Che cos'è l'orientamento?

Che cos’è l’orientamento e perché ci serve davvero

Quello che scegliamo oggi influenza quello che diventeremo nel futuro, nella vita lavorativa e in quella privata. Ecco perché abbiamo bisogno di un percorso che tenga conto di tutte le esigenze.

di Alpha Orienta
6 maggio 2025
1 MIN READ

Capita a tutti, nel percorso di crescita, di trovarsi davanti a scelte importanti per il futuro. Una delle più toste è decidere quale scuola, indirizzo di studi o percorso professionale intraprendere. È una bella responsabilità, perché quello che scegliamo oggi influenza quello che diventeremo nel futuro, nella vita lavorativa e in quella privata.

Ecco perché gli orientamenti scolastico e professionale sono così preziosi: sono strumenti che aiutano ragazzi e ragazze insieme alle loro famiglie (ma il discorso vale anche per gli adulti), a trovare la strada giusta, quella che risuona con le loro capacità, passioni e sogni.

Non solo informazioni, ma un vero viaggio

Spesso pensiamo all’orientamento come a un semplice “ti dico cosa c’è là fuori” (scuole, università, lavori), come fa notare Lorella Carimali. Ma è molto di più: è un percorso che ci accompagna per tutta la vita. Un percorso che:

  • inizia con l’imparare a conoscersi meglio;
  • ci dà un metodo per decidere, non solo una risposta pronta all’uso;
  • ci aiuta ad affrontare un mondo che cambia in fretta e pieno di incertezze.

Decidere chi vogliamo essere, prima di cosa fare

Secondo Carimali, l’orientamento non serve solo a scegliere “cosa fare”, ma soprattutto a capire chi vogliamo essere nel mondo. E lo fa usando un metodo che si basa anche su scoperte scientifiche (neuroscienze, psicologia, matematica), aiutandoci a pensare in modo più chiaro e critico.

Unire le forze: serve un approccio a più voci

Nessuna materia o disciplina ha tutte le risposte. Un orientamento fatto bene mescola tanti saperi: umanistici, scientifici, psicologici, educativi, comunicativi. E non basta una sola persona: è un lavoro di squadra, a cui partecipano diverse figure professionali, tra cui:

  • educatori e insegnanti;
  • psicologi, quando servono;
  • esperti di comunicazione;
  • persone che possano essere un modello, vicine ai giovani;
  • chi ha esperienza diretta nel mondo del lavoro.

Parliamo con i giovani, non ai giovani

Lucio Zanca sottolinea un punto chiave: bisogna dialogare con i ragazzi, non fargli la predica. Un progetto di orientamento calato dall’alto, con un tono paternalistico e uno stile vecchio, non funziona. Deve invece:

  • usare il loro linguaggio;
  • coinvolgerli sempre, dall’inizio alla fine;
  • aiutarli a diventare autonomi nelle scelte: dare strumenti per decidere, non imporre strade.

Serve una visione d'insieme, un progetto culturale

In Italia, spesso si fanno tante iniziative isolate, ma manca un’idea comune, un sistema. L’orientamento a volte finisce nelle mani di persone non preparate o poco supportate (insegnanti senza formazione specifica, psicologi improvvisati, aziende volenterose ma senza una strategia chiara). Abbiamo bisogno di una cornice culturale forte che tenga insieme tutto.

L’orientamento come progetto culturale unitario

Paola Parente, esperta di orientamento con lunga esperienza in aula e in collaborazione con scuole e aziende, propone una visione profonda e innovativa dell’orientamento scolastico, che ne rafforza e amplia la definizione. Secondo Parente, l’orientamento non può essere un’attività accessoria, frammentata tra mille progetti scollegati, ma deve diventare un progetto culturale unitario che accompagna i ragazzi fin da piccoli, aiutandoli a connettere esperienze, emozioni e competenze. Una delle sue intuizioni più interessanti è l’importanza dell’apprendimento non codificato, ovvero quel tipo di apprendimento che passa attraverso la percezione sensoriale, l’immaginazione, l’arte e la matematica: “Sono le uniche due aree che partono dalle immagini e che possono fare la differenza rispetto alle macchine, che invece partono dal linguaggio”. Per questo, sostiene che l’orientamento del futuro dovrà fondarsi sull’integrazione tra arte e matematica, aree chiave per costruire una nuova umanità capace di affrontare il cambiamento tecnologico senza perdersi.

Superare l’ossessione delle competenze da curriculum

Parente sottolinea inoltre la necessità di superare l’ossessione per le “competenze da curriculum” e di tornare a coltivare quelle che lei chiama qualità umane: la capacità relazionale, la creatività, la responsabilità, la consapevolezza. Non basta più “mettere la persona giusta al posto giusto”, come si diceva nel fordismo: bisogna aiutare ogni ragazzo e ragazza a capire dove può stare bene con se stesso, recuperando il senso profondo del proprio essere nel mono.

Una responsabilità di tutti

Non è un problema solo dei giovani. L’orientamento riguarda tutta la nostra società:

  • le famiglie, spesso spaesate;
  • le scuole, che cercano di arrangiarsi come possono;
  • le aziende, che faticano a trovare personale formato o motivato;
  • le istituzioni, che a volte investono soldi senza una vera strategia.

Cos'è l'orientamento, in parole semplici?

Possiamo pensare all’orientamento come a un insieme di attività e servizi che aiutano gli studenti a capire meglio se stessi e le opportunità che hanno a disposizione. Attraverso chiacchierate personali, test per capire le proprie inclinazioni, incontri informativi e laboratori pratici, si cerca di far emergere interessi e talenti. L’idea è permettere a ogni giovane di costruire un percorso di studi che senta suo, evitando scelte fatte a caso o perché “lo dicono gli altri”. L’orientamento è quindi un vero accompagnamento alla scoperta di sé, per prendere decisioni importanti con più consapevolezza.

Importante per gli studenti, ma anche per le famiglie

L’orientamento non è solo una questione per ragazzi. Coinvolge tanto anche i genitori. Pure noi adulti possiamo sentirci persi davanti a un mondo dell’istruzione e del lavoro che cambia sempre. Avere il supporto di esperti (come psicologi dell’orientamento o insegnanti formati) aiuta tutta la famiglia a esplorare le varie possibilità, riducendo ansie e paure. Parlare con un professionista esterno, inoltre, può facilitare il dialogo tra genitori e figli, rendendo tutto più chiaro e sereno. Così, la scelta finale diventa un’occasione di crescita per tutti, basata sull’ascolto reciproco e sulla ricerca di un buon equilibrio.

Obiettivi: evitare passi falsi e credere di più in sé

Uno degli scopi principali dell’orientamento è aiutarci a non fare scelte sbagliate o impulsive, quelle che a volte nascono dalla pressione degli altri o dal non conoscersi abbastanza. Ridurre il rischio di sentirsi insoddisfatti o di lasciare la scuola troppo presto significa mettere ogni studente nelle condizioni di dare il meglio di sé e guardare al futuro con fiducia. Allo stesso tempo, un buon percorso di orientamento fa crescere l’autostima, perché fa sentire i ragazzi protagonisti del proprio cammino. Quando sentiamo di avere un ruolo attivo nel costruire il nostro futuro, diventiamo più responsabili e motivati, e questo si vede anche nei risultati a scuola e nella voglia di partecipare.

In conclusione: un viaggio verso la consapevolezza

Alla fine, l’orientamento è come un “viaggio” per diventare più consapevoli. Studenti e famiglie possono scoprire passioni, rafforzare sogni e imparare come affrontare le scelte future con più tranquillità. Investire tempo ed energie in un orientamento ben fatto significa costruire basi solide per la vita adulta, aiutando la realizzazione personale e migliorando anche la qualità dello studio. Scegliere sapendo cosa si vuole è il primo passo per costruirsi un futuro all’altezza dei propri sogni e talenti!

SULL'AUTORE
I pezzi a firma Alpha Orienta sono curati dalla redazione.
LEGGI LA SUA BIO
ALTRE SU
Come orientarsi
Come orientarsi
Come scegliere la scuola superiore: criteri e fattori da considerare

Scegliere la scuola secondaria di secondo grado (o “scuola superiore”, come si diceva una volta) non è solo decidere “dove andare dopo le medie”. È un passaggio che mescola desideri, dubbi, possibilità. Spesso si sente dire che è “una scelta importante, ma non definitiva” – ed è vero. Ma proprio perché non è definitiva, può e deve essere fatta con cura. Qui esploriamo i criteri da tenere a mente, evitando risposte facili e ricette universali.

Come orientarsi
Il ruolo della famiglia nell’orientamento: come accompagnare senza sostituirsi

Quando un ragazzo o una ragazza si trova davanti a una scelta scolastica importante – come quella delle superiori – c’è spesso un sentimento che serpeggia anche se non si dice: la paura di sbagliare. La loro, ma anche quella dei genitori. E allora ecco che, nel tentativo di “aiutare”, si finisce a indicare, a suggerire, a correggere. Senza volerlo, si rischia di togliere spazio invece di offrirlo.