Guida all’area psicologica e delle scienze umane: il tuo futuro tra mente e società

Sei affascinato dai meccanismi della mente? Vuoi capire le dinamiche che muovono le persone e i gruppi? O forse sogni di avere un impatto concreto sulla crescita e il benessere degli altri? Se la risposta è sì, l’area psicologica e delle scienze umane potrebbe essere la tua strada. Non si tratta di un unico sentiero, ma di un bivio che conduce a professioni tanto affascinanti quanto diverse.

di Alpha Orienta
17 giugno 2025
1 MIN READ

Questa guida ti accompagnerà alla scoperta dei due percorsi principali di quest’area: Psicologia e Scienze dell’Educazione. Esploreremo insieme la struttura dei corsi di laurea, le rivoluzionarie novità normative che stanno cambiando il volto di queste professioni proprio in questo momento (giugno 2025) e le reali prospettive occupazionali. Utilizzeremo i dati più recenti per aiutarti a compiere una scelta che non sia solo dettata dalla passione, ma anche informata e strategica.

La strada per diventare psicologo: una professione che cambia

Intraprendere il percorso per diventare psicologo significa scegliere una professione sanitaria regolamentata, dedicata alla promozione della salute e del benessere psicologico dell’individuo, dei gruppi e della comunità. Negli ultimi anni, questo percorso ha subito una trasformazione radicale, diventando più snello e professionalizzante fin dai banchi dell’università.

Il percorso di studi: dalla teoria alla pratica (L-24 e LM-51)

Il viaggio per diventare psicologo si articola in due tappe fondamentali, un percorso “3+2” che integra solide basi teoriche con un’esperienza pratica sempre più centrale.

Il primo passo è l’iscrizione al corso di laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche (classe L-24). Questo corso fornisce le fondamenta indispensabili per comprendere il comportamento umano. Ti immergerai in materie che esplorano la mente da ogni angolazione:

  • Psicologia Generale (M-PSI/01): Studia i processi cognitivi di base come percezione, attenzione, memoria e apprendimento.
  • Psicologia dello Sviluppo (M-PSI/04): Analizza come le persone cambiano e crescono, dall’infanzia alla vecchiaia.
  • Psicologia Sociale (M-PSI/05): Esplora come i pensieri, i sentimenti e i comportamenti degli individui sono influenzati dagli altri.
  • Psicometria (M-PSI/03): Insegna i metodi e le tecniche per misurare gli aspetti psicologici, come test e questionari.
  • Fondamenti Biologici (M-PSI/02): Approfondisce le basi neurobiologiche del comportamento, studiando il cervello e il sistema nervoso.

Conseguita la laurea triennale, il passo successivo e obbligatorio per esercitare la professione di psicologo è la laurea magistrale in Psicologia (classe LM-51). Questo biennio ti permette di specializzarti in un’area specifica (clinica, del lavoro, dello sviluppo, neuropsicologia) e di acquisire le competenze avanzate necessarie per l’intervento professionale.

Novità 2025: addio Esame di Stato, benvenuta laurea abilitante!

Qui arriva la vera rivoluzione. Se ti iscrivi oggi, non dovrai più affrontare il vecchio e tortuoso iter che prevedeva laurea, un anno di tirocinio post-laurea e un temuto Esame di Stato. Grazie alla Legge n. 163 del 2021 e ai suoi decreti attuativi, in particolare il Decreto Interministeriale n. 654 del 5 luglio 2022, il percorso è stato completamente ridisegnato.

Il nuovo sistema integra la formazione pratica direttamente nel percorso accademico, rendendo la laurea magistrale LM-51 direttamente abilitante alla professione. Ecco come funziona:

  1. Tirocinio Pratico-Valutativo (TPV): L’esperienza pratica non è più un’appendice post-laurea, ma una parte integrante del tuo corso di studi. Dovrai completare un totale di 30 Crediti Formativi Universitari (CFU) di tirocinio, equivalenti a 750 ore, distribuiti tra triennale e magistrale:
    • 10 CFU (250 ore) durante il corso di laurea triennale (L-24).
    • 20 CFU (500 ore) durante il corso di laurea magistrale (LM-51). Questo tirocinio deve essere svolto in presenza presso strutture convenzionate, incluse quelle del Servizio Sanitario Nazionale, e sotto la supervisione di uno psicologo iscritto all’Albo da almeno tre anni. Questa novità garantisce che ogni studente acquisisca una reale esperienza sul campo prima ancora di laurearsi.
  2. Prova Pratica Valutativa (PPV): È l’ultimo scoglio prima della discussione della tesi. Si tratta di una prova orale in cui dovrai dimostrare di aver acquisito le competenze professionali necessarie. La commissione, che include anche professionisti esterni, ti chiederà di discutere le attività svolte durante il TPV, di collegare la teoria alla pratica e di dimostrare la tua conoscenza del codice deontologico. Superata la PPV e discussa la tesi, otterrai un titolo che è contemporaneamente una laurea magistrale e un’abilitazione all’esercizio della professione di psicologo.

Questa riforma non è solo una semplificazione burocratica: rende il percorso più rapido e professionalizzante, mettendoti nelle condizioni di entrare nel mondo del lavoro subito dopo la laurea. Di conseguenza, la scelta dell’ateneo diventa ancora più strategica: un’università con solide convenzioni per tirocini di alta qualità ti offrirà un vantaggio competitivo enorme.

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Sbocchi professionali: due livelli per due ruoli diversi

Il percorso in psicologia apre le porte a due distinti profili professionali, iscritti in sezioni diverse dell’Albo degli Psicologi.

  • Psicologo (Albo Sezione A): È la figura professionale a cui si accede con la laurea magistrale abilitante (LM-51). Una volta conseguito il titolo, puoi iscriverti all’Ordine regionale e operare in piena autonomia nei diversi settori della psicologia:
    • Clinica e della Salute: Lavorando in strutture sanitarie pubbliche (ASL, ospedali) o private, ti occuperai di prevenzione, diagnosi, consulenza e sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie.
    • Del Lavoro e delle Organizzazioni: All’interno delle aziende, ti occuperai di selezione del personale (recruiting), formazione, sviluppo delle carriere, analisi del clima organizzativo e promozione del benessere lavorativo.
    • Dello Sviluppo e dell’Educazione: Potrai lavorare nelle scuole e nei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, supportando lo sviluppo cognitivo ed emotivo, gestendo sportelli d’ascolto e collaborando con insegnanti e genitori.
    • Neuropsicologia: Un campo in forte espansione che si occupa della valutazione e riabilitazione dei disturbi cognitivi causati da lesioni o disfunzioni cerebrali.
  • Dottore in Tecniche Psicologiche (Albo Sezione B): Questo titolo, a volte chiamato “Psicologo Junior”, è accessibile a chi si ferma alla laurea triennale (L-24). Per questo profilo, il percorso non è cambiato: dopo la laurea, è necessario svolgere un tirocinio professionalizzante di 6 mesi (500 ore) e superare un apposito Esame di Stato. Questa figura non può svolgere attività di diagnosi o psicoterapia, ma collabora con gli psicologi della Sezione A in contesti definiti, ad esempio nella somministrazione di test, nella realizzazione di progetti di ricerca o nell’attuazione di interventi di prevenzione sotto supervisione.

Le scienze dell'educazione: costruire il futuro degli altri

Se la tua vocazione è lavorare a diretto contatto con le persone per promuovere la crescita, l’inclusione e lo sviluppo del potenziale umano, allora le Scienze dell’Educazione potrebbero essere il tuo mondo. Questo campo forma professionisti che operano in contesti educativi, sociali e assistenziali, con un impatto diretto sulla vita di bambini, adolescenti, adulti e anziani.

Il percorso formativo: capire e guidare i processi educativi (L-19)

Il punto di partenza è il corso di laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione (classe L-19). A differenza di Psicologia, questo percorso ha un’impronta fortemente interdisciplinare, che unisce lo studio dei processi educativi a quello dei contesti sociali e delle dinamiche psicologiche. Le materie fondamentali che incontrerai includono:

  • Pedagogia Generale e Sociale (M-PED/01): Il cuore del corso, dove si studiano le teorie e i modelli dell’educazione e della formazione.
  • Didattica Generale e Speciale (M-PED/03): Si concentra sui metodi e le strategie di insegnamento, con un’attenzione specifica all’inclusione di persone con disabilità o bisogni educativi speciali.
  • Sociologia dell’Educazione (SPS/08): Analizza il rapporto tra sistema educativo e società, le disuguaglianze e i processi di socializzazione.

Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione (M-PSI/04): Fornisce gli strumenti psicologici per comprendere le fasi della crescita e i processi di apprendimento.

Novità 2025: nasce l'Ordine dei pedagogisti e degli educatori

Anche questo settore sta vivendo un cambiamento epocale. Con la Legge n. 55 del 15 aprile 2024, è stato finalmente istituito l’Ordine delle professioni pedagogiche ed educative, con il relativo Albo professionale. Questo significa che, per la prima volta in Italia, le professioni di educatore e pedagogista sono ufficialmente riconosciute e regolamentate, al pari di altre professioni come quella di psicologo o medico.

Cosa comporta questo per te che inizi ora? Significa che ti laureerai in un contesto professionale più definito e tutelato. A giugno 2025, la situazione è ancora in una fase transitoria: il termine per le prime iscrizioni è stato prorogato al 31 marzo 2025 e, sebbene l’iscrizione sia già obbligatoria per esercitare, gli Albi regionali si stanno ancora costituendo formalmente. Chi ha presentato domanda può comunque lavorare legalmente. Questa transizione porterà alla definizione di un codice deontologico, di standard qualitativi e di una maggiore riconoscibilità per queste figure cruciali.

Sbocchi professionali: educatore e pedagogista, due ruoli chiave e distinti

L’istituzione dell’Albo ha reso ancora più netta la distinzione tra i due principali profili professionali dell’area, che corrispondono a due diversi livelli di formazione.

  • L’Educatore Professionale Socio-Pedagogico (Laurea L-19): Con la laurea triennale in Scienze dell’Educazione (L-19), potrai iscriverti all’Albo come educatore. Sei la figura “di prima linea”, quella che lavora quotidianamente a contatto con le persone. Il tuo ruolo è progettare e gestire attività educative per promuovere l’autonomia, il benessere e l’inclusione sociale. I contesti in cui opererai sono i più vari:
    • Servizi per l’infanzia: Asili nido e scuole dell’infanzia.
    • Scuola: Supporto ad alunni con disabilità, prevenzione della dispersione scolastica, gestione di doposcuola.
    • Servizi socio-educativi: Comunità per minori, centri di aggregazione giovanile, centri diurni per disabili o anziani.
    • Area del disagio: Comunità di recupero per tossicodipendenti, servizi per l’integrazione di immigrati, progetti all’interno delle carceri.
  • Il Pedagogista (Laurea Magistrale, es. LM-85): Per diventare pedagogista e iscriverti alla sezione corrispondente dell’Albo, è necessaria una laurea magistrale, come quella in Scienze Pedagogiche (LM-85). Il pedagogista non è semplicemente un “educatore con più esperienza”, ma una figura con un ruolo diverso e più strategico: è l’“architetto” dei processi educativi. Le sue mansioni includono:
    • Progettazione e Coordinamento: Pianifica e dirige servizi educativi e formativi complessi.
    • Consulenza: Offre consulenza pedagogica a famiglie, scuole, enti pubblici e aziende (ad esempio, per la formazione del personale).
    • Supervisione: Supervisiona il lavoro delle équipe di educatori.

Ricerca e Formazione: Svolge attività di ricerca e formazione in ambito pedagogico. Un pedagogista può ricoprire ruoli di coordinamento nei servizi sociali, lavorare come consulente privato o specializzarsi in ambiti specifici come la pedagogia giuridica, operando come esperto nei tribunali per i minorenni.

Dati alla mano: prospettive occupazionali a confronto (giugno 2025)

Scegliere un percorso universitario significa anche guardare al futuro professionale con concretezza. Grazie ai dati dell’ultimo Rapporto AlmaLaurea (XXVII Indagine, pubblicata a giugno 2025), possiamo analizzare e confrontare le prospettive occupazionali dei due percorsi. Il quadro generale è positivo: il tasso di occupazione per i laureati è ai massimi degli ultimi dieci anni e i contratti stabili sono in aumento. Tuttavia, emergono differenze sostanziali che riflettono due modelli di carriera molto diversi.

La tabella seguente confronta gli esiti a cinque anni dal conseguimento della laurea magistrale per i laureati in Psicologia (LM-51) e in Scienze Pedagogiche (LM-85).

Prospettive a 5 Anni dalla Laurea Magistrale (Dati AlmaLaurea 2025) Psicologia (LM-51) Scienze Pedagogiche (LM-85)
Tasso di Occupazione 86,6% 80,7%
Retribuzione Media Netta Mensile 1.542 € 1.386 €
Tipologia di Lavoro Più Comune Lavoro Autonomo (46,4%) Lavoro Dipendente a Tempo Indeterminato (48,9%)
Lavoro Dipendente a Tempo Indeterminato 27,4% 48,9%
Lavoro Autonomo (Libera Professione) 46,4% 5,3%

Questi numeri raccontano due storie molto chiare.

Il percorso in Psicologia conduce prevalentemente a una carriera imprenditoriale. Quasi la metà dei laureati, a cinque anni dal titolo, lavora in proprio, come libero professionista. Questo modello offre maggiore autonomia e un potenziale di guadagno superiore, ma richiede anche spiccate doti manageriali, la capacità di costruirsi una rete di clienti e una certa propensione al rischio. La nuova laurea abilitante è un formidabile acceleratore per questa carriera, eliminando le lunghe attese che prima ostacolavano l’avvio della libera professione.

Al contrario, la strada delle Scienze Pedagogiche porta a una carriera più stabile e istituzionale. La stragrande maggioranza dei laureati magistrali è un lavoratore dipendente e quasi la metà ha un contratto a tempo indeterminato dopo cinque anni. Questo percorso offre maggiore sicurezza, orari più strutturati e un lavoro d’équipe all’interno di cooperative, scuole o enti pubblici. L’istituzione del nuovo Albo professionale è destinata a rafforzare ulteriormente questa struttura, standardizzando le competenze e facilitando l’inserimento in contesti organizzati.

Conclusione: come scegliere il percorso giusto per te

Arrivato a questo punto, il bivio tra Psicologia e Scienze dell’Educazione dovrebbe apparire più chiaro. La scelta non si basa solo sulle materie che preferisci, ma sul tipo di professionista che vuoi diventare e sullo stile di vita lavorativo che immagini per te.

Per riassumere, la decisione si gioca su una dicotomia fondamentale:

  • Psicologia: Un percorso che ti forma come professionista della salute, oggi più snello e professionalizzante grazie alla laurea abilitante. Ti prepara a una carriera spesso autonoma e imprenditoriale, focalizzata sull’analisi, la diagnosi e l’intervento psicologico in ambito clinico, aziendale o evolutivo.
  • Scienze dell’Educazione: Un percorso che ti forma come professionista dell’educazione e del sociale, oggi più strutturato e riconosciuto grazie al nuovo Albo. Ti prepara a una carriera prevalentemente da dipendente all’interno di istituzioni, focalizzata sulla progettazione e l’attuazione di interventi educativi per promuovere l’inclusione, lo sviluppo e il benessere della comunità.

Per aiutarti a decidere, poniti qualche domanda onesta:

  • Ti vedi più come un libero professionista che gestisce i propri clienti o come parte di un’équipe all’interno di una struttura?
  • Sei più attratto dall’analisi dei processi mentali e dalla diagnosi, o dalla progettazione e attuazione di interventi educativi e sociali sul campo?
  • La sicurezza di un contratto a tempo indeterminato è una tua priorità, o sei disposto a investire e rischiare per un potenziale guadagno maggiore e più autonomia?

Qualunque sia la tua scelta, sappi che stai entrando in un mondo di professioni in profonda trasformazione, sempre più riconosciute e cruciali per il benessere della nostra società. La chiave è conoscere te stesso, informarti a fondo e scegliere con coraggio. Il tuo futuro per comprendere e migliorare il mondo inizia qui.

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