Le tante strade dell’ingegneria
Ingegneria vuol dire tante cose. C’è quella civile, meccanica, elettronica, che da decenni formano tecnici e progettisti. Ci sono poi percorsi più recenti, come ingegneria ambientale, biomedica o dell’informazione. Alcuni corsi si concentrano su costruzioni e infrastrutture. Altri lavorano sull’innovazione tecnologica. Altri ancora si muovono tra organizzazione, numeri e gestione. Ogni indirizzo ha il suo stile, il suo approccio e i suoi strumenti.
Com’è strutturata l’università
In Italia il percorso universitario in ingegneria è organizzato in due cicli principali.
- la laurea triennale (3 anni – 180 CFU) che rappresenta il primo livello di formazione, fornisce le basi scientifiche e tecniche comuni e si suddivide in una di queste tre classi di laurea:
L-7 – Ingegneria Civile e Ambientale:
- Costruzioni civili
- Infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali
- Ingegneria idraulica e marittima
- Geotecnica e ingegneria del suolo
- Pianificazione territoriale
- Prevenzione e gestione del rischio idrogeologico
- Gestione delle risorse idriche e ambientali
- Bonifiche ambientali e gestione dei rifiuti
L-8 – Ingegneria dell’Informazione:
- Ingegneria Informatica
- Ingegneria Elettronica
- Ingegneria delle Telecomunicazioni
- Ingegneria dell’Automazione
- Ingegneria Biomedica (indirizzo elettronico-informatico)
- Tecnologie digitali e sistemi embedded
- Cybersecurity e intelligenza artificiale (in alcuni atenei)
- Sistemi di controllo e robotica
L-9 – Ingegneria Industriale:
- Ingegneria Meccanica
- Ingegneria Gestionale
- Ingegneria Energetica
- Ingegneria dei Materiali
- Ingegneria Chimica
- Ingegneria Aerospaziale
- Ingegneria Navale
- Ingegneria Biomedica (indirizzo meccanico-industriale)
- Tecnologie produttive, automazione industriale, meccatronica
La triennale dà accesso all’esame di Stato per l’iscrizione alla Sezione B dell’Albo degli Ingegneri. Non chiamiamolo però titolo da “ingegnere junior” perché addirittura il Consiglio di Stato ha sentenziato che è un’espressione discriminatoria. Meglio dire “ingegnere triennale”
- La laurea magistrale (2 anni – 120 CFU) per approfondire la preparazione tecnica e avere accesso all’Albo nella sezione A, sempre dopo aver fatto l’Esame di Stato. Il biennio prevede diversi indirizzi:
- LM-20: Ingegneria Aerospaziale e Astronautica
- LM-21: Ingegneria Biomedica
- LM-22: Ingegneria Chimica
- LM-23: Ingegneria Civile
- LM-24: Ingegneria dei Sistemi Edilizi
- LM-25: Ingegneria dell’Automazione
- LM-26: Ingegneria della Sicurezza
- LM-27: Ingegneria delle Telecomunicazioni
- LM-28: Ingegneria Elettrica
- LM-29: Ingegneria Elettronica
- LM-30: Ingegneria Energetica e Nucleare
- LM-31: Ingegneria Gestionale
- LM-32: Ingegneria Informatica
- LM-33: Ingegneria Meccanica
- LM-34: Ingegneria Navale
- LM-35: Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio
- LM-53: Scienza e Ingegneria dei Materiali
Alcune università offrono corsi interclasse o percorsi interdisciplinari. Il titolo rilasciato è “dottore magistrale”.
Insomma si parte da una una base comune per poi scegliere, nel biennio magistrale, l’indirizzo più vicino ai propri interessi e obiettivi professionali.
Lavoro e numeri
Secondo Almalaurea, più del 90% dei laureati magistrali in ingegneria lavora entro cinque anni dal titolo. Gli stipendi che si possono ottenere anche a un primo impiego sono sopra la meddia, spesso sopra i 2.000 euro netti al mese. Ovviamente molto dipende dall’indirizzo. Chi studia informatica può entrare nel mondo del software, della sicurezza informatica, dei dati. Un civile si muove tra progettazione e pubblica amministrazione. Un gestionale trova spazio nella consulenza o nell’organizzazione aziendale. Un aerospaziale può lavorare su veicoli, satelliti, droni.
Cosa considerare prima di scegliere ingegneria
Il primo passo è ascoltarsi. Capire cosa appassiona, che materie piacciono di più, in che contesto ci si vede in futuro. Poi vale la pena guardare i piani di studio, visitare gli atenei, partecipare agli open day, parlare con chi ha già fatto quella scelta. Infine è utile dare un’occhiata alle prospettive professionali. Non tanto per inseguire il corso che promette più soldi, ma per capire dove porta quel tipo di preparazione.
Dove trovare buone informazioni
I portali Universitaly e AlmaLaurea sono due punti di partenza affidabili. Anche le classifiche del CENSIS aiutano a farsi un’idea. I siti delle università sono spesso aggiornati e ricchi di dettagli. Ci sono anche strumenti utili come il questionario di orientamento Alphatest o il questionario dell’INAPP ispirato al modello di Holland, che aiutano a capire le proprie attitudini.
Università generalista o Politecnico?
I politecnici sono atenei specializzati sulle discipline tecnico-scientifiche. L’ambiente è molto focalizzato, si respira tecnologia ovunque. Le università generaliste, invece, hanno un’offerta più ampia, con la possibilità di incrociare discipline diverse. In entrambi i casi la qualità può essere alta. Conta la solidità del corso, i servizi per gli studenti, le possibilità di fare esperienze concrete durante il percorso.
Quindi perché scegliere ingegneria?
Scegliere ingegneria vuol dire scegliere un modo di lavorare e di ragionare. Le opzioni sono tante. Ogni ramo ha il suo modo di formare e di mettere in gioco le persone. Conoscere meglio le alternative, parlare con chi ci è passato, usare bene gli strumenti a disposizione: sono tutte cose che aiutano a fare una scelta più serena. Ingegneria non è una cosa sola. È una serie di percorsi, di strumenti, di idee che si mettono in pratica. Serve tempo per capirlo, ma ne vale la pena.

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