spese dei group-leaders, operatori sociali professionali.

Le giornate durante i campi di volontariato sono scandite da attività manuali al mattino – pittura, pulizia, costruzione – e momenti di confronto e scoperta culturale nel pomeriggio. Ogni gruppo vive insieme, cucina a turni, organizza serate interculturali. La lingua comune è quasi sempre l’inglese, e non è raro che si formino legami fortissimi, che durano anche dopo il ritorno a casa.

SCI Italia: volontariato per la pace, tra ambiente e diritti

SCI Italia (Servizio Civile Internazionale) propone campi di volontariato che si muovono su due direttrici: la sostenibilità ambientale e l’impegno sociale. Tra i progetti più significativi degli ultimi anni ci sono stati quelli presso centri di accoglienza per rifugiati, spazi sociali autogestiti e realtà agricole in zone marginali del Sud Italia. I volontari hanno affiancato cooperative che lavorano per l’inclusione sociale di persone con disabilità, partecipando a laboratori, attività creative e momenti di svago.

In altri progetti si lavora alla gestione sostenibile di orti urbani, all’animazione culturale o al supporto logistico per festival a tema ambientale. I campi di SCI Italia hanno una durata variabile da 1 a 3 settimane, ma è possibile anche partecipare a esperienze di volontariato a lungo termine da uno a 12 mesi presso le sedi nazionali e internazionali che partecipano al progetto.

CISV: educazione alla pace per le nuove generazioni

CISV è un’organizzazione dedicata ai più giovani, con programmi pensati per sviluppare la consapevolezza interculturale e la cooperazione tra pari. Le attività includono scambi internazionali e “villaggi” estivi dove ragazzi tra 11 e 18 anni vivono insieme per alcune settimane, coinvolti in giochi cooperativi, discussioni tematiche e momenti di confronto con coetanei da tutto il mondo.
Sebbene non si tratti di campi “operativi” come gli altri, CISV lavora sul lungo periodo: pianta i semi della cittadinanza attiva e della comprensione globale. Un ragazzo che partecipa a uno di questi programmi torna con una visione del mondo più aperta e strumenti relazionali fondamentali anche per la vita adulta.

Un’esperienza da cui si esce cambiati
Chi parte per un campo di volontariato estivo non lo fa solo per “fare qualcosa di utile”, ma per mettersi in gioco in prima persona. Ogni esperienza lascia un segno: nelle mani, nella testa, ma soprattutto nel modo in cui ci si guarda e si guarda il mondo.
A seconda del campo scelto, si impara a organizzare un gruppo di lavoro, a gestire situazioni impreviste, a comunicare in una lingua diversa, ad adattarsi alla vita collettiva, a vedere l’impatto concreto del proprio impegno. Tutto questo, in un clima di condivisione, avventura e solidarietà.
Che sia in una riserva naturale nel Cilento, in un piccolo comune dell’Appennino o in un campo internazionale nel cuore della Sicilia, l’estate può diventare un’occasione per imparare davvero. E spesso, per trovare – o ritrovare – la propria strada.

Campi di volontariato internazionali

Sempre più giovani scelgono di partire per un campo di volontariato internazionale, spinti dal desiderio di viaggiare in modo consapevole, fare qualcosa di utile e crescere sul piano umano e professionale. Queste esperienze – note come workcamps – si svolgono in piccoli gruppi e offrono l’occasione di contribuire a progetti concreti in diversi Paesi del mondo.
I campi durano in genere da 10 giorni a 3 settimane e coinvolgono partecipanti provenienti da diverse nazionalità. Si lavora fianco a fianco con coetanei da tutta Europa (e oltre) in contesti molto diversi: un villaggio della Croazia, una cittadina del sud della Francia, una zona rurale della Spagna o una periferia urbana nei Balcani.

I progetti sono coordinati da organizzazioni come IBO Italia, SCI (Servizio Civile Internazionale) o attraverso reti europee come Eurodesk. Le attività dipendono dal contesto locale e possono variare ampiamente: si può partecipare al restauro di edifici storici, alla riqualificazione di spazi pubblici, all’organizzazione di eventi culturali, o al supporto di centri per rifugiati e persone vulnerabili. In alcuni casi si tratta di veri e propri cantieri, in altri di attività educative, artistiche o ambientali.

Una giornata tipo in un campo internazionale inizia con la colazione comune, seguita da un momento di coordinamento dove si distribuiscono i compiti. Durante la mattinata si lavora in gruppo: si pitturano le pareti di una scuola, si sistemano aree verdi, si costruiscono panchine o si preparano materiali per laboratori con bambini. Dopo il pranzo – spesso cucinato insieme a turno – si prosegue con attività culturali, giochi di gruppo, discussioni tematiche o visite sul territorio. La sera è dedicata alla socialità: si cena insieme, si raccontano le giornate, si organizzano serate interculturali o semplicemente ci si rilassa con chiacchiere e musica.

L’alloggio è quasi sempre collettivo – in scuole, ostelli, case comunali o tende – e tutto è gestito in modo partecipativo, compresa la pulizia degli spazi, la cucina e le decisioni quotidiane. È un’esperienza totalizzante, in cui si impara non solo a “fare”, ma anche a vivere in comunità, a comunicare in più lingue, ad adattarsi a contesti nuovi e spesso molto diversi dal proprio. Per partecipare a questi campi, di solito basta avere almeno 18 anni, motivazione e una buona dose di flessibilità. In molti casi non è necessario avere esperienze pregresse né competenze specifiche, ma è bene sempre prima verificare i requisiti chiesti dall’ente organizzatore.

Alcuni progetti internazionali rientrano nel programma del Corpo Europeo di Solidarietà, che copre totalmente o parzialmente le spese di viaggio, vitto e alloggio, rendendo l’esperienza accessibile anche a chi ha risorse economiche limitate. In cambio, i partecipanti portano con sé molto più di un souvenir: nuove competenze, amicizie da tutto il mondo e una consapevolezza diversa del proprio ruolo nella società. Un piccolo impegno personale, che lascia un segno profondo e duraturo.

IAYC – International Astronomical Youth Camp: un’estate sotto le stelle

L’International Astronomical Youth Camp (IAYC), dedicato a ragazzi tra i 16 e i 24 anni appassionati di astronomia, si svolge ogni anno in zone dell’Europa con cielo notturno particolarmente buio – ideali per osservazioni e scoperte. Il programma è intenso e non convenzionale: la giornata inizia verso le 12.00, con una sessione di lavoro di gruppo pomeridiana su progetti astronomici. Dopo cena si riprende con attività extra astronomiche, seguite da una seconda sessione di lavoro notturna e osservazioni pratiche fino a tarda notte. I partecipanti, divisi in gruppi per tema, lavorano fianco a fianco con un leader, scelgono tra biologia stellare, osservazioni o fotografia notturna. Ogni giornata alterna amicizia e apprendimento, in un contesto internazionale che dura un paio di settimane immersive, tra escursioni, conferenze e serate sociali sotto il cielo stellato.

IVHQ – Teen Summer Service Camp: volontariato guidato per adolescenti

Per i ragazzi tra i 16 e i 17 anni, International Volunteer HQ propone campi estivi all’estero completamente supervisionati da staff esperti International Volunteer HQ. Questi programmi si svolgono in ambienti come comunità rurali o aree urbane in diversi Paesi del mondo, e combinano volontariato sociale con educazione e scoperta culturale.
La giornata tipo vede attività manuali, laboratori con bambini, interazione con la comunità e tempo libero organizzato in sicurezza. È un’opportunità ideale per chi ancora minorenne vuole vivere una prima esperienza di responsabilità e collaborazione globale.

Emmaus Europe, immersioni sociali e comunitarie estive

Emmaus Europe offre campi in Francia, Portogallo, Lisbona o Spagna in cui i volontari vivono all’interno di comunità, partecipano alle attività quotidiane e lavorano sul tema della povertà e inclusione sociale. In un campo a Lisbona, per esempio, i volontari sostengono la comunità nella gestione di centri di accoglienza, laboratori sociali e attività culturali.
Le giornate combinano lavoro pratico con momenti di riflessione sul senso sociale della solidarietà. Il contatto diretto con le persone aiuta a comprendere sfide reali e a vivere un’esperienza autentica di condivisione.

Come integrare queste esperienze nel CV e nella crescita personale

Sia che si tratti di un campo ambientale in Italia, di un workcamp in Croazia, di una notte sotto le stelle in un campo astronomico o di un’esperienza sociale a Lisbona, ciò che conta davvero è l’impatto profondo che queste attività lasciano, sia sul piano personale che professionale. Durante un campo di volontariato si sviluppano competenze molto richieste nel mondo del lavoro e della formazione: responsabilità operativa, capacità di lavorare in gruppo, flessibilità, apertura interculturale, autonomia, gestione del tempo. Ma non solo. Si imparano anche l’ascolto, l’empatia, la capacità di risolvere problemi reali in contesti nuovi. Soft skills che, oggi più che mai, sono considerate fondamentali, sia nei percorsi universitari sia nelle selezioni professionali.

Per valorizzare al meglio questa esperienza nel curriculum, può essere utile:

  • descrivere in modo concreto cosa si è fatto, evitando formule vaghe come “volontariato generico”. Meglio scrivere: “Supporto alla gestione logistica e comunicativa di un campo internazionale per la riqualificazione urbana” o “Attività di educazione ambientale e sorveglianza faunistica in area protetta”.
  • Mettere in evidenza le competenze acquisite: problem solving, leadership, comunicazione in contesti multiculturali, organizzazione del lavoro collettivo.
  • Citare l’esperienza anche nella lettera motivazionale o durante un colloquio, spiegando come ha influenzato la tua visione del lavoro, la tua capacità di adattarti o la tua gestione delle sfide.
  • Collegare l’esperienza ai tuoi obiettivi futuri, ad esempio se vuoi lavorare in ambito ambientale, sociale, educativo o internazionale.

Un campo di volontariato non è mai solo un’esperienza di servizio: è una forma di formazione attiva, che parla di te, delle tue scelte, dei tuoi valori. Raccontarla bene può fare la differenza, non solo su carta, ma nel modo in cui ti presenti e affronti il tuo percorso.

Come prepararsi a un campo di volontariato: consigli pratici e culturali

Partire per un campo di volontariato, in Italia o all’estero, è un’esperienza intensa e coinvolgente. Ma per viverla al meglio è importante arrivare preparati, sia dal punto di vista pratico che mentale. Ecco alcuni consigli utili per affrontare il viaggio con consapevolezza e serenità.

  1. Informati bene sull’organizzazione e sul progetto
    Prima di iscriverti, leggi attentamente la descrizione del campo, le attività previste, la sistemazione e le regole del progetto. Controlla se ci sono giornate di orientamento o materiali informativi. È importante capire se il progetto è adatto alle tue aspettative, alle tue capacità e al tuo livello di autonomia.
  2. Prepara lo zaino in modo funzionale (e leggero)
    Ogni campo fornisce una lista di cosa portare, ma in generale vale la regola: praticità prima di tutto. Indumenti comodi, scarpe da lavoro o da trekking, borraccia, cappello, crema solare, repellente per insetti. Se partecipi a campi internazionali o in zone remote, porta con te anche un adattatore universale, medicinali di base e un diario per annotare pensieri e momenti speciali.
  3. Allenati alla vita di gruppo
    In un campo si vive a stretto contatto con persone diverse per età, cultura e abitudini. La convivenza può essere meravigliosa ma anche impegnativa. È utile avere uno spirito di adattamento, essere pronti al confronto e abbracciare le differenze con curiosità e rispetto. Portare qualcosa da condividere (una ricetta tipica, una canzone, un gioco) può aiutare a rompere il ghiaccio.
  4. Rivedi le basi della lingua, se parti all’estero
    Non è necessario essere fluenti in inglese (o nella lingua locale), ma avere una base ti aiuterà a comunicare, a capire le istruzioni e a partecipare pienamente. Esistono moltissime risorse gratuite online per fare un ripasso prima della partenza. Se sei timido, puoi iniziare con frasi utili o giochi di ruolo con un amico.
  5. Porta apertura mentale, non solo entusiasmo
    I campi di volontariato sono esperienze reali, non sempre facili. Ci saranno giornate stancanti, piccoli disagi, cambiamenti di programma. Quello che fa la differenza è lo spirito con cui affronti tutto questo. Più che la “vacanza alternativa”, pensa al campo come a un’opportunità per imparare dagli altri, per aiutare davvero e per scoprire anche qualcosa di nuovo su te stesso.
  6. Non dimenticare l’impatto culturale
    Soprattutto nei campi internazionali, sii consapevole che entri in contatto con contesti sociali, religiosi e culturali diversi dal tuo. Informati in anticipo sulle usanze del luogo, evita comportamenti irrispettosi e osserva con attenzione prima di giudicare. Il rispetto è la prima forma di collaborazione.

Armati di curiosità, preparati a stupirti e apriti allo stupore: non c’è modo migliore per prepararsi a un campo di volontariato. Che si tratti di un sentiero da ripulire, un laboratorio da condurre o una comunità da supportare, ogni gesto conta. E ogni campo è un’opportunità unica per allenare la responsabilità, l’empatia e la capacità di stare nel mondo. Alla fine, non porterai a casa solo una maglietta sporca o qualche contatto social in più. Porterai storie, sguardi, idee. E forse, una nuova versione di te stessə.

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