Ingegneria: rami, indirizzi e come scegliere quello più adatto

Chi sceglie ingegneria si affaccia su un mondo pieno di possibilità. Dentro questo mondo ci sono percorsi molto diversi tra loro. Ogni ramo ha una sua identità, con materie, laboratori e sbocchi ben distinti. Capire come muoversi tra queste opzioni è importante, soprattutto per chi si trova davanti alla scelta dell’università.

di Alpha Orienta
4 agosto 2025
1 MIN READ

Le tante strade dell’ingegneria

Ingegneria vuol dire tante cose. C’è quella civile, meccanica, elettronica, che da decenni formano tecnici e progettisti. Ci sono poi percorsi più recenti, come ingegneria ambientale, biomedica o dell’informazione. Alcuni corsi si concentrano su costruzioni e infrastrutture. Altri lavorano sull’innovazione tecnologica. Altri ancora si muovono tra organizzazione, numeri e gestione. Ogni indirizzo ha il suo stile, il suo approccio e i suoi strumenti.

Com’è strutturata l’università

In Italia il percorso universitario in ingegneria è organizzato in due cicli principali.

  1. la laurea triennale (3 anni – 180 CFU) che rappresenta il primo livello di formazione, fornisce le basi scientifiche e tecniche comuni e si suddivide in una di queste tre classi di laurea:

L-7 – Ingegneria Civile e Ambientale:

  • Costruzioni civili
  • Infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali
  • Ingegneria idraulica e marittima
  • Geotecnica e ingegneria del suolo
  • Pianificazione territoriale
  • Prevenzione e gestione del rischio idrogeologico
  • Gestione delle risorse idriche e ambientali
  • Bonifiche ambientali e gestione dei rifiuti

L-8 – Ingegneria dell’Informazione:

  • Ingegneria Informatica
  • Ingegneria Elettronica
  • Ingegneria delle Telecomunicazioni
  • Ingegneria dell’Automazione
  • Ingegneria Biomedica (indirizzo elettronico-informatico)
  • Tecnologie digitali e sistemi embedded
  • Cybersecurity e intelligenza artificiale (in alcuni atenei)
  • Sistemi di controllo e robotica

L-9 – Ingegneria Industriale:

  • Ingegneria Meccanica
  • Ingegneria Gestionale
  • Ingegneria Energetica
  • Ingegneria dei Materiali
  • Ingegneria Chimica
  • Ingegneria Aerospaziale
  • Ingegneria Navale
  • Ingegneria Biomedica (indirizzo meccanico-industriale)
  • Tecnologie produttive, automazione industriale, meccatronica

La triennale dà accesso all’esame di Stato per l’iscrizione alla Sezione B dell’Albo degli Ingegneri. Non chiamiamolo però titolo da “ingegnere junior” perché addirittura il Consiglio di Stato ha sentenziato che è un’espressione discriminatoria. Meglio dire “ingegnere triennale”

  1. La laurea magistrale (2 anni – 120 CFU) per approfondire la preparazione tecnica e avere accesso all’Albo nella sezione A, sempre dopo aver fatto l’Esame di Stato. Il biennio prevede diversi indirizzi:
  • LM-20: Ingegneria Aerospaziale e Astronautica
  • LM-21: Ingegneria Biomedica
  • LM-22: Ingegneria Chimica
  • LM-23: Ingegneria Civile
  • LM-24: Ingegneria dei Sistemi Edilizi
  • LM-25: Ingegneria dell’Automazione
  • LM-26: Ingegneria della Sicurezza
  • LM-27: Ingegneria delle Telecomunicazioni
  • LM-28: Ingegneria Elettrica
  • LM-29: Ingegneria Elettronica
  • LM-30: Ingegneria Energetica e Nucleare
  • LM-31: Ingegneria Gestionale
  • LM-32: Ingegneria Informatica
  • LM-33: Ingegneria Meccanica
  • LM-34: Ingegneria Navale
  • LM-35: Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio
  • LM-53: Scienza e Ingegneria dei Materiali

Alcune università offrono corsi interclasse o percorsi interdisciplinari. Il titolo rilasciato è “dottore magistrale”.

Insomma si parte da una una base comune per poi scegliere, nel biennio magistrale, l’indirizzo più vicino ai propri interessi e obiettivi professionali.

Lavoro e numeri

Secondo Almalaurea, più del 90% dei laureati magistrali in ingegneria lavora entro cinque anni dal titolo. Gli stipendi che si possono ottenere anche a un primo impiego sono sopra la meddia, spesso sopra i 2.000 euro netti al mese. Ovviamente molto dipende dall’indirizzo. Chi studia informatica può entrare nel mondo del software, della sicurezza informatica, dei dati. Un civile si muove tra progettazione e pubblica amministrazione. Un gestionale trova spazio nella consulenza o nell’organizzazione aziendale. Un aerospaziale può lavorare su veicoli, satelliti, droni.

Cosa considerare prima di scegliere ingegneria

Il primo passo è ascoltarsi. Capire cosa appassiona, che materie piacciono di più, in che contesto ci si vede in futuro. Poi vale la pena guardare i piani di studio, visitare gli atenei, partecipare agli open day, parlare con chi ha già fatto quella scelta. Infine è utile dare un’occhiata alle prospettive professionali. Non tanto per inseguire il corso che promette più soldi, ma per capire dove porta quel tipo di preparazione.

Dove trovare buone informazioni

I portali Universitaly e AlmaLaurea sono due punti di partenza affidabili. Anche le classifiche del CENSIS aiutano a farsi un’idea. I siti delle università sono spesso aggiornati e ricchi di dettagli. Ci sono anche strumenti utili come il questionario di orientamento Alphatest o il questionario dell’INAPP ispirato al modello di Holland, che aiutano a capire le proprie attitudini.

Università generalista o Politecnico?

I politecnici sono atenei specializzati sulle discipline tecnico-scientifiche. L’ambiente è molto focalizzato, si respira tecnologia ovunque. Le università generaliste, invece, hanno un’offerta più ampia, con la possibilità di incrociare discipline diverse. In entrambi i casi la qualità può essere alta. Conta la solidità del corso, i servizi per gli studenti, le possibilità di fare esperienze concrete durante il percorso.

Quindi perché scegliere ingegneria?

Scegliere ingegneria vuol dire scegliere un modo di lavorare e di ragionare. Le opzioni sono tante. Ogni ramo ha il suo modo di formare e di mettere in gioco le persone. Conoscere meglio le alternative, parlare con chi ci è passato, usare bene gli strumenti a disposizione: sono tutte cose che aiutano a fare una scelta più serena. Ingegneria non è una cosa sola. È una serie di percorsi, di strumenti, di idee che si mettono in pratica. Serve tempo per capirlo, ma ne vale la pena.

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