Il servizio civile come e perché sceglierlo

Una guida per i giovani tra i 18 e i 28 anni che stanno valutando questa opportunità

di Alpha Orienta
25 giugno 2025
1 MIN READ

Ci sono momenti, specialmente dopo la fine di un percorso scolastico, in cui ci si sente in cerca di qualcosa. Non per forza di un lavoro stabile, né necessariamente di una carriera fulminante. Ma di un’esperienza che abbia un senso. Che ci faccia crescere, capire chi siamo, cosa sappiamo fare e cosa possiamo dare. Per molti giovani la risposta a questa ricerca è il servizio civile, una scelta che si traduce in un periodo relativamente breve della propria vita, un anno, da dedicare a un’attività che lascerà il segno per sempre e che in cambio di impegno, costanza e voglia di imparare, darà la possibilità di conoscere persone, sviluppare nuove competenze e anche avere un minimo di autonomia economica. In questa guida troverai un percorso passo passo per capire se il servizio civile fa per te. Ti spiegheremo cos’è, come funziona, perché sceglierlo, come candidarti senza perdere la testa e tanti consigli pratici.

Cos’è il servizio civile

Il servizio civile è un’esperienza retribuita, formativa e profondamente umana che lo Stato consente di fare ai ragazzi maggiorenni non ancora trentenni (massimo 28 anni), anche stranieri ma regolarmente residenti in Italia. Se scegli di dedicare un periodo della tua vita a questo progetto, avrai la possibilità di maturare nuove competenze, fare nuove amicizie, e magari avere, al termine del percorso, le idee un po’ più chiare su cosa vuoi fare davvero nella vita.

Durata, orario settimanale, compenso e formazione

  • Il servizio civile dura in genere tra gli 8 e i 12 mesi.
  • Si lavora circa 25 ore a settimana: abbastanza per essere impegnativo, ma compatibile con lo studio o altri impegni leggeri.
  • Ogni mese si riceve un assegno di circa 507,30 euro. Non ti arricchisce, certo, ma è un primo passo verso una piccola indipendenza economica.
  • È prevista una formazione, sia generale (per capire cosa significa “servire” lo Stato e la comunità) sia specifica sul progetto che andrai a svolgere.
  • Si può scegliere tra centinaia di enti e progetti in tutta Italia e anche all’estero.
  • Molti dicono che è una delle esperienze più intense e sincere della loro vita. Perché ti mette davanti alla realtà, ma senza lasciarti da solo.

Servizio civile universale o regionale? Facciamo chiarezza

Qui arriva una distinzione che può confondere, ma è semplice se te la spiegano bene: il Servizio civile universale è quello nazionale. I progetti vengono approvati e finanziati dallo Stato e puoi trovare tutte le info sul sito ufficiale del Dipartimento. C’è una piattaforma centralizzata (chiamata DOL) dove invii la domanda. I bandi escono ogni anno e sono aperti a tutti, ovunque tu viva.

Il Servizio civile regionale, invece, è promosso da alcune Regioni che decidono di creare dei loro bandi, con regole a volte diverse: può cambiare l’età massima, il compenso, la durata. Non tutte le regioni lo fanno, ma dove c’è può essere un’ottima alternativa, soprattutto se vuoi rimanere nel tuo territorio. In entrambi i casi, l’obiettivo è sempre lo stesso: darti la possibilità di metterti in gioco per qualcosa che conta.

Servizio civile sì o no? Ecco perché sceglierlo

C’è sempre un momento, prima di fare una scelta importante, in cui ci si chiede:

“Ne varrà davvero la pena?”

Se stai pensando al servizio civile, magari ti è già passata per la testa la domanda “Ma ne varrà davvero la pena?”. E la risposta — se vogliamo essere sinceri — non è uguale per tutti. Però ci sono alcune ragioni comuni, profonde, che portano tante persone a dire: “Sì, ne è valsa la pena. Anzi, rifarei tutto”. Vediamo i motivi.

  • Perché impari (anche se non ti sembra) — Non si parla solo di “formazione”, ma di competenze vere, quelle che servono ovunque: comunicare con le persone, lavorare in gruppo, gestire il tempo, adattarti, risolvere problemi. Le famose soft skills. E sai qual è la parte bella? Che le impari facendole. Non leggendo una slide o ascoltando una lezione, ma vivendole, affrontandole, superandole.
  • Perché il tuo CV inizia a parlare di te — Molti giovani si chiedono: “Come posso avere esperienza se nessuno mi dà una prima occasione?”. Il servizio civile è quella prima occasione. Ti permette di aggiungere qualcosa al curriculum che non sia solo “diplomato” o “laureando”. È un segnale forte: dimostra che hai scelto di fare qualcosa, di impegnarti, di metterti in gioco. E chi legge il tuo CV lo nota.
  • Perché ti aiuta a capire cosa vuoi davvero — Ci sono persone che, dopo il servizio civile, hanno scoperto la loro strada. Altri hanno capito cosa non volevano fare nella vita — e anche quello è importante. A volte ci si iscrive a un progetto pensando sia solo un’esperienza di passaggio, e poi ci si ritrova a scegliere una nuova direzione, a cambiare corso universitario, città, lavoro, priorità. È come un anno di prova, ma per la vita.
  • Perché lasci il segno (anche piccolo) nella comunità — E poi, forse la cosa più importante: quello che fai serve davvero a qualcuno. Non è un esercizio, non è un “gioco”. Le ore che dedichi, le persone che incontri, i gesti che fai: tutto ha un impatto reale. Senti che il tuo tempo vale. E in un’epoca in cui spesso ci si sente inutili o invisibili, questo può fare tutta la differenza.

E soprattutto perché alla fine sarai davvero cresciuto. In fondo, scegliere il Servizio Civile è una scommessa su di te e sul mondo. E quando funziona — e spesso funziona — ti accorgi che hai ricevuto molto più di quanto hai dato.

Gli ambiti di intervento del servizio civile

Una delle cose più belle (e forse anche più difficili) del servizio civile è scegliere il progetto giusto per te. Ce ne sono davvero tanti, in ambiti molto diversi, ognuno con la sua identità, il suo ritmo, le sue emozioni. Non importa se sei una persona pratica o riflessiva, se ami lavorare con i bambini, stare nella natura o dietro le quinte di una biblioteca: c’è un posto dove puoi fare la differenza, restando te stesso.

Ecco alcuni dei principali ambiti in cui potresti trovarti, raccontati con gli occhi di chi li vive.

  • Educazione e promozione culturale — Ti immagini in una scuola, una biblioteca, un centro giovanile. Aiuti bambini con i compiti, organizzi laboratori creativi, magari supporti eventi culturali. A volte insegni, a volte impari tu. Spesso sono esperienze intense, fatte di sguardi, risate, momenti in cui senti di aver acceso qualcosa nella testa o nel cuore di qualcun altro. Non servono superpoteri, solo pazienza, empatia, voglia di ascoltare.
  • Assistenza a persone fragili — Qui si lavora accanto a chi vive in situazioni di difficoltà: anziani, persone con disabilità, senza fissa dimora, famiglie in disagio. Non è facile, ma è profondamente umano. Ti ritrovi a offrire compagnia, una mano, una parola gentile. A volte anche solo stare lì è un atto di valore. Questo ambito ti cambia dentro: ti insegna a vedere l’altro con occhi nuovi, e a ringraziare per ciò che spesso diamo per scontato.
  • Tutela dell’ambiente e del territorio — Se ami la natura, qui potresti trovarti a curare un parco, fare educazione ambientale con i ragazzi, monitorare sentieri, partecipare a progetti di riciclo e sostenibilità. È un modo concreto per proteggere il mondo in cui viviamo, ma anche per riscoprire un contatto diretto con ciò che ci circonda. Ti sporchi le mani, magari, ma torni a casa con la testa piena d’aria buona.
  • Patrimonio culturale — Musei, archivi, biblioteche, teatri, eventi locali: l’Italia è un tesoro vivente e questo ambito ti permette di diventare custode e promotore della cultura. Può voler dire organizzare visite guidate, digitalizzare documenti, valorizzare tradizioni locali, raccontare storie dimenticate. Se ami l’arte, la storia, le radici, potresti trovarti a fare qualcosa che ti appassiona ogni giorno.
  • Cooperazione internazionale — Alcuni progetti portano i volontari anche fuori dall’Italia, in contesti dove c’è bisogno di tutto: istruzione, salute, diritti, sviluppo. È un’esperienza che ti strappa dal tuo mondo e ti getta in una realtà nuova, spesso difficile, ma illuminante. Si torna cambiati, arricchiti, più consapevoli.
  • Protezione civile e prevenzione dei rischi — Se ti piace l’idea di essere utile in situazioni di emergenza, questo è l’ambito giusto. Non si tratta di “fare l’eroe”, ma di prepararsi, aiutare, prevenire. Si lavora spesso dietro le quinte: pianificazione, supporto logistico, sensibilizzazione nelle scuole. Ma quando serve, ci sei. E fare la differenza quando conta davvero è una sensazione che non si dimentica.
  • Agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità – Se ti piace il contatto con la terra, questa può essere la scelta giusta per te, per imparare un mestiere sempre utile e in continuo aggiornamento.

Come scegliere l’ambito giusto per te?

Fermati un attimo e chiediti:

  • In cosa mi sentirei a mio agio?
  • Cosa mi incuriosisce?
  • Cosa potrei fare anche senza essere pagato, solo per passione?

Non esiste un ambito “migliore” degli altri. Esiste quello che parla di te, che ti rispecchia, che magari non sai nemmeno di voler provare… finché non lo provi.

Come ci si candida per il servizio civile?

A volte, il passo più difficile è proprio iniziare. Hai deciso di informarti, hai capito che il servizio civile ti interessa, magari hai già dato un’occhiata a qualche progetto… ma poi ti blocchi: “Come si fa concretamente a partecipare? Dove si trova il bando? E se sbaglio qualcosa?” Tranquillo. Nessuno nasce “esperto in bandi pubblici”, scopriamo passo passo come si fa.

Dove si trovano i progetti?

Si trova tutto sul sito ufficiale del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale. In pratica lì, quando esce un nuovo bando (di solito una volta l’anno, tra fine autunno e inizio primavera), troverai:

  • l’elenco dei progetti disponibili;
  • i requisiti richiesti;
  • le modalità per candidarsi.

Un altro modo molto utile per orientarti è guardare direttamente i siti degli enti che ti interessano (associazioni, comuni, cooperative ecc.): spesso pubblicano le schede dettagliate dei loro progetti, spiegate in modo più chiaro e accessibile.

Come scegliere il progetto giusto

Può sembrare banale, ma la scelta del progetto è fondamentale. Leggi bene le schede: guarda cosa farai davvero, quante ore, dove si trova la sede, se è compatibile con i tuoi impegni. Se puoi, contatta l’ente prima di candidarti, per farti un’idea del clima, delle persone, di cosa aspettarti. Non scegliere solo “a caso” o “vicino casa”. Cerca qualcosa che ti stimoli, ti incuriosisca, ti rispecchi almeno un po’.

Come si presenta la domanda

Tutto si fa online, tramite la piattaforma DOL (Domanda OnLine): https://domandaonline.serviziocivile.it/

Per accedere hai bisogno di:

  • Un’identità digitale SPID di livello 2 (se non ce l’hai, puoi richiederla gratuitamente a vari provider online).
  • I dati del progetto che hai scelto (codice sede, ente, titolo progetto).

Puoi candidarti a un solo progetto per bando, quindi è importante scegliere bene. Dopo la candidatura sarai convocato dall’ente per un colloquio, per conoscerti e capire se sei adatto al progetto. Ti chiederanno di parlare un po’ di te, delle tue motivazioni, di come ti immagini quell’esperienza. Dopo i colloqui, viene pubblicata una graduatoria e, se sei selezionato, riceverai comunicazioni su data di inizio, orari, formazione iniziale.

Un consiglio spassionato: “Non aspettare l’ultimo giorno per fare domanda”. Anche se sembra tutto online e “veloce”, è meglio prendersi tempo per scegliere bene e prepararsi. E se vuoi chiarirti qualche dubbio, non esitare a scrivere a un ente per fare domande: se ti rispondono con cura, è già un buon segno.

Cosa succede dopo il servizio civile?

Un anno sembra tanto, quando inizi. Ma poi succede qualcosa di strano: passa in fretta.

Giorno dopo giorno impari, ti adatti, ti affezioni. Conosci persone, costruisci abitudini, ti senti parte di qualcosa. E poi, quasi senza accorgertene, arriva l’ultima settimana, l’ultimo giorno, i saluti. E ti chiedi: “E adesso?”

Una certificazione che conta

Quando finisce il servizio civile, ricevi un attestato ufficiale che certifica il tuo percorso. È un documento importante, non solo simbolico: puoi inserirlo nel tuo CV, presentarlo in fase di colloquio, e usarlo in alcuni concorsi pubblici dove ti dà punteggio aggiuntivo (quando previsto).

In alcune regioni ed enti, viene anche rilasciato un bilancio delle competenze, utile per capire cosa hai davvero acquisito e come raccontarlo nel mondo del lavoro.

Valore per il tuo futuro professionale

Molti pensano: “Ma mi servirà davvero?” La risposta, nella maggior parte dei casi, è sì. Chi seleziona personale guarda con attenzione ai percorsi come il servizio civile, perché raccontano qualcosa che non si impara in un’aula: la capacità di lavorare con gli altri, l’adattabilità, il senso di responsabilità, la voglia di mettersi in gioco. E anche se non finisci a fare quel “mestiere”, hai comunque qualcosa da raccontare. E questo, in un colloquio, può fare la differenza.

Continuare a collaborare con l’ente

In alcuni casi, può succedere una cosa bellissima: resti in contatto con l’ente dove hai svolto il servizio.
A volte ti propongono di continuare come volontario, tirocinante, o addirittura con un contratto (quando possibile). Non è garantito, ma se hai lasciato il segno — e se l’esperienza ti è piaciuta — può nascere qualcosa di duraturo.

Un’occasione per reindirizzare il tuo percorso

Molti ragazzi escono dal servizio civile con le idee più chiare su cosa vogliono fare.
Qualcuno si iscrive a un corso universitario in linea con il progetto svolto. Qualcun altro cambia del tutto strada. E c’è chi si rende conto di voler restare a lavorare nel settore del sociale, del culturale o del pubblico. Insomma, è un’esperienza preziosa che può aiutarti a riposizionarti, a cambiare rotta, oppure rafforzare quella che stai già seguendo.

Un seme che resta

Al di là del lavoro, dei titoli e dei CV, c’è una cosa che resta dopo il Servizio Civile: l’impatto umano. Le persone che hai incontrato. Le storie che hai ascoltato. Le cose che ti hanno fatto ridere o commuovere. Quel giorno in cui ti sei sentito utile davvero. È qualcosa che non si cancella e che, spesso, ti accompagna per molto tempo. Magari per sempre.

Pro e contro del servizio civile

Ogni esperienza, anche la più bella, ha luci e ombre. Il servizio civile non fa eccezione. È giusto parlarne con sincerità, senza troppi idealismi, ma nemmeno con cinismo. Vediamo allora un elenco ragionato dei pro e contro per aiutarti a scegliere in modo consapevole. Alla fine, sei tu a decidere che valore dare a ogni aspetto.

I pro — Perché potrebbe valerne la pena

  1. Crescita personale (e profonda) — Non è un modo di dire: molti ragazzi escono dal servizio civile diversi. Più sicuri, più aperti, più maturi. Ti trovi ad affrontare situazioni reali, a confrontarti con persone vere, e spesso scopri risorse dentro di te che non sapevi di avere.
  2. Esperienza concreta, utile per il futuro — Che tu voglia lavorare subito, proseguire gli studi o cercare la tua strada, il servizio civile aggiunge qualcosa di solido al tuo bagaglio: competenze, relazioni, storie da raccontare. È un primo passo “serio” nel mondo degli adulti, ma senza buttarti subito nella giungla del lavoro.
  3. Formazione e consapevolezza — Non solo teoria: imparerai sul campo, con il corpo e con la testa. E comincerai a capire meglio cosa ti interessa davvero. È un modo per orientarti, o anche per cambiare direzione.
  4. Una piccola autonomia economica — Con circa 507 euro al mese, non ti compri il mondo, ma puoi contribuire alle spese in casa, sostenere parte dei tuoi studi o permetterti qualche passo verso l’indipendenza. È anche un buon modo per imparare a gestire i tuoi soldi.
  5. Fai qualcosa che ha un senso — Aiutare, servire, essere utile: sono parole che suonano grandi, ma che nel quotidiano diventano piccoli gesti pieni di valore. Quando qualcuno ti dice “grazie” con gli occhi, capisci che quel tempo non è stato sprecato.

I contro — Cosa sapere prima di partire

  1. Il compenso è basso — È il punto più discusso: lo “stipendio” non è davvero paragonabile a un lavoro. E se vivi da solo o hai spese importanti, può essere complicato tirare avanti solo con quello. Alcuni ragazzi devono affiancare lavoretti o farsi aiutare dalla famiglia.
  2. I progetti non sono tutti uguali — Purtroppo, non tutti i progetti sono ben organizzati. A volte manca la formazione promessa, i tutor non sono sempre presenti, o le attività non sono quelle descritte. Per questo è importantissimo scegliere con attenzione e, se possibile, parlare con ex volontari dello stesso ente.
  3. Tempi lenti e burocrazia — Dal momento in cui fai domanda al giorno in cui inizi, possono passare anche diversi mesi. E anche durante il servizio, alcune comunicazioni ufficiali (stipendi, ferie, rimborsi) possono arrivare con ritardo. Serve pazienza.
  4. A volte ti senti sottovalutato — Capita. Sei “il volontario”, non sempre ti danno fiducia subito, o ti affidano compiti poco stimolanti. Ma anche questo fa parte del gioco: sta anche a te dimostrare chi sei, con il tempo e con il tuo modo di esserci.

E quindi? Ne vale la pena?

Solo tu puoi dirlo. Ma se senti che hai bisogno di un tempo per crescere, capire, metterti alla prova, se vuoi fare qualcosa che abbia un impatto — anche piccolo — nella vita reale, allora il servizio civile potrebbe essere proprio quello che stai cercando.

Consigli utili per affrontare al meglio il servizio civile

Hai scelto di partire. Hai fatto domanda, hai superato il colloquio, hai ricevuto la conferma. Magari sei emozionato, curioso, oppure hai quel misto di entusiasmo e paura che accompagna ogni nuova avventura.

Qui sotto trovi una raccolta di consigli che arrivano dall’esperienza di tanti ex volontari. Non sono regole rigide, ma piccoli promemoria per vivere il servizio civile al meglio, giorno dopo giorno.

  1. Scegli con il cuore, non solo con la testa — Se sei ancora in fase di scelta, prova a chiederti: “Dove mi sentirei davvero coinvolto?”. Non limitarti al progetto più vicino o più comodo. A volte, una piccola sfida fuori dalla zona di comfort può regalarti molto più di quanto immagini.
  2. Parla, chiedi, confrontati — Non tenerti tutto dentro. Se qualcosa non va, se ti senti spaesato, se hai un dubbio… chiedi. Parla con i referenti, con gli altri volontari, con chi lavora con te. Il dialogo è la chiave per affrontare difficoltà e sentirsi parte del gruppo.
  3. Impara a gestire il tuo tempo — Il servizio civile ti impegna, ma ti lascia anche spazi liberi. Usali bene: per studiare, leggere, fare sport, riflettere, scrivere, rilassarti. Un anno passa in fretta, ma può diventare uno dei più pieni e significativi della tua vita.
  4. Tieni traccia di quello che fai — Segna le attività che svolgi, le cose che impari, le difficoltà superate. Non solo per memoria personale, ma anche per valorizzare questa esperienza nel tuo CV, nei colloqui, o quando ti chiederanno “Cosa hai fatto nel servizio civile?”.
  5. Non avere aspettative troppo rigide — Ogni progetto è diverso, e non tutto sarà perfetto. Ci saranno giorni più noiosi, giornate difficili, momenti in cui penserai: “Chi me l’ha fatto fare?”. Fa parte del percorso. E spesso, proprio in quei momenti cresci di più.
  6. Coltiva le relazioni — Il servizio civile è fatto soprattutto di persone. Colleghi, utenti, educatori, bambini, anziani, altri volontari… Ascoltali, impara da loro, apriti. Le relazioni che nasceranno — anche solo una o due — potrebbero diventare un pezzo importante della tua storia.
  7. Fai domande anche a te stesso — Usa questo tempo per ascoltarti davvero. Ti piace quello che fai? Ti immagini in questo tipo di lavoro anche in futuro? Cosa ti fa sentire bene? Cosa no? Il servizio civile può diventare un momento di orientamento prezioso, se lo vivi con consapevolezza.
  8. Ricorda: ogni piccolo gesto ha un valore — Non servono imprese eroiche per fare la differenza. A volte basta esserci, con gentilezza, con attenzione, con umanità. Anche se non salverai il mondo, potresti illuminare la giornata di qualcuno. E questo conta. Molto.

Non c’è un modo “giusto” per vivere il servizio civile, ma c’è un modo autentico: viverlo come sei tu. Con i tuoi tempi, la tua voglia di imparare, il tuo desiderio di lasciare un segno. E magari, un giorno, sarai tu a dare consigli a chi sta per iniziare, con un sorriso pieno di storie da raccontare.

Checklist – Pronta/o per il servizio civile?

Per capire se stai affrontando al meglio la tua avventura con il servizio civile, ecco una checklist. Riesci a flaggare tutte le voci per ogni fase di questa esperienza?

Prima di candidarti

  • Ho letto almeno 3 progetti diversi, non solo quello più vicino a casa.
  • Ho controllato le attività previste, l’orario settimanale e la sede.
  • Ho visitato il sito dell’ente proponente e, se possibile, ho parlato con un ex volontario.
  • Ho attivato lo SPID di livello 2 (serve per fare domanda).
  • So usare la piattaforma DOL o ho chiesto aiuto per accedere.
  • Ho salvato la scadenza del bando sul calendario (con promemoria!).

Dopo la candidatura

  • Ho controllato la mail per la convocazione al colloquio.
  • Mi sono preparato/a a parlare di me e delle mie motivazioni, senza recitare.
  • Ho letto un po’ sulla missione e i valori dell’ente.

Prima dell’inizio

  • Ho ricevuto la comunicazione ufficiale di selezione.
  • Ho chiesto chiarimenti su orari, ferie, contatti utili.
  • Ho salvato su una nota il numero del mio referente.
  • So dove si terrà la formazione iniziale.
  • Ho fatto spazio in agenda per questo nuovo capitolo.

Durante il servizio civile vero e proprio

  • Tengo un piccolo diario o file dove raccolgo esperienze e attività svolte.
  • Partecipo attivamente alla formazione, anche quando è teorica.
  • Se qualcosa non va, parlo con il tutor senza timore.
  • Coltivo le relazioni: con gli altri volontari, con l’utenza, con l’équipe.
  • Cerco di dare un senso personale a ogni giornata, anche a quelle difficili.

Verso la fine

  • Ho richiesto l’attestato finale e il bilancio di competenze, se previsto.
  • Ho aggiornato il mio CV e LinkedIn con l’esperienza svolta.
  • Ho riflettuto su cosa ho imparato e cosa mi porto via.
  • Ho salutato le persone che mi hanno accompagnato/a, con gratitudine.

Un'ultima riflessione

Scegliere di fare il servizio civile non è solo dire “sì” a un progetto. È dire sì a un tempo per te, a un’occasione per scoprire chi sei quando ti metti al servizio degli altri. È un modo per non restare fermi – anche se magari non hai ancora le idee chiare sul futuro – e iniziare a camminare in una direzione che ha un senso.

Non esiste un servizio civile uguale per tutti. C’è chi lo vive come un ponte verso il lavoro, chi come un anno sabbatico pieno di significato, chi come un’esperienza che cambia la vita senza fare rumore. Quello che conta è che ti dia qualcosa di vero. Un ricordo, una competenza, una consapevolezza, una relazione. Qualcosa che ti resta. Informati, ascolta te stesso, guarda i progetti, fai domande. E poi… fai quel primo passo.

Alcune risorse utili per iniziare:

Sito ufficiale del Dipartimento

Piattaforma DOL per inviare la candidatura

Portale informativo per orientarsi tra i progetti

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I pezzi a firma Alpha Orienta sono curati dalla redazione.
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