Arriva per molti, dopo la laurea, un momento di riflessione. C’è chi sente il bisogno di specializzarsi, chi vuole cambiare direzione, chi cerca uno strumento concreto per avvicinarsi al mondo del lavoro o per migliorare la propria posizione professionale. In tutti questi casi, la parola che inizia a comparire più spesso è “master”.
Ma non tutti i master sono uguali. Esistono infatti due tipologie principali: master di primo livello e master di secondo livello. Capire la differenza tra i due è fondamentale per fare una scelta consapevole, in linea con il proprio percorso e con gli obiettivi futuri.
Master di primo livello: per chi ha una laurea triennale
Il master di primo livello è un percorso post-laurea a cui si può accedere dopo aver conseguito una laurea triennale. Si tratta di un’opportunità pensata per approfondire competenze operative e professionali in un ambito specifico, spesso con un taglio molto pratico e orientato al mondo del lavoro.
La durata di un master di primo livello è solitamente di un anno accademico, con un impegno che può essere a tempo pieno o part-time. Il programma include lezioni teoriche, laboratori, project work, e spesso un periodo di stage o tirocinio. È un’opzione molto utile per chi, dopo la triennale, non vuole o non può affrontare una laurea magistrale, ma desidera comunque una formazione più strutturata e orientata all’inserimento professionale. Alla fine del percorso si ottiene un titolo universitario riconosciuto, anche se diverso dalla laurea magistrale. In alcuni settori, come quello socio-educativo o sanitario, il master di primo livello può essere un requisito per accedere a specifiche funzioni o concorsi.
Master di secondo livello: dopo la laurea magistrale
Il master di secondo livello richiede come requisito l’aver già conseguito una laurea magistrale o a ciclo unico. È un percorso formativo più avanzato, spesso pensato per chi è già inserito nel mondo del lavoro e desidera acquisire competenze di alto livello o una specializzazione molto specifica.
Come per i master di primo livello, anche quelli di secondo livello hanno una durata di circa un anno. Tuttavia, la struttura del corso è spesso più esigente dal punto di vista teorico e richiede una maggiore capacità di analisi, sintesi e applicazione critica delle conoscenze. Alcuni master di secondo livello sono progettati in collaborazione con enti pubblici, aziende o istituzioni, offrendo occasioni concrete di aggiornamento e networking professionale. Questi percorsi sono molto diffusi in ambiti come il management, la sanità, la pubblica amministrazione, la formazione avanzata e l’europrogettazione.
Come scegliere il master giusto
La scelta del master non dovrebbe basarsi solo sul titolo o sulla sede più nota, ma soprattutto sulla coerenza con il proprio percorso, sugli obiettivi futuri e sulla qualità del progetto formativo. È importante valutare attentamente il piano didattico, i docenti coinvolti, le opportunità di tirocinio o collaborazione, e gli sbocchi reali che il corso può offrire.
Un altro elemento da considerare è la modalità di frequenza. Oggi molti master si svolgono in formula blended o completamente online, rendendo possibile conciliare studio e lavoro. Questa flessibilità può essere un fattore decisivo, soprattutto per chi è già occupato o ha esigenze familiari. Infine, è bene informarsi sui costi e sulle eventuali agevolazioni previste. I master universitari, infatti, non sono gratuiti, ma alcune università offrono borse di studio o sconti per categorie specifiche.
Master online o in presenza: quale modalità scegliere
Negli ultimi anni, l’offerta formativa dei master si è evoluta per rispondere alle esigenze di chi lavora o ha bisogno di flessibilità. Oggi molti master vengono proposti in modalità online o blended, cioè con una combinazione di lezioni a distanza e incontri in presenza. Questa formula permette di seguire le lezioni da casa o in mobilità, con orari più flessibili e materiali sempre accessibili.
I master in presenza, invece, offrono un’esperienza più immersiva e un contatto diretto con docenti e colleghi. Questa modalità è particolarmente utile quando sono previste attività pratiche, laboratori o lavori di gruppo. La possibilità di creare reti professionali attraverso il confronto quotidiano può rappresentare un valore aggiunto importante.
La scelta dipende quindi dallo stile di apprendimento personale, dalla disponibilità di tempo e dall’obiettivo che ci si pone. Chi punta su un master per rientrare nel mondo del lavoro potrebbe trarre beneficio dalla dimensione pratica e relazionale dell’aula, mentre chi desidera conciliare formazione e attività professionale potrà preferire un percorso online ben strutturato.
Master universitari e master privati: cosa cambia
Quando si parla di master, è importante distinguere tra quelli universitari e quelli privati. I master universitari sono corsi post-laurea organizzati da università pubbliche o private riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). Rilasciano un titolo ufficiale con valore legale, espresso in crediti formativi (CFU), e seguono criteri di qualità e requisiti minimi stabiliti dalla normativa.
I master privati, invece, possono essere proposti da enti di formazione, scuole di business, fondazioni o associazioni professionali. In molti casi offrono percorsi validi e ben strutturati, ma non rilasciano un titolo accademico ufficiale. Per questo motivo, è sempre bene verificare l’accreditamento dell’ente promotore, la qualità del corpo docente e la spendibilità del titolo nel proprio settore.
La scelta tra master universitario e privato dipende dall’obiettivo personale: chi cerca un titolo utile per concorsi pubblici o percorsi accademici futuri dovrebbe orientarsi su un master universitario. Chi, invece, punta a sviluppare competenze specifiche e pratiche in tempi brevi, può valutare anche percorsi formativi di qualità organizzati da enti privati riconosciuti nel proprio ambito professionale.
Come finanziare un master: borse di studio e agevolazioni
Il costo di un master può rappresentare un ostacolo per molte persone, ma esistono diverse forme di sostegno economico che vale la pena esplorare prima di rinunciare. Molte università mettono a disposizione borse di studio basate sul merito o sul reddito, erogate direttamente dagli atenei o da enti regionali per il diritto allo studio. Anche alcune fondazioni, associazioni di categoria o ordini professionali promuovono bandi per sostenere la formazione post-laurea in specifici ambiti.
In alternativa, è possibile accedere a prestiti agevolati o a prestiti d’onore offerti da istituti di credito in convenzione con le università. Si tratta di finanziamenti che prevedono tassi ridotti e una restituzione posticipata, a volte anche dopo l’ingresso nel mondo del lavoro. Per chi lavora già, infine, alcuni enti pubblici e aziende private finanziano i master tramite fondi interprofessionali o piani di formazione aziendale.
Riconoscimento del titolo all’estero
Chi ha intenzione di lavorare o proseguire gli studi fuori dall’Italia deve considerare anche il tema del riconoscimento del titolo conseguito con un master. I master universitari italiani non sono equiparabili ai master internazionali come gli MBA (Master in Business Administration) o i Master of Science, perché non rappresentano un ulteriore grado di laurea, ma un titolo post-laurea professionalizzante.
Questo significa che, all’estero, un master universitario italiano potrebbe non essere automaticamente riconosciuto come titolo accademico, ma essere valutato caso per caso a seconda del sistema educativo del Paese in cui ci si trasferisce. Tuttavia, può comunque essere apprezzato in ambito lavorativo per le competenze pratiche e professionali acquisite.
Per chi ha già in mente una destinazione precisa, è consigliabile informarsi in anticipo presso il consolato, le università o i centri di riconoscimento dei titoli (come ENIC-NARIC) per capire come verrà valutato il proprio percorso formativo. Anche scegliere un master con partnership internazionali o moduli in lingua inglese può facilitare il riconoscimento e l’inserimento in contesti esteri.
Master e concorsi pubblici: quando fanno la differenza
Frequentare un master può rivelarsi una scelta strategica anche in vista della partecipazione a concorsi pubblici. In molti bandi, infatti, il possesso di un master riconosciuto dall’università può attribuire punteggi aggiuntivi nella valutazione dei titoli. Questo vale soprattutto nei settori della sanità, della scuola, dei servizi sociali e della pubblica amministrazione.
In altri casi, il master è un requisito specifico per l’accesso a determinate posizioni, come nei concorsi per dirigenti, coordinatori o per incarichi specialistici. È importante leggere sempre con attenzione i bandi di concorso per capire se il master che si intende frequentare è coerente con i requisiti richiesti e se ha valore ai fini del punteggio.
Dopo il master: quali sbocchi lavorativi?
Sebbene non garantisca automaticamente un impiego, un master ben scelto può facilitare l’ingresso o la crescita nel mondo del lavoro. Alcuni settori apprezzano particolarmente candidati con una formazione post-laurea mirata, come la sanità, la comunicazione, il marketing, il management, la progettazione europea, la psicologia, l’educazione e il sociale.
Molti master prevedono tirocini, progetti pratici o collaborazioni con aziende, che rappresentano occasioni reali per mettersi in gioco e farsi conoscere. Inoltre, il network di docenti, professionisti e compagni di corso può diventare una risorsa preziosa per future opportunità.
È sempre consigliabile valutare i dati di placement, ovvero la percentuale di studenti che trovano lavoro dopo il master, se l’università li rende disponibili. Anche consultare opinioni di ex partecipanti può aiutare a capire meglio cosa aspettarsi.
Come valutare la qualità di un master
Non tutti i master sono uguali, e scegliere bene è fondamentale. Per valutare la qualità di un master, il primo passo è controllare se si tratta di un master universitario riconosciuto dal Ministero o se è un percorso organizzato da un ente privato. In entrambi i casi, è importante leggere con attenzione il programma didattico, verificare i curriculum dei docenti, e capire quali competenze pratiche verranno sviluppate.
Un buon master dovrebbe offrire tirocini, laboratori, casi studio, project work, e non limitarsi a lezioni frontali. Anche la presenza di partner istituzionali o aziendali, convenzioni con enti, stage garantiti o supporto all’inserimento lavorativo sono segnali positivi. Infine, occhio alla trasparenza: un sito chiaro, aggiornato, con informazioni dettagliate e contatti a cui rivolgersi è spesso indice di serietà e affidabilità.
Master o laurea magistrale? Pro e contro
Molti studenti si trovano a un bivio: continuare con la laurea magistrale o scegliere un master? La risposta dipende dagli obiettivi. La laurea magistrale approfondisce le conoscenze teoriche e permette di accedere alla sezione A degli albi professionali, a concorsi pubblici di livello superiore e, in molti casi, a percorsi di dottorato o insegnamento.
Il master, invece, è più breve, pratico e orientato all’inserimento nel mondo del lavoro. È una scelta ideale per chi ha bisogno di specializzarsi in un settore specifico, vuole acquisire competenze operative in tempi rapidi o intende cambiare direzione professionale.
In alcuni casi, i due percorsi possono anche essere complementari. Ad esempio, si può frequentare un master dopo la triennale e poi iscriversi alla magistrale, oppure completare la magistrale e scegliere un master per rafforzare il proprio profilo professionale. L’importante è valutare con lucidità tempi, costi, obiettivi personali e aspettative future.






