AI a scuola: le linee guida del Ministero

Un’analisi critica.

di Alberto Puliafito
4 settembre 2025
1 MIN READ

AI a scuola: un documento atteso, ma insufficiente

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato le prime linee guida sull’intelligenza artificiale nella scuola. Un testo che prova a dare una cornice normativa e pedagogica all’uso delle AI, con richiami a responsabilità, centralità della persona e uso consapevole.

Il problema principale è che, leggendolo attentamente, sembra undocumento più orientato a non scontentare nessuno che a dare una vera direzione. Per chi lavora in educazione, formazione e orientamento, il rischio è evidente: rimanere fermi mentre il mondo intorno cambia radicalmente.

Cosa dicono le linee guida sulle AI a scuola

Il testo insiste su alcuni punti chiave:

  • IA come strumento: l’AI è presentata come mezzo utile ma da gestire con cautela
  • Uso consapevole e responsabile: grande attenzione a rischi e limiti, poca al potenziale trasformativa
  • Centralità della persona: lo studente al centro, con l’AI a supporto.
  • Formazione docenti: accenno alla necessità di aggiornamento, senza un vero piano strutturato.

In sintesi: prudenza, principi generali, linguaggio burocratico. Ma poca concretezza.

Cosa manca alle linee guida sulle AI?

Dalla lettura delle linee guida appaiono evidenti alcune assenze importanti

Didattica concreta
Nessun esempio di piano di applicazione delle AI alla didattica; nessun caso d’uso reale. Gli insegnanti rimangono soli davanti a uno scenario che cambia velocemente.

Formazione reale
La formazione dei docenti è evocata ma non pianificata. Senza risorse e percorsi seri, resta un auspicio.

Oligopoli tecnologici
Nessuna parola sul fatto che le AI oggi più diffuse appartengono a poche big tech. La scuola rischia di diventare veicolo di colonizzazione cognitiva.

Open source e alternative
Nessun riferimento a soluzioni aperte, comunitarie, libere. Un vuoto politico e culturale enorme, che si accompagna al medesimo vuoto nel dibattito sulle AI.

Il problema di fondo: la scuola come spettatrice

Il documento tratta le intelligenze artificiali come “novità tecnologica da gestire”. Ma le AI non sono un accessorio: sono una trasformazione strutturale dell’ecosistema informativo e cognitivo. Se la scuola resta a guardare, perde la possibilità di guidare il cambiamento e si riduce a rincorrere le big tech, adottando strumenti che altri hanno già deciso.

Se dovessimo immaginare linee guida utili, ci sarebbero almeno tre pilastri fondamentali da immaginare:

Radicalità
Dire chiaramente che le AI cambiano per sempre la scuola e l’apprendimento. Non si tratta di “includerle” ma di ripensare metodi, valutazioni, relazioni educative.

Praticità
Offrire toolkit, esempi concreti, casi d’uso, buone pratiche già sperimentate in Italia e all’estero. Gli insegnanti hanno bisogno di strumenti, non solo di principi.

Politica
Affrontare il nodo degli oligopoli. Educare a usare anche strumenti open source, spiegare cosa significa affidare la formazione di una generazione alle piattaforme private.

AI a scuola: perché questo tema riguarda l’orientamento

Parlare di AI nella scuola non è un lusso: significa occuparsi di futuro, di competenze, di cittadinanza digitale. Gli studenti che oggi usano ChatGPT per fare i compiti domani saranno cittadini e lavoratori immersi in ecosistemi di AI. La scuola deve formarli a:

  • comprendere i meccanismi, i limiti, i bias delle AI;
  • sviluppare spirito critico e capacità di scelta;
  • usare le AI come alleate creative, non come scorciatoie passive.

Senza una scuola capace di affrontare queste sfide, l’orientamento rischia di ridursi a slogan e test di attitudine, quando invece dovrebbe diventare educazione al futuro.

Le linee guida del MIM sull’IA nella scuola sono un punto di partenza, ma restano timide e burocratiche.
La sfida vera è educativa e politica: capire che le intelligenze artificiali non sono strumenti neutri ma agenti che ridisegnano potere, conoscenza e società. Se la scuola non assume un ruolo attivo, saranno altri a decidere — e a quel punto sarà troppo tardi.

SULL'AUTORE
Alberto Puliafito è il direttore di Slow News, per Internazionale scrive la newsletter Artificiale sulle intelligenze artificiali. Si occupa di vari argomenti, fra cui l'intersezione fra la tecnologia e la società, la povertà, idee radicali come il reddito di base universali. Si è occupato anche di scuola e di idee alternative possibili. Qui, per esempio, ha parlato delle Invalsi. Nella serie "Il mondo nuovo", che ha ideato per Slow News, ha intervistato, fra l'altro, il professor Cristiano Corsini, che si occupa di pedagogia e valutazione.
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