Studiare all’estero con un master: Paesi più richiesti e programmi internazionali

Una panoramica dei Paesi più scelti, i percorsi internazionali più validi e gli elementi da valutare prima di partire per un master all’estero

di Lucia Resta
2 settembre 2025
1 MIN READ

Non si parte solo per aggiungere una riga sul curriculum. Si parte perché, a un certo punto, dentro scatta qualcosa. La voglia di scoprire cosa c’è oltre il proprio orizzonte, di capire chi si è davvero quando si è lontani da tutto quello che si conosce.

Spesso la decisione arriva piano, quasi in punta di piedi. A volte nasce da una curiosità che non ti lascia in pace, altre da un sogno tenuto nel cassetto troppo a lungo. C’è chi sogna di sedersi in un’aula di un’università prestigiosa, chi vuole finalmente sentirsi a proprio agio in inglese, chi cerca un percorso più moderno, più pratico, più vicino alle proprie passioni. 

Ma sotto sotto, il desiderio è sempre lo stesso: fare un’esperienza che lasci il segno, che cambi il modo di vedere il mondo — e magari anche se stessi. Un master all’estero diventa così molto più di un percorso di studio. È un viaggio che trasforma, che ti mette davanti a sfide vere, che ti fa crescere in modi che prima non avresti saputo immaginare.

Sempre più studenti italiani scelgono di partire, e lo fanno per tante ragioni diverse. Perché vogliono accedere a università che offrono metodi di insegnamento più dinamici. Perché cercano ambienti dove la ricerca dialoga con il mondo reale. Perché sentono che l’esperienza internazionale è ormai quasi un requisito, più che un plus, se si vuole costruire una carriera solida — soprattutto fuori dai confini nazionali. Ma la verità è che, oltre ai vantaggi accademici e professionali, c’è un guadagno più profondo: quello personale.

Stare lontani da casa, gestire tutto da soli, stringere amicizie con persone che vengono da culture completamente diverse… tutto questo cambia il modo di pensare, di lavorare, di affrontare la vita.

Questo articolo nasce proprio per accompagnarti in questa riflessione. Non troverai solo un elenco di università famose o programmi prestigiosi, ma una panoramica autentica dei Paesi più scelti, dei percorsi internazionali più validi e degli elementi da valutare prima di prendere una decisione così importante. Perché partire per un master all’estero non è solo una scelta di studio. È una scelta di vita.

Perché studiare all’estero per un master

C’è un momento in cui inizi a sentire che quello che hai fatto finora non basta più. Hai finito gli studi, o magari stai per farlo, e ti rendi conto che vorresti qualcosa di più. Non solo un titolo in più, ma un’esperienza che ti metta davvero in movimento. Che ti scuota un po’. Che ti porti altrove — dentro e fuori di te. Un master all’estero è spesso proprio questo: un salto. Non sempre facile, ma quasi sempre necessario per chi sente di volere di più. È una scelta che nasce da una fame di possibilità. Dalla voglia di crescere, di uscire dai confini mentali prima ancora che da quelli geografici.

Un’esperienza che cambia la persona, non solo il curriculum

Chi parte per un master in un altro Paese lo scopre quasi subito: non è solo questione di esami, libri o aule nuove. È il quotidiano che cambia. Fare la spesa in una lingua diversa, trovare casa dall’altra parte del mondo, imparare ad ascoltare punti di vista completamente diversi dai propri — sono tutte cose che, all’inizio, possono spaventare. Ma poi diventano parte di te. Ti formano, ti rafforzano, ti rendono più aperto e più pronto. Non solo al lavoro, ma alla vita.

Ti accorgi che impari anche fuori dall’università: nelle chiacchiere con i compagni di corso, nei weekend fuori porta, nei silenzi della nostalgia, nella fatica di capire e farti capire.

È un processo che ti rende indipendente, sveglio, flessibile. E tutto questo, prima ancora dei voti o dei diplomi, è ciò che davvero fa la differenza quando ti affacci al mondo del lavoro.

Competenze che valgono ovunque

Sul piano pratico, poi, studiare all’estero ti espone a metodi di insegnamento spesso più interattivi, concreti, con un dialogo costante tra teoria e pratica.
In molte università internazionali i corsi sono pensati per rispondere a quello che succede nel mondo reale: casi aziendali, project work, stage integrati.
Non sei più solo uno studente che ascolta, ma una persona che partecipa, che costruisce già qualcosa mentre impara.

In più, ci sono le lingue. L’inglese (e magari anche una terza lingua) smette di essere una materia da studiare per diventare uno strumento quotidiano. Lo usi per vivere, per scrivere mail, per discutere, per risolvere problemi. E questo, inutile negarlo, pesa tantissimo sul piano occupazionale: parlare fluentemente una lingua straniera non è un bonus, è una chiave che apre molte più porte.

Una rete che resta nel tempo

Un altro motivo che spinge molti a partire è la possibilità di costruire relazioni durature e preziose. Durante un master all’estero si incontrano persone da ogni parte del mondo, con storie e ambizioni diverse. A volte diventano amici, altre volte colleghi, a volte addirittura soci in progetti futuri. Quella rete, costruita in aule lontane da casa, può accompagnarti per anni. Perché chi ha vissuto la stessa esperienza, lontano dalle sicurezze, spesso resta legato da un’intesa profonda.

Un modo per disegnare il proprio percorso, non seguirne uno già fatto

Forse la cosa più importante è questa: studiare all’estero ti costringe a scegliere, a prendere posizione, a definire meglio cosa vuoi. Non sei più dentro un percorso predefinito. Devi informarti, capire quale università fa per te, quale città, quale programma. E già solo questo ti cambia: ti obbliga a pensare in avanti, a fare scelte che parlano di te e di quello che stai cercando. Chi ha fatto un master all’estero raramente dice: “È stato facile”. Ma quasi tutti, dopo, dicono: “È stato fondamentale”.

I Paesi più richiesti: panoramica e caratteristiche

Quando inizi a pensare davvero all’idea di fare un master all’estero, una delle prime domande che ti arriva addosso è: “Dove vado?”. Non è una domanda semplice. Perché ogni Paese ha il suo modo di insegnare, di accogliere, di vivere l’università — e ognuno trasmette un’energia diversa.

La verità è che non esiste una meta “giusta” per tutti, ma ci sono alcune destinazioni che da anni attraggono più studenti di altre. Per la qualità dei programmi, per le opportunità professionali, per lo stile di vita. Vediamole, una alla volta. Non come schede tecniche, ma come luoghi che potresti davvero scegliere di chiamare “casa” per un po’.

Stati Uniti – Il sogno (ancora) americano

Se pensi a un master all’estero, probabilmente gli USA sono tra le prime mete che ti vengono in mente. Le università americane rappresentano ancora, per molti, il punto più alto dell’istruzione globale: Harvard, MIT, Stanford… ma anche tante altre realtà meno note eppure straordinarie. Qui la parola d’ordine è flessibilità. Puoi costruirti il percorso quasi su misura, scegliere corsi, cambiare direzione, esplorare. C’è una forte connessione col mondo del lavoro, con stage e tirocini integrati nei programmi, e un’enfasi costante sull’impact: cosa puoi costruire con ciò che stai imparando? Certo, il rovescio della medaglia c’è: i costi sono spesso alti. Ma esistono anche molte borse di studio, programmi di assistentato, agevolazioni per studenti internazionali. E poi c’è un altro aspetto: una volta lì, tutto sembra possibile. È un Paese che ti sfida e ti spinge, anche se non è sempre facile.

Regno Unito – Intensità e prestigio

Londra, Oxford, Edimburgo, Manchester… Il Regno Unito resta una delle mete più scelte, soprattutto per chi vuole fare un master in tempi rapidi: qui, infatti, la maggior parte dei percorsi dura solo un anno. È una formazione intensa, concentrata, che ti costringe a dare il massimo. Ma per molti è un vantaggio: risparmi tempo, spesso anche denaro, e ti inserisci prima nel mondo del lavoro. Il livello accademico è altissimo. Le università britanniche sanno coniugare rigore e apertura mentale, tradizione e innovazione. Dopo la Brexit, però, sono cambiate alcune regole: le tasse per gli studenti europei sono salite, e il visto è diventato necessario. Tuttavia, restano molte opportunità, soprattutto in settori come economia, diritto, scienze sociali e creatività.

Germania – Qualità (quasi) gratuita

Per chi cerca un’istruzione solida senza spendere una fortuna, la Germania è spesso la risposta. Molti corsi, anche di master, non prevedono tasse universitarie (o richiedono solo un contributo simbolico), soprattutto negli atenei pubblici. Ma il vantaggio non è solo economico. Le università tedesche sono forti, strutturate, molto attente all’applicabilità delle competenze. In settori come ingegneria, scienze, tecnologia e sostenibilità, sono tra le migliori d’Europa. E anche se il tedesco può spaventare, esistono tantissimi corsi in inglese, pensati apposta per studenti internazionali. Studiare in Germania significa anche vivere in città giovani, dinamiche e ben collegate, dove la qualità della vita è alta — Berlino, Monaco, Amburgo, ma anche città più piccole e accoglienti.

Paesi Bassi – L’equilibrio intelligente

Negli ultimi anni, i Paesi Bassi sono diventati una delle mete più amate dagli studenti italiani.
Il motivo? Hanno trovato un equilibrio intelligente tra qualità accademica, apertura internazionale e accessibilità. Quasi tutti i master sono in inglese, anche in ambiti che altrove sono ancora legati alla lingua locale. Le università sono orientate al mondo reale, con un forte focus su lavoro di gruppo, pensiero critico e approccio interdisciplinare. Vivere lì vuol dire godere di città a misura di persona — come Amsterdam, Utrecht o Rotterdam — e di un ambiente molto inclusivo. Gli olandesi parlano inglese perfettamente e il senso pratico del Paese si riflette anche nella vita universitaria: tanta autonomia, ma anche tanto supporto.

Canada – Accoglienza e opportunità

Se cerchi un ambiente accademico di alto livello ma anche un luogo in cui sentirti davvero accolto, il Canada è una delle opzioni migliori. Università come Toronto, McGill o UBC offrono programmi eccellenti, molti dei quali incentrati sull’innovazione, la ricerca e lo sviluppo sostenibile. Ma il vero punto di forza è il Paese in sé. Il Canada è multiculturale, aperto, sicuro. Il governo supporta gli studenti internazionali anche dopo gli studi, offrendo permessi di lavoro post-laurea e percorsi di immigrazione semplificati per chi vuole restare. È una destinazione ideale per chi cerca non solo una formazione, ma una possibilità concreta di costruirsi una vita altrove.

Australia – Oltre l’altro emisfero

Lontana? Sì. Ma anche incredibilmente affascinante. L’Australia è una meta che attrae chi non ha paura di fare un vero salto — geografico, culturale, personale. Università come Sydney, Melbourne o ANU sono tra le migliori al mondo, soprattutto in campi legati a ambiente, medicina, design e nuove tecnologie. I master durano spesso 1 o 2 anni, e includono progetti pratici, ricerche sul campo, e spesso anche periodi di lavoro. La vita universitaria è dinamica, e il Paese offre visti post-studio che permettono di restare a lavorare per diversi anni. Chi parte per l’Australia non cerca solo un master: cerca un’esperienza di vita piena, intensa, fuori dagli schemi.

Dove andare?

Ogni Paese ha qualcosa di unico da offrire. La domanda non è tanto “Qual è il migliore?”, ma piuttosto: Qual è quello giusto per te, adesso? Quello che si avvicina di più a come vuoi studiare, vivere, crescere. E a come immagini — o sogni — il tuo futuro.

I master internazionali più richiesti

Quando si pensa a un master all’estero, non si tratta solo di scegliere un Paese o una città. C’è un altro nodo fondamentale: Cosa studio davvero? Perché in un mondo che cambia continuamente, anche l’idea di “specializzarsi” ha preso nuove forme. I master internazionali oggi non sono più solo il “passaggio successivo” dopo la laurea. Spesso sono una seconda scelta consapevole, una svolta personale, o un’occasione per ripartire da qualcosa che davvero ti somiglia.

C’è chi li sceglie per specializzarsi ancora di più in ciò che ama. Ma c’è anche chi, dopo anni di studio o di lavoro, capisce di voler cambiare strada — e usa il master proprio per farlo. Per sporcarsi le mani in un campo nuovo. Per rimettersi in gioco, stavolta con più chiarezza, più coraggio.

I percorsi che trovi qui sotto non sono “i più famosi” solo per prestigio o nome. Sono quelli che, negli ultimi anni, hanno parlato davvero a tante persone in cerca di direzione, senso, concretezza. Perché rispondono a bisogni veri: del mondo che cambia, delle aziende che cercano nuove figure, ma soprattutto delle persone che vogliono crescere davvero.

MBA – Master in Business Administration

L’MBA è forse il master internazionale per eccellenza. È quello che scegli quando hai già qualche anno di esperienza lavorativa e vuoi dare una svolta netta alla tua carriera. Si studia management, strategia, leadership, ma anche come prendere decisioni complesse, come gestire team, come navigare mercati globali.
Le business school che lo offrono sono spesso vere e proprie fucine di futuro: Harvard, Wharton, INSEAD, London Business School… ma ce ne sono anche molte altre, meno note, ma con programmi eccellenti.
Il bello di un MBA non è solo cosa impari, ma con chi lo fai: ti trovi fianco a fianco con professionisti che arrivano da tutto il mondo, con background diversissimi. E anche questo ti cambia: impari da loro tanto quanto dai docenti.

Master in Economia, Finanza e Management

Se hai una formazione economica o aziendale, e vuoi approfondire con una specializzazione solida e spendibile, questo tipo di master può essere la scelta giusta. Le università europee sono forti in questo ambito: Bocconi, LSE, HEC Paris, ma anche Rotterdam, St. Gallen, ESADE. Si lavora spesso su casi reali, su analisi di mercato, su modelli economici applicati. I percorsi sono intensi, e spesso portano direttamente verso carriere in banche internazionali, società di consulenza, grandi aziende tech o startup globali.
È un master per chi ama i numeri, ma anche per chi vuole prendere decisioni che abbiano impatto reale.

Master in ambito STEM – Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica

In un mondo sempre più guidato dalla tecnologia e dall’innovazione, i master in ambito STEM non solo sono richiesti: sono necessari. Che tu voglia lavorare su intelligenza artificiale, energia rinnovabile, biotecnologie o data science, c’è un programma che può darti le basi giuste.

Le università top? MIT, ETH Zurigo, TU Delft, Politecnico di Milano, Imperial College. Ma anche tante altre meno conosciute offrono corsi all’avanguardia. Questi percorsi spesso includono laboratori avanzati, ricerche pratiche e collaborazioni dirette con aziende e centri di sviluppo. Il carico di studio è alto, ma il potenziale che ti porti a casa è enorme.

Master in Relazioni Internazionali, Politiche Globali e Studi Europei

Se il tuo sogno è lavorare per un’organizzazione internazionale, in diplomazia, nei diritti umani, o nel mondo delle ONG, ci sono programmi pensati esattamente per questo. Studiare in Sciences Po, Johns Hopkins SAIS, LSE, Geneva Graduate Institute o in università vicine alle grandi istituzioni (come Bruxelles o Strasburgo) significa essere nel cuore della politica internazionale.

Si lavora su temi concreti: migrazioni, conflitti, cooperazione internazionale, ambiente, diritti digitali. E spesso il percorso include stage, missioni sul campo, o progetti con enti reali. È il master per chi vuole capire il mondo, per poi cercare di cambiarlo.

Master in Arte, Design, Architettura e Moda

Non tutti i master parlano la lingua della finanza o della tecnologia. Alcuni parlano la lingua dell’immaginazione, della forma, del bello che diventa progetto. Per chi lavora in ambito creativo, un master può essere un’occasione unica per sperimentare, confrontarsi, trovare un proprio linguaggio, costruire un portfolio forte.
Le scuole più scelte? Domus Academy, Royal College of Art, Central Saint Martins, ECAL, Politecnico di Milano, Parsons School of Design.
Qui non si fanno solo lezioni: si costruiscono oggetti, si raccontano idee, si vive in spazi condivisi dove l’ispirazione circola. Molti programmi prevedono collaborazioni con brand, aziende, musei e studi internazionali, e ti proiettano subito dentro il settore che ami.

E quindi? Come si sceglie?

Ogni master ha una sua “anima”. Sceglierlo non è solo una questione di carriera, ma anche di identità: In cosa voglio diventare davvero bravo? Quale mondo voglio abitare ogni giorno, quando mi sveglio? Per qualcuno sarà la gestione di una multinazionale, per altri la ricerca scientifica, per altri ancora il linguaggio visivo. Quello che conta è che la scelta risuoni con chi sei — o con chi stai diventando.

Criteri per scegliere il master e il Paese giusto

Arriva sempre, prima o poi, il momento in cui ti rendi conto che non puoi più scegliere “in generale”. Serve prendere una direzione. Non solo parto o non parto, ma dove? cosa studio? e perché proprio lì, proprio quello? È lì che cominciano le vere domande. E no, non c’è una risposta universale. Ma ci sono alcuni criteri che — se ascoltati bene — ti aiutano a capire cosa fa davvero per te.

I tuoi obiettivi (quelli veri)

Fermati un attimo. Non per pensare a cosa “conviene”, ma a cosa vuoi tu, davvero.
Vuoi crescere nel tuo settore? Cambiarlo? Approfondire una passione che hai trascurato?
Ci sono master per avanzare nella carriera, altri per reinventarsi, altri ancora per scoprire qualcosa di completamente nuovo. E non sono meno validi. Il punto è: che tipo di professionista (e di persona) vuoi diventare?

La lingua del programma (e la tua relazione con le lingue)

Sembra banale, ma non lo è: la lingua del corso può cambiare tutto. Un master in inglese è spesso la scelta più comune, ma anche quello può avere livelli molto diversi: letture accademiche, discussioni, presentazioni, esami orali. Sei pronto a sostenere tutto questo senza tradurre mentalmente ogni frase?

E poi: ti piacerebbe, magari, imparare una nuova lingua vivendo lì? In alcuni Paesi — come Germania, Francia, Olanda — puoi frequentare in inglese e allo stesso tempo imparare la lingua locale. È una sfida in più, ma anche una risorsa che resta per sempre.

Costi, borse di studio e qualità della vita

Un master all’estero è un investimento. E come ogni investimento, va pensato con lucidità.
Non si tratta solo delle tasse universitarie, ma anche del costo della vita nel Paese che scegli: affitti, trasporti, cibo, libri, sanità.

La buona notizia è che ci sono moltissime borse di studio: offerte dalle università, dai governi locali o da enti privati. A volte coprono solo una parte, a volte tutto. E in alcuni Paesi, come la Germania o i Paesi Bassi, i costi sono molto più bassi di quanto ci si aspetti. Non serve essere ricchi per studiare fuori. Serve informarsi bene, muoversi con anticipo e credere nel proprio progetto.

Il Paese: stile di vita, cultura, prospettive

Ogni Paese ha un suo modo di vivere l’università. E una sua atmosfera. In Olanda l’università è molto orizzontale: professori e studenti si danno del tu. Negli Stati Uniti l’impegno richiesto è alto, ma anche le possibilità sono enormi. In UK il percorso è veloce, rigoroso, intensivo. In Canada potresti scoprire un’accoglienza inaspettata.
Insomma: scegli anche il contesto, non solo l’ateneo. Ti vedi vivere lì? Riusciresti a sentirti a casa, almeno un po’?
Ricorda: per quanto il master sia importante, vivrai dentro un quotidiano fatto anche di autobus, supermercati, coinquilini, silenzi e caffè presi in giro. Scegli un luogo che parli anche alla tua parte umana.

Gli sbocchi dopo il master

Che cosa succede dopo? Alcuni master sono molto teorici, altri più orientati al lavoro. Alcuni Paesi offrono permessi di soggiorno post-laurea, altri no. Chiediti: vuoi tornare in Italia, o ti piacerebbe fermarti un po’ dove studi? Vuoi continuare con un dottorato o iniziare a lavorare subito? Guarda le storie di chi ha frequentato prima di te. Dove sono finiti? Che tipo di carriera hanno costruito? Spesso è lì che trovi indizi importanti sulla direzione in cui quel master ti porterà.

La scelta migliore è quella che ti somiglia. Alla fine, non c’è una formula esatta. Non c’è un master “perfetto”, né un Paese “giusto per tutti”. C’è solo il percorso che parla a te, ai tuoi sogni, al tuo modo di vedere il mondo. E la cosa bella è che non serve avere tutto chiaro da subito. Basta iniziare ad ascoltarsi. A informarsi. A scegliere con un po’ più di coraggio e un po’ meno paura.

I programmi internazionali per studiare all'estero con un master

Se vuoi fare un master all’estero, esistono diversi programmi internazionali strutturati pensati per studenti che vogliono vivere un’esperienza di studio completa, con mobilità, finanziamenti e supporto dedicato. Questi programmi non sono semplicemente “master”, ma iniziative coordinate da enti, governi o università che ti offrono un percorso di qualità e spesso anche una borsa di studio. Vediamo quali sono i principali programmi internazionali da considerare. Questi programmi sono spesso legati a scadenze molto precise. Quindi se senti che uno di questi programmi potrebbe essere il tuo, inizia a muoverti presto. Non aspettare che “qualcuno ti spieghi come si fa”. Cerca, scrivi, chiedi, prova.

Erasmus Mundus Joint Master Degrees (EMJMD) – Europa + mondo

  • Cos’è: un programma dell’Unione Europea che offre master con mobilità integrata in almeno due Paesi diversi.
  • Durata: 1-2 anni.
  • Cosa offre: borsa di studio completa (tasse, viaggio, assicurazione, vitto e alloggio).
  • In cosa è speciale: Studi in università diverse durante lo stesso master, con compagni da tutto il mondo.
  • Esempi: Master in Migration Studies, Sustainable Development, Data Science ecc.
  • Info: https://erasmus-plus.ec.europa.eu

Fulbright Program – Stati Uniti

  • Cos’è: programma di scambio culturale finanziato dal governo USA per studenti meritevoli.
  • Cosa offre: borse di studio per master (e anche ricerca e dottorato) nelle università statunitensi.
  • Chi può candidarsi: laureati italiani con un progetto chiaro e un forte profilo accademico.
  • In cosa è speciale: prestigio altissimo e network globale di ex studenti.
  • Info: https://www.fulbright.it

Chevening Scholarships – Regno Unito

  • Cos’è: programma del governo britannico per futuri leader e professionisti.
  • Cosa offre: Master di un anno in UK, con copertura totale (tasse, volo, alloggio, stipendio mensile).
  • Requisiti: laurea, almeno 2 anni di esperienza lavorativa (anche stage), buon inglese.
  • In cosa è speciale: focus su leadership e impatto sociale.
  • Info: https://www.chevening.org

DAAD – Germania

  • Cos’è: il servizio tedesco per lo scambio accademico.
  • Cosa offre: borse per master in lingua inglese o tedesca in università pubbliche (quasi gratuite).
  • Chi può partecipare: laureati di ogni disciplina, anche senza conoscenza del tedesco.
  • In cosa è speciale: ampio supporto, altissima qualità accademica.
  • Info: https://www.daad.de

Eiffel Excellence Scholarship – Francia

  • Cos’è: borsa di studio del governo francese per master e dottorati in Francia.
  • Cosa copre: stipendio mensile, viaggio, assicurazione, ma non le tasse universitarie (che però in Francia sono basse).
  • Chi può candidarsi: studenti stranieri con ottimi risultati accademici.
  • Info: https://www.campusfrance.org

MEXT – Giappone

  • Cos’è: programma del governo giapponese per studenti internazionali.
  • Cosa offre: borse per master e ricerca in università giapponesi.
  • Lingua: in inglese o giapponese.
  • Cosa copre: tasse, stipendio mensile, biglietto aereo, alloggio.
  • Info: tramite l’ambasciata giapponese in Italia.

AAS (Australia Awards Scholarships)

  • Cos’è: programma del governo australiano per promuovere lo sviluppo internazionale.
  • Chi può accedere: più orientato a Paesi in via di sviluppo, ma esistono borse offerte direttamente dalle università australiane.
  • Esempio: la Monash University, ANU, University of Sydney offrono borse per studenti internazionali.

Programmi delle singole università

Molte università di livello internazionale hanno programmi master integrati internazionali, spesso con doppia laurea (double degree) o percorsi “intercampus” (es. un semestre in sede, uno all’estero).

Esempi:

  • Sciences Po – Dual degrees con Columbia, LSE, Fudan
  • Bocconi – Double Degree con università europee e asiatiche
  • TU Delft – Joint programs con università tecniche tedesche o nordiche

Consiglio pratico

Quando cerchi un master all’estero, cerca le voci “international joint degree”, “fully funded master’s program”, “scholarship opportunities for international students”. Molti programmi non sono pubblicizzati come “borse Erasmus” ma offrono ugualmente finanziamenti, agevolazioni o posti prioritari per studenti non locali.

Borse di studio e finanziamenti: quando il merito (e il coraggio) vengono sostenuti

Una delle prime domande che arriva — dopo l’entusiasmo iniziale — è semplice e diretta: “Ma come faccio a permettermelo?”. E la verità è che sì, studiare all’estero ha un costo. A volte importante. Ma la verità più grande è un’altra: non devi essere ricco per partire. Devi essere preparato. E crederci abbastanza da cercare le strade giuste.

Oggi ci sono tantissimi strumenti per aiutare chi ha talento, motivazione, idee. E molte realtà — pubbliche e private — sono disposte a sostenerti se dimostri che quello che vuoi fare ha senso, valore e visione. Ecco alcune delle vie più concrete da cui partire.

Borse di studio offerte dalle università

Molte università all’estero, soprattutto quelle anglosassoni e del Nord Europa, offrono borse di studio direttamente ai candidati internazionali. Alcune coprono le tasse universitarie, altre anche vitto, alloggio, o addirittura l’intero costo del percorso.

Spesso non servono voti da astronauta: quello che cercano è coerenza, motivazione, e un progetto chiaro. Il consiglio è semplice: leggi attentamente i siti delle università, scrivi mail, chiedi tutto ciò che ti serve per capire. Non c’è niente di male nel chiedere. È così che si inizia a costruire davvero il proprio percorso.

Prestiti agevolati e finanziamenti alternativi

Se le borse non bastano, esistono anche prestiti pensati apposta per studenti internazionali.
Alcuni ti permettono di iniziare a restituire solo dopo aver trovato lavoro. Altri sono garantiti da fondazioni o dallo Stato. In Italia, ad esempio, ci sono accordi tra banche e università (come quelli con Intesa Sanpaolo o UniCredit) che offrono prestiti d’onore a tasso agevolato. In altri Paesi esistono startup specializzate in finanziamenti per studenti globali (come Prodigy Finance o MPOWER).

Attenzione: un prestito non è una vergogna. È un ponte. Se fatto con consapevolezza, può aiutarti ad accedere a un’opportunità che altrimenti sarebbe irraggiungibile. Non è una questione di fortuna. È una questione di strumenti. Certo, avere una famiglia che ti sostiene aiuta. Ma non è l’unico modo per riuscirci. Chi parte per un master internazionale spesso ha cercato per settimane, ha scritto decine di lettere motivazionali, ha partecipato a selezioni, ha chiesto pareri, si è buttato senza sapere come sarebbe andata. Non sempre è facile, ma spesso è possibile. Se quello che vuoi costruire ha senso, troverai qualcuno disposto a crederci insieme a te. E a quel punto, il passo più difficile — quello di dire “Ci provo” — l’avrai già fatto.

Da dove cominciare: la checklist pratica

Lo slancio emotivo è prezioso, però serve un piano chiaro per trasformare il sogno in realtà. Ecco una mini‑roadmap:

  1. Segna una data sul calendario – oggi. Decidi l’anno accademico in cui vuoi partire e conta al contrario: servono almeno 12 mesi di anticipo per fare tutto con calma.
  2. Scegli 5‑6 programmi “papabili”. Non di più, così restano gestibili. Per ognuno annota: requisiti d’ingresso, costo totale, scadenze, borse disponibili.
  3. Fai il punto sul budget. Scrivi su un foglio quanto potresti coprire da solo (risparmi, famiglia), quanto potresti coprire con borse, e quanto – se serve – con un prestito agevolato. Vedere numeri concreti aiuta a ridurre l’ansia.
  4. Blocca l’esame di lingua. IELTS, TOEFL o il test richiesto dal programma: prenotalo subito, anche se ti sembra presto. Se va male, hai tempo per ripeterlo.
  5. Cura i documenti chiave:
    – CV in formato internazionale (una pagina ben strutturata).
    – Personal statement: racconta cosa ti ha portato qui e dove vuoi andare.
    – Lettere di referenza: chiedile ai prof o ai capi con anticipo; serve tempo anche a loro.
  6. Mappa le borse di studio. Crea un foglio (Excel, Notion, quello che preferisci) con: nome borsa, copertura, scadenza, link. Ordinale per priorità e metti promemoria sul telefono.
  7. Prepara il “piano B”. Se una borsa non arriva, hai già l’alternativa? Una borsa parziale, un prestito d’onore, un crowdfunding mirato. Avere un backup riduce lo stress.
  8. Keep calm & invia le candidature. Ogni application richiede tempo e pazienza: rileggi tutto, chiedi a un amico di fare proofreading, invia con un leggero anticipo sulla scadenza (i portali online possono impallarsi proprio all’ultimo).
  9. Visa, assicurazioni, alloggio. Quando arriva l’ammissione, parti subito con la burocrazia: consolato, documenti sanitari, copertura medica, ricerca casa. È noioso, ma farlo presto ti fa risparmiare soldi e mal di testa.
  10. Festeggia ogni piccolo passo. Ogni documento inviato, ogni esame superato: celebra. È il modo migliore per non perdere entusiasmo lungo la strada.

Ricorda: non serve fare tutto in un giorno, serve farlo con costanza. Segna le tappe, spunta le caselle, e ogni settimana avrai la sensazione concreta di avvicinarti alla partenza.

Partire non è solo andare via

Alla fine, studiare all’estero con un master non è semplicemente trasferirsi in un altro Paese.

È qualcosa che succede prima — quando cominci a farti domande più grandi — e continua dopo — quando ti accorgi che non sei più esattamente la stessa persona di quando sei partito.

Non è una scelta per tutti. Ma se ti ha anche solo sfiorato l’idea, è perché dentro di te c’è qualcosa che spinge. Una voglia di crescere, di vedere oltre, di metterti in gioco per davvero.

E no, non serve avere tutto sotto controllo da subito. Nessuno ce l’ha. Serve però cominciare. Fare il primo passo. Leggere, chiedere, informarsi. E poi un giorno — magari in modo quasi silenzioso — decidere che sì, ci provi davvero.

Studiare fuori può aprirti porte, certo. Ma soprattutto può aprirti gli occhi: sul mondo, sugli altri, su di te. E qualunque cosa succeda dopo, quell’esperienza resta. Resta nella lingua che parli con più sicurezza, nei modi nuovi in cui pensi, in certe amicizie che non si spiegano nemmeno più in una sola lingua.

Quindi se stai pensando di partire, anche solo vagamente… prenditi sul serio. Non come chi deve “dimostrare” qualcosa, ma come chi ha il diritto di scegliere in grande. E poi, un giorno, guardarti indietro e dire: “Ho avuto paura. Ma l’ho fatto lo stesso”.

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