A metà settembre, mentre per i corsi di Medicina in italiano è partito il nuovo semestre filtro, centinaia di studenti e studentesse da ogni parte del mondo si ritroveranno nelle aule e nei centri d’esame per affrontare una sfida che non ha cambiato volto: l’IMAT, il test nazionale che seleziona chi vuole studiare Medicina e Chirurgia in inglese nelle università italiane.
Il 17 settembre 2025, in un solo giorno, i candidati si giocheranno l’accesso a un percorso accademico che negli anni ha attirato sempre più attenzione: laurearsi in Italia con una formazione completamente in inglese, in un contesto internazionale ma radicato nella tradizione della didattica e della ricerca medica del nostro Paese. È un esame rapido e serrato – 60 domande in 100 minuti – che richiede metodo, velocità e una preparazione scientifica solida, ma anche ragionamento critico e capacità di gestire la pressione.
In questa guida raccogliamo tutto ciò che serve sapere sull’IMAT: come è strutturato, quali sono le università che lo utilizzano, come ci si iscrive e perché rappresenta oggi una delle vie più interessanti per chi punta a una carriera medica con respiro internazionale.
Cos’è l’IMAT: natura, funzione e stato attuale
L’IMAT è il passaggio obbligato per chi vuole studiare Medicina e Chirurgia, Odontoiatria o Veterinaria in lingua inglese in Italia, un’opzione sempre più scelta da chi cerca fin da subito un percorso accademico internazionale. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha fissato le regole per l’anno accademico 2025-2026 con il decreto 599 del 7 agosto, confermando struttura e calendario della prova. Le iscrizioni si sono svolte tra fine agosto e il 9 settembre, lasciando pochi giorni di attesa ai candidati prima della prova di mercoledì 17 settembre.
Il cuore dell’IMAT resta invariato: 60 domande a risposta multipla in 100 minuti, una prova rapida e serrata pensata per mettere alla prova conoscenze e capacità di ragionamento. Ogni quesito ha cinque opzioni, con una sola risposta corretta. Si tratta quindi un test selettivo ma trasparente: tempi e punteggi sono fissati in anticipo, e ogni candidato sa esattamente come sarà valutato.
Chi può partecipare
L’IMAT non ha barriere ingiustificate: è pensato per chiunque abbia il titolo di studio necessario e desideri studiare Medicina, Odontoiatria o Veterinaria in inglese in Italia, che si sia italiano, cittadino europeo o extra-UE. Il decreto 599 chiarisce chi sono i candidati ammessi, senza discriminazioni, ma con alcune regole da rispettare. Ecco come:
- possono concorrere i candidati dai Paesi dell’Unione Europea e quelli dei Paesi non UE definiti dalla legge (articolo 26 della legge n. 189/2002);
- anche coloro che vivono fuori dall’Europa possono partecipare, purché siano utilmente collocati nella graduatoria riservata ai candidati non UE residenti all’estero;
- non serve passare dal “semestre filtro”: l’accesso tramite l’IMAT è indipendente da quella nuova procedura pensata per i corsi in italiano;
- è richiesto un titolo di studio che permetta l’accesso all’università: generalmente un diploma di scuola secondaria superiore valido, riconoscibile in Italia. Se il titolo è estero, può essere necessario che sia riconosciuto equipollente in Italia.
In breve: se hai la maturità (o titolo equivalente), sei cittadino UE o extra-UE, rispetti le regole stabilite, puoi partecipare all’IMAT.
Regole per candidati con disabilità, invalidità o DSA
L’IMAT non lascia nessuno indietro: il decreto 599 prevede misure concrete affinché chi ha disabilità, invalidità o disturbi specifici dell’apprendimento possa sostenere la prova in condizioni eque, con il supporto necessario. Vediamo cosa prevede, da vicino. Prima di tutto, gli atenei sono obbligati ad organizzare la prova tenendo conto delle esigenze particolari dei candidati con invalidità certificata, con le disposizioni della legge 104/1992, oppure con diagnosi di DSA (Legge 170/2010). Questo in pratica si traduce in:
- tempo aggiuntivo: chi ha invalidità può ottenere fino al 50% in più di tempo rispetto al tempo standard (cioè i 100 minuti del test), mentre chi ha DSA può ricevere fino al 30% in più;
- ausili e strumenti compensativi: calcolatrice (non scientifica), lettore/tutor, supporti visivi o altri strumenti previsti dall’università in base al bisogno individuale;
- certificazioni richieste: i candidati devono presentare la certificazione o diagnosi che attesti la disabilità, l’invalidità o il DSA. Nel caso di DSA, la diagnosi dev’essere recente (entro 3 anni se rilasciata prima dei 18 anni, oppure successiva se dopo) e riconosciuta da strutture pubbliche o enti accreditati.
Altri dettagli che emergono dal decreto:
- per chi vive all’estero: le certificazioni straniere sono ammesse, ma bisogna che siano legalizzate (se richiesto dal Paese), tradotte giurate o certificate e riconosciute come equivalenti alle norme italiane;
- anche la documentazione non aggiornata per motivi legati a interruzioni del sistema sanitario (come quelle causate dal COVID-19) può essere accettata “con riserva”, ovvero con possibilità che l’ateneo chieda integrazioni successivamente.
Come funziona il test
L’IMAT è pensato per essere breve ma selettivo: 60 domande a risposta multipla da risolvere in 100 minuti. Non ci sono pause né sezioni separate: è una prova unica, che mette subito alla prova la capacità di concentrazione. Le domande coprono cinque aree, dal ragionamento logico alle scienze di base, con una distribuzione studiata per bilanciare competenze umanistiche e scientifiche:
- 4 quesiti per valutare comprensione del testo e conoscenze generali;
- 5 quesiti di logica e problem solving, per misurare velocità di ragionamento e analisi;
- 23 quesiti di biologia, il blocco più corposo, che copre i principali temi del programma di scuola superiore;
- 15 quesiti di chimica, dalla tavola periodica alle reazioni più comuni;
- 13 quesiti di fisica e matematica, per testare familiarità con calcoli, formule e principi di base.
Per ogni domanda bisogna scegliere tra cinque possibili risposte, una sola è corretta. Il sistema di punteggio è chiaro:
- 1,5 punti per ogni risposta corretta
- 0 per una risposta lasciata in bianco
- –0,4 per ogni errore.
Il punteggio massimo raggiungibile è 90 punti. C’è una soglia di idoneità: per entrare in graduatoria, i candidati italiani, europei e i non-UE residenti in Italia devono ottenere almeno 20 punti. Chi proviene da Paesi extra-UE e non risiede in Italia può concorrere anche con un punteggio inferiore, purché abbia risposto correttamente ad almeno una domanda.
Il risultato finale è il biglietto d’ingresso per accedere a una delle facoltà più selettive in Italia. La trasparenza del meccanismo, fissato ogni anno dal decreto ministeriale, è una delle caratteristiche che rendono l’IMAT un modello di selezione stabile, a differenza delle nuove formule introdotte per i corsi in italiano.
Le università italiane in cui si svolge l'IMAT il 17 settembre
L’IMAT è il passaporto per entrare in un network sempre più ampio di università italiane che hanno scelto di investire sui corsi in lingua inglese. Negli ultimi anni, l’offerta si è estesa da Nord a Sud, includendo atenei storici e poli di più recente internazionalizzazione, così da accogliere studenti da tutto il mondo e offrire agli italiani un contesto multiculturale senza dover emigrare per studiare medicina.
Per l’anno accademico 2025/2026, secondo il decreto ministeriale 599, le università che aderiscono all’IMAT sono:
- Università degli Studi di Bari
- Università degli Studi di Milano
- Università degli Studi di Milano-Bicocca
- Sapienza Università di Roma
- Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
- Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
- Università di Napoli Federico II
- Università di Bologna
- Università degli Studi di Torino
- Università degli Studi di Pavia
- Università degli Studi di Parma
- Università degli Studi di Siena
- Università degli Studi di Messina
- Università degli Studi di Padova
- Università Politecnica delle Marche (Ancona)
- Università degli Studi di Cagliari
- Università degli Studi di Catania
Questo elenco mostra un’espansione significativa rispetto agli anni passati: non più pochi poli pionieri, ma una rete capillare di università che hanno scelto di aprirsi all’internazionalizzazione. In alcune città, come Milano o Roma, sono presenti più atenei che offrono il corso in inglese, segno di una domanda crescente, mentre altre realtà, come Parma, Cagliari o Catania, rappresentano sedi più recenti, con percorsi pensati per attirare anche studenti stranieri.
Posti disponibili 2025
Capire quanti posti ci sono, dove sono e per quale categoria è fondamentale per definire una strategia: scegliere bene la sede, capire quanto si è “in gara” e per quale tipo di graduatoria.
Qui sotto trovi una tabella con i posti disponibili (Medicina & Chirurgia / Odontoiatria / Veterinaria) per vari atenei, divisi tra:
- UE + non-UE residenti in Italia
- Non-UE residenti all’estero
Università / Ateneo | Corso* | Posti UE / non-UE residenti in Italia | Posti non-UE residenti all’estero |
---|---|---|---|
Bari | LM-41 | 69 | 11 |
Bologna | LM-41 | 130 | 20 |
Cagliari | LM-41 | 80 | 20 |
Napoli “Vanvitelli” | LM-41 | 60 | 50 |
Catania | LM-41 | 0 | 60 |
Messina | LM-41 | 55 | 56 |
Milano (Statale) | LM-41 | 55 | 15 |
Milano-Bicocca (sede Bergamo) | LM-41 | 30 | 18 |
Napoli Federico II | LM-41 | 25 | 45 |
Padova (sede Venezia) | LM-41 | 75 | 25 |
Parma (sede Piacenza) | LM-41 | 75 | 45 |
Pavia | LM-41 | 103 | 40 |
Politecnica delle Marche (Ancona) | LM-41 | 20 | 60 |
Roma “La Sapienza” | LM-41 | 45 | 13 |
Roma “Tor Vergata” | LM-41 | 60 | 20 |
Torino (Orbassano) | LM-41 | 70 | 32 |
San Raffaele (Milano, privato) | LM-41 | 86 | 64 |
Campus Bio-Medico di Roma | LM-41 | 84 | 36 |
Campus Bio-Medico (MedTech, Roma) | LM-41 | 68 | 12 |
Bologna (Veterinaria, Ozzano) | LM-42 | 45 | 5 |
Roma “La Sapienza” (Odontoiatria) | LM-46 | 19 | 6 |
Siena (Odontoiatria) | LM-46 | 33 | 2 |
Cattolica del Sacro Cuore (Bolzano) | LM-41 | 50 | 10 |
Cattolica del Sacro Cuore (Roma) | LM-41 | 40 | 70 |
Humanitas University (Milano, privato) | LM-41 | 230 | 70 |
Iscrizioni
Le iscrizioni all’IMAT 2025 si sono svolte interamente online tra il 26 agosto e il 9 settembre: due settimane di tempo per completare una procedura precisa, senza possibilità di proroghe. Chi si è registrato ha dovuto seguire una serie di passaggi fissati dal decreto ministeriale 599:
- Registrazione su Universitaly
– Creazione di un account personale sul portale ministeriale universitaly.it con i dati anagrafici e conferma dell’indirizzo e-mail.
– Per i candidati con titoli di studio esteri, caricamento della documentazione necessaria per il riconoscimento o l’equipollenza. - Scelta dei corsi e degli atenei
– Ogni candidato ha dovuto selezionare, in ordine di preferenza, le università in cui desiderava concorrere.
– Questa scelta è vincolante: i posti vengono assegnati in graduatoria rispettando il punteggio e l’ordine delle preferenze. - Pagamento della tassa di iscrizione: contestualmente, è stato effettuato il pagamento della quota di partecipazione, da completare entro il termine del 9 settembre.
- Scelta della sede d’esame: gli atenei hanno reso disponibili sedi in tutta Italia e in diversi Paesi esteri, per permettere ai candidati internazionali di sostenere il test senza spostamenti eccessivi.
- Conferma dell’iscrizione: solo chi ha completato tutti i passaggi e ha visto registrato il pagamento ha potuto stampare il riepilogo, da presentare il giorno della prova con un documento d’identità valido.
In breve: chi leggerà ora queste righe ha già completato l’iscrizione o dovrà aspettare il prossimo bando. La fase di iscrizione è stata rapida, e ogni passaggio – dalla scelta delle preferenze al caricamento dei documenti – ha richiesto attenzione, perché errori o ritardi avrebbero significato restare fuori dalla prova del 17 settembre.
Il modo migliore per prepararsi all’IMAT
L’IMAT è un test breve, ma che concentra in poco più di un’ora e mezza una selezione durissima: per questo la preparazione conta quanto, se non più, delle conoscenze di partenza. Chi affronterà la prova il 17 settembre ha trascorso mesi – spesso un’estate intera – a studiare e a fare simulazioni, perché la difficoltà principale non è soltanto rispondere bene, ma rispondere bene in poco tempo.
Il Ministero pubblica ogni anno un programma ufficiale, contenuto nell’allegato al decreto, che riprende gran parte degli argomenti di scienze di base della scuola superiore. È la bussola da cui partire: chi conosce a memoria il programma ha già metà del lavoro fatto. Le domande di biologia e chimica coprono quasi due terzi del test e richiedono solide basi teoriche; logica, fisica e matematica completano il quadro e possono fare la differenza nei punteggi alti.
Ecco alcune strategie consolidate per affrontare l’IMAT:
- Partire dai test ufficiali: sul sito di Cambridge Assessment e su Universitaly sono disponibili le prove degli anni precedenti, utili per capire il livello di difficoltà, i tempi e lo stile delle domande.
- Creare un piano di studio mirato: dedicare più tempo a biologia e chimica, che pesano di più nel punteggio complessivo, senza trascurare logica e problem solving, dove molti candidati lasciano punti preziosi.
- Allenarsi al cronometro: la gestione del tempo è cruciale; fare simulazioni complete aiuta a mantenere la calma il giorno del test.
- Studiare in inglese: anche chi è madrelingua inglese trova utile ripassare termini scientifici e tecnici; per chi ha studiato sempre in italiano, abituarsi all’inglese delle scienze è fondamentale.
- Unire studio individuale e corsi mirati: manuali specifici su come superare il test IMAT, piattaforme online e corsi di preparazione possono aiutare a colmare lacune o a fare esercizio intensivo.
Molti studenti italiani scelgono di prepararsi all’IMAT con lo stesso approccio dei concorsi di Medicina in italiano, adattando però il materiale di studio in inglese. Per gli studenti stranieri, il vantaggio è spesso la familiarità con la lingua, ma il programma può risultare diverso da quello affrontato nei loro Paesi: anche per loro il lavoro sulle prove ufficiali è indispensabile.
L’IMAT premia chi arriva allenato, più che chi ha solo talento: la differenza tra un buon punteggio e l’ammissione si gioca spesso sulla capacità di rispondere rapidamente a domande che si conoscono davvero bene, lasciando da parte quelle troppo complesse per non perdere tempo prezioso.
Strategie post-test: come si entra davvero
Superare l’IMAT è solo il primo passo: il vero percorso di ammissione comincia dopo il test, quando entrano in gioco graduatorie, scorrimenti e scelte fatte al momento dell’iscrizione. È una fase che può durare settimane, e per molti candidati è persino più stressante dell’esame stesso.
La pubblicazione dei risultati
A pochi giorni dal test, il MUR pubblica su Universitaly i punteggi anonimi: ogni candidato può vedere il proprio voto identificandolo tramite il codice etichetta. Qualche giorno dopo, esce la graduatoria nominativa nazionale, che stabilisce il punteggio e la posizione di ciascuno.
Il sistema delle preferenze
Il meccanismo è semplice solo in apparenza: quando ci si iscrive all’IMAT, si indicano in ordine di preferenza le università a cui si vuole accedere. Questo ordine è vincolante: il sistema scorre la graduatoria assegnando posti in base al punteggio e alle preferenze, partendo dal candidato con il punteggio più alto.
Un esempio pratico:
- Se sei stato ammesso alla tua prima scelta, puoi immatricolarti subito.
- Se hai ottenuto un posto in una scelta “più bassa”, puoi accettarlo provvisoriamente e attendere gli scorrimenti per tentare di risalire verso una sede più ambita.
Gli scorrimenti: come funzionano
Gli scorrimenti sono riassegnazioni di posti che si liberano man mano che altri candidati rinunciano o si spostano su una sede preferita. Avvengono a cadenza regolare (di solito settimanale) e richiedono di monitorare costantemente Universitaly. È un gioco di pazienza: anche chi all’inizio è in una posizione svantaggiata può scalare la graduatoria nelle settimane successive.
L’immatricolazione
Chi ottiene un posto deve rispettare le scadenze fissate dall’ateneo per immatricolarsi. Non rispettare i termini significa perdere il posto, che torna disponibile per altri. Per chi è convinto della propria scelta, immatricolarsi subito è la mossa migliore; chi spera di salire di posizione può invece bloccare il posto ottenuto e attendere gli scorrimenti, purché segua attentamente il calendario.
Una fase cruciale
Per molti candidati, questa fase è un continuo bilanciamento tra strategie e nervi saldi: conoscere bene il funzionamento delle graduatorie è importante quanto aver studiato per il test. Chi si muove con attenzione e rapidità nelle procedure online spesso riesce a massimizzare le proprie possibilità, trasformando un buon punteggio in un’ammissione certa.
Studiare Medicina in inglese: vantaggi e difficoltà
Scegliere di studiare Medicina in lingua inglese in Italia è una decisione che va oltre l’esame d’ingresso: significa inserirsi in una realtà accademica diversa, costruita per attirare studenti da tutto il mondo e offrire agli italiani un percorso internazionale senza dover emigrare.
Negli ultimi anni, questi corsi hanno visto crescere costantemente le iscrizioni: sempre più studenti stranieri scelgono l’Italia per una formazione medica che unisce costi relativamente contenuti a standard riconosciuti a livello europeo. Allo stesso tempo, sempre più italiani considerano la laurea in inglese come un investimento per il futuro, soprattutto se immaginano una carriera di ricerca o specializzazione all’estero.
I vantaggi
- Un contesto internazionale: in aula si incontrano studenti provenienti da decine di Paesi diversi, con culture, percorsi e background scolastici differenti. Questa diversità è una palestra di apertura mentale e collaborazione, che si riflette anche nella pratica clinica.
- L’inglese come lingua di lavoro: studiare fin da subito in inglese permette di muoversi con più facilità in un mondo medico e scientifico dove la lingua internazionale è ormai imprescindibile. Pubblicazioni, congressi, protocolli: tutto è in inglese.
- Riconoscimento europeo del titolo: i corsi seguono lo standard europeo (LM-41), quindi la laurea è riconosciuta negli altri Paesi UE, aprendo strade di specializzazione e lavoro senza ulteriori passaggi.
- Docenti e programmi aggiornati: molti corsi in inglese sono progettati per attrarre anche professori e ricercatori internazionali, con un’attenzione particolare alla didattica interattiva e all’uso di laboratori avanzati.
Le difficoltà
- Carico linguistico: anche chi ha una buona padronanza dell’inglese può trovarsi in difficoltà con termini medici e scientifici specifici. Per alcuni studenti italiani, la lingua è una sfida iniziale che richiede mesi di adattamento.
- Competizione alta: l’IMAT attira migliaia di candidati da tutto il mondo per un numero di posti limitato. Questo rende il percorso di accesso selettivo e richiede una preparazione costante.
- Differenze culturali: per gli studenti stranieri, vivere e studiare in Italia è un’opportunità, ma anche un banco di prova: burocrazia, sistema sanitario e università possono essere complessi da navigare senza supporto.
- Costi maggiori in alcune sedi: sebbene le tasse universitarie siano inferiori rispetto a molti Paesi anglosassoni, alcune università private hanno rette più alte. Per questo è fondamentale informarsi su borse di studio e agevolazioni.
Studiare Medicina in inglese in Italia non è per tutti, ma per chi è pronto a mettersi alla prova offre un’esperienza formativa completa e un network internazionale già dai primi anni. Per molti studenti, questa scelta è il punto di partenza per una carriera globale; per altri, è il modo di vivere un’istruzione di qualità in un Paese che sta sempre più investendo in percorsi accademici aperti al mondo.
FAQ e curiosità
Serve un certificato di lingua inglese per iscriversi?
No, non è obbligatorio. Il test è in inglese, ma non richiede una certificazione formale come IELTS o TOEFL. Detto questo, un livello almeno B2 è praticamente indispensabile per seguire le lezioni e gli esami senza difficoltà.
Con la laurea ottenuta in Italia posso lavorare all’estero?
Sì. I corsi di Medicina in inglese sono LM-41, cioè lauree magistrali a ciclo unico riconosciute in tutti i Paesi UE. Questo rende più semplice spostarsi in Europa per specializzazioni o lavoro. Fuori dall’UE servono invece i riconoscimenti previsti dalle singole nazioni, ma la laurea italiana è considerata di buon livello internazionale.
Posso passare da un corso in inglese a uno in italiano (o viceversa)?
In linea teorica sì, ma non è semplice: servono posti disponibili, compatibilità dei piani di studio e autorizzazioni ministeriali. È più realistico rimanere nel percorso scelto fin dall’inizio.
Ci sono borse di studio anche per i corsi in inglese?
Sì. Gli studenti iscritti ai corsi in inglese hanno accesso alle stesse borse di studio regionali e universitarie dei corsi in italiano. Alcune università private, come Humanitas o Campus Bio-Medico, hanno anche borse dedicate.
Ci sono più stranieri o italiani in questi corsi?
Dipende dalla sede. In alcune università del Nord Italia (Pavia, Milano, Padova) il numero di stranieri è molto alto, mentre in altre sedi più recenti prevalgono ancora gli italiani. In generale, l’ambiente è multiculturale ovunque.
È bene sottolineare che l’IMAT non è una “scorciatoia” per entrare a Medicina, ma un test internazionale a tutti gli effetti. E, per molti, è il primo passo verso una carriera che va ben oltre i confini nazionali.
Prossime tappe
Vediamo ora cosa succederà nelle settimane successive al giorno del test:
- Fine settembre 2025 – Pubblicazione dei punteggi anonimi su Universitaly: ogni candidato potrà vedere il proprio punteggio tramite codice etichetta.
- Inizio ottobre 2025 – Uscita della graduatoria nominativa nazionale, con nomi, punteggi e posizioni ufficiali.
- Prima metà di ottobre 2025 – Apertura delle procedure di immatricolazione per chi risulta “assegnato” alla prima scelta.
- Da ottobre a novembre 2025 – Avvio degli scorrimenti: ogni settimana i posti liberati vengono riassegnati in base alle preferenze indicate.
- Novembre 2025 – Chiusura delle iscrizioni e assestamento delle graduatorie: chi non si è immatricolato perde il posto, che viene redistribuito.
Dopo settimane di studio intenso, questa fase richiede calma e organizzazione: controllare regolarmente il portale Universitaly, rispettare le scadenze fissate dagli atenei e preparare per tempo i documenti di immatricolazione è fondamentale per trasformare un buon punteggio in un posto certo.
L’IMAT, un biglietto per il mondo
Il 17 settembre non è solo una data cerchiata sul calendario: per chi affronta l’IMAT è il punto di svolta di mesi di studio e sacrifici. Questo test è più di una selezione: è la porta d’ingresso a un percorso che unisce la tradizione accademica italiana a una prospettiva internazionale, dove l’inglese non è solo una lingua, ma un’opportunità.
In un anno in cui l’accesso ai corsi di Medicina in italiano è stato rivoluzionato, l’IMAT resta un punto fermo: una prova unica, rigorosa, uguale per tutti, che premia preparazione, strategia e sangue freddo. Per molti studenti, italiani e stranieri, è il primo passo verso una carriera globale; per altri, è la conferma che anche in Italia si può studiare Medicina ad alto livello senza rinunciare a un respiro internazionale.
Il viaggio comincia con 60 domande in 100 minuti. Ma il vero traguardo è molto più lontano: diventare medici capaci di muoversi in un mondo che non ha più confini.