Il DM 1115/2025, pubblicato il 22 dicembre, interviene sul semestre filtro quando gli esami sono già finiti: allarga l’accesso alla graduatoria, consente l’ingresso a Medicina con debiti, introduce una graduatoria a più livelli e nuovi paradossi sui voti rifiutati. Non una riforma ripensata, ma una correzione d’urgenza che apre nuove criticità.

I dati anticipati da Repubblica chiariscono come il semestre filtro si sia progressivamente allontanato dalle previsioni iniziali: per essere considerati idonei può bastare una sola sufficienza, mentre la selezione viene rinviata ai debiti formativi e alle decisioni successive degli atenei.

Il riscatto della laurea resta possibile, ma con la Manovra 2026 rischia di pesare meno sui requisiti per la pensione anticipata, cambiando la convenienza per chi studia e lavora oggi.

Dopo l’esclusione dovuta alla Brexit, Londra rientrerà in Erasmus+: dal 2027 gli studenti britannici ed europei potranno di nuovo fare scambi nelle rispettive università senza tasse aggiuntive. Il governo investe 570 milioni di sterline (con sconto 30% rispetto al passato) .

Uno studio scientifico del 2017 mostrava che il test d’ingresso a Medicina era in grado di prevedere il rendimento nel primo anno. La riforma del semestre filtro ha ignorato quelle evidenze e oggi ne riproduce le criticità, amplificandole.

Le parole del noto virologo dividono: tra giudizi severi, difficoltà oggettive degli studenti e un semestre filtro ancora lontano dall’equilibrio.

Verso una graduatoria “aperta”: dentro anche chi non ha superato tutte le prove, ma con crediti da recuperare.

Il Governo apre all’introduzione dei “debiti formativi”: potrebbero essere ammessi al secondo semestre anche studenti che non hanno superato tutti gli esami, segnando una svolta nella riforma del semestre aperto.

Promossi tra il 10 e il 15%: il debutto del semestre filtro rivela un sistema più selettivo del vecchio test. Un confronto necessario per capire cosa non sta funzionando.