Che cosa si studia (e dove)
In Italia i corsi di laurea triennale più scelti in questo ambito sono Scienze del turismo (classe L-15) e Beni culturali (classe L-1). Le materie? Un mix tra economia, marketing, storia dell’arte, gestione del patrimonio, lingue, diritto, antropologia… cambia un po’ da università a università. Alcuni corsi puntano di più sulla valorizzazione del territorio, altri sull’organizzazione di eventi, altri ancora sulla conservazione e il restauro.
Chi vuole approfondire può proseguire con una laurea magistrale: Progettazione e gestione dei sistemi turistici, Archeologia, Storia dell’arte, Gestione delle attività culturali sono tra le opzioni più gettonate. E poi ci sono i master, di primo o secondo livello, molto pratici e spesso costruiti in collaborazione con aziende, enti culturali, fondazioni.
Ma l’università non è l’unica strada: gli ITS Academy sono percorsi post-diploma biennali che puntano dritti al lavoro, con un taglio molto operativo. Ce ne sono in varie regioni: in Puglia, in Veneto, a Firenze. Alcuni si concentrano sull’hospitality, altri su turismo sostenibile o restauro digitale. Sono ideali per chi vuole imparare facendo.
Anche all’estero si può
Non è obbligatorio restare in Italia. In Europa ci sono tante opportunità, spesso con corsi in inglese. Spagna, Olanda, Germania, Francia… basta cercare con le parole giuste su portali come Study.eu o Bachelorsportal. Alcuni programmi internazionali, tipo Erasmus Mundus, permettono di studiare in più paesi e ottenere un titolo valido ovunque.

🎯 Capire se questo è il percorso giusto
Turismo e patrimonio: scopri se è la tua strada
Non basta l’amore per i viaggi o l’arte: serve una vocazione concreta e consapevole. Il Questionario di orientamento Alpha Test ti aiuta a capire se hai competenze e inclinazioni per il turismo, la cultura, la valorizzazione territoriale.
Lavorare (già durante gli studi)
Molti corsi prevedono tirocini già durante il percorso, e spesso sono il modo più diretto per entrare nel mondo del lavoro. Si può fare esperienza in hotel, agenzie viaggi, musei, uffici turistici, fondazioni culturali, parchi archeologici. Gli ITS prevedono uno stage obbligatorio. Anche i master universitari hanno quasi sempre una parte pratica.
Secondo AlmaLaurea, a un anno dalla laurea lavora il 66% di chi ha studiato turismo e il 58% di chi ha fatto beni culturali (molti però proseguono con la magistrale). Dopo cinque anni, le percentuali salgono ancora. Non sempre si entra subito nel lavoro dei sogni, ma chi si forma bene, conosce le lingue e fa esperienza, ha buone chance.
Le professioni stanno cambiando
Il settore non è più quello di una volta. Crescono le figure legate al turismo sostenibile, al marketing digitale, agli eventi esperienziali. Servono persone che sappiano raccontare un territorio anche online, leggere i dati, costruire esperienze coinvolgenti, magari usando anche la realtà aumentata.
Le professioni più richieste? Destination manager, travel data analyst, content creator turistico, esperto di fundraising culturale, digital curator. C’è chi finisce a lavorare per grandi gruppi internazionali e chi mette su una piccola attività legata al proprio territorio.
Non c’è una formula magica. Se ami la storia dell’arte e sogni i musei, forse Beni culturali + magistrale è la strada più adatta. Se ti vedi a gestire un hotel o a progettare viaggi, Scienze del turismo o un ITS fanno più per te.
"Non è stato facile, ma rifarei tutto"
“Dopo la triennale in turismo, ho scelto un master in management dei beni culturali. Ora lavoro in una fondazione che organizza festival culturali. Non è stato tutto semplice: ci sono stati momenti in cui ho pensato di mollare. Ma rifarei la stessa scelta. Bisogna restare curiosi, continuare a imparare e non avere paura di cambiare direzione quando serve.“
Giulia, 27 anni, Bologna
In breve
Turismo e beni culturali sono settori che chiedono gente sveglia, preparata, appassionata. L’Italia ha bisogno di persone che sappiano innovare e prendersi cura del suo patrimonio. E chi sceglie questa strada può davvero fare la differenza, a modo suo.
