“Finita la scuola inizia la vita vera”. Quante volte hai sentito questa frase? E quante volte ti ha fatto venire l’ansia invece di motivarti? Se sei uno studente dell’ultimo anno, probabilmente sei già in mezzo a un turbine di scelte da fare: università o lavoro? Restare vicino a casa o andare via? Seguire una passione o una strada “sicura”? In tutto questo, forse ti è balenata in testa anche un’idea un po’ fuori dagli schemi: e se mi prendessi una pausa? Una pausa vera, senza libri, senza esami, senza orari. Un periodo in cui capire chi sei, cosa vuoi, dove stai andando.
Sembra un sogno o una follia? In realtà, potrebbe essere una delle decisioni più lucide e coraggiose della tua vita. Nel mondo anglosassone è una scelta molto diffusa e si chiama gap year, che letteralmente significa “anno vuoto” ed è quello che intercorre tra la fine della scuola e l’inizio dell’università o del lavoro. Di “vuoto”, però, il gap year ha molto poco, perché lo si può riempire in molti modi e renderlo uno dei periodi più costruttivi della tua vita. Può essere un anno ricco di esperienze nuove, scoperte sul mondo e su te stesso, riflessioni.
Non è, infatti, un vero e proprio anno sabbatico, ma un tempo per ricaricarsi, ma anche per esplorare il mondo, lavorare, viaggiare, aiutare gli altri, imparare in modo diverso. E se ti stai chiedendo “ma davvero posso farlo anch’io?”, la risposta è: sì, ma con consapevolezza.
Gap year, un fenomeno sempre più globale
C’è un numero sempre maggiore di ragazzi nel mondo che, finita la scuola, invece di tuffarsi subito in università o nel lavoro, si concedono un momento per respirare. Nel Regno Unito, ad esempio, nel 2023 si stima che tra i 183.000 e i 232.000 giovani tra i 18 e i 24 anni abbiano scelto questa strada. Non sono pochi. Ogni anno, quasi 30.000 studenti britannici decidono consapevolmente di rimandare l’università per vivere qualcosa di diverso: un viaggio, un lavoro, un’esperienza fuori dagli schemi.
E non succede solo lì. In Paesi come Norvegia, Danimarca e Turchia, più della metà degli studenti preferisce prendersi un anno di pausa prima di affrontare nuovi studi. Anche negli Stati Uniti, dove questa idea è meno radicata, il trend è in crescita: nel 2023 circa il 2,6% dei diplomati ha deciso di mettere in pausa la corsa per capire meglio chi è e cosa vuole. Insomma, non sei il solo a sentire il bisogno di fermarti un attimo. E, a quanto pare, non sei nemmeno fuori moda.

Vuoi vivere un gap year consapevole?
Prima di decidere di fermarti, metti ordine nelle tue idee. “Quale Università 2025/2026” è la guida pensata per diplomandi, con questionario, dati sui corsi di laurea, sbocchi professionali e percorsi post-diploma – universitari, ITS, alta formazione. Un modo per fare un passo indietro… e andare avanti con più chiarezza.
Perché alcuni studenti sentono il bisogno di una pausa?
Che cosa spinge un neo-diplomato a prendersi una pausa invece di buttarsi a capofitto nel mondo universitario? I motivi possono essere diversi, potresti riconoscerti in uno di quelli più diffusi e cioè:
- Confusione totale: non hai idea di cosa fare dopo. Ti piacciono mille cose o nessuna. Forse hai sempre studiato tanto per “dovere”, ma ora ti chiedi: per cosa?
- Stanchezza mentale: dopo cinque anni intensi, tra interrogazioni, ansie da prestazione, magari anche pandemia e didattica a distanza, senti che hai bisogno di staccare per non bruciarti.
- Pressione esterna: famiglia professori, amici… tutti sembrano avere le idee chiare. E tu? Ti senti in ritardo, fuori posto. Ma fermarsi non significa essere indietro, significa scegliere con più lucidità.
Come capire se una pausa fa per te
Non c’è un test scientifico per capire se fai bene o male a prenderti una pausa dopo la maturità, ma ecco qualche domanda che potresti porti:
- Mi sento pronto a prendere una decisione sul mio futuro?
- Ho bisogno di tempo per riflettere?
- Cosa mi piacerebbe fare se potessi scegliere liberamente per un anno?
- Ho un po’ di risorse economiche o posso trovare soluzioni accessibili?
- Posso contare su qualcuno (famiglia, amici, mentor) che mi supporti?
Una pausa può essere una scelta giusta solo se è una scelta consapevole, quindi devi guardare bene in te stesso per capire se puoi trarne dei benefici concreti.
Cosa si può fare durante una pausa post-maturità?
Chiariamo subito un punto fondamentale: una pausa non è stare sul divano a scrollare TikTok per 12 mesi. O almeno, non solo. Ecco alcune esperienze concrete che puoi vivere:
- Viaggiare: anche low budget, anche con zaino in spalla. Puoi fare l’Interrail in Europa, partecipare a scambi giovanili Erasmus+, o lavorare come ragazzo alla pari (au pair) all’estero. Viaggiare ti apre la mente, ti rende autonomo, ti aiuta a conoscerti.
- Lavorare: anche in modo temporaneo: camerieri, commessi, babysitter, animatori. Guadagni qualcosa, sperimenti la vita “da adulti”, e magari scopri che il lavoro ti piace più dell’università… o il contrario.
- Fare volontariato: ci sono tantissime opzioni come Servizio Civile Universale, associazioni locali, progetti internazionali. Questa esperienza ti mette in contatto con altre realtà, sviluppi empatia e competenze trasversali (soft skills).
Formarti in modo diverso: corsi online, lingue, arte, musica, coding, fotografia… Non serve sempre un’aula per imparare. E questo tempo può essere perfetto per esplorare passioni che a scuola sono rimaste ai margini.
Sì, viaggiare… ma come mi mantengo?
Dopo la maturità, a tanti ragazzi viene una voglia matta di partire. Di uscire un po’ dalla propria bolla, di vedere il mondo con i propri occhi, non solo attraverso i libri o i social. L’idea di viaggiare, conoscere posti nuovi, parlare con persone di culture diverse, vivere un’esperienza davvero tua… ha un fascino fortissimo. Ma poi arriva la domanda che frena quasi tutti: “Ok, ma con quali soldi?”
Ecco, la bella notizia è che si può viaggiare anche con pochissimo, o addirittura senza spendere nulla, se hai voglia di adattarti, aiutare, imparare e lasciarti sorprendere.
Ci sono progetti bellissimi che ti permettono di scambiare il tuo tempo e le tue energie con vitto e alloggio. Per esempio potresti provare il Corpo Europeo di Solidarietà, Erasmus+, Workaway, WWOOF o AIESEC. Grazie a queste iniziative puoi ritrovarti a lavorare in una fattoria biologica in Portogallo oppure a gestire un ostello in Irlanda o, ancora, a insegnare inglese in una scuola in Grecia. Tu lavori qualche ora al giorno, e in cambio non spendi quasi niente: impari, cresci, ti confronti con mondi nuovi.
Un’altra strada molto scelta è quella del lavoro alla pari (au pair). In tanti Paesi – come Francia, Germania, Regno Unito o perfino l’Australia – puoi vivere con una famiglia locale e occuparti dei bambini e di piccoli aiuti domestici. In cambio, hai una stanza tutta per te, i pasti garantiti e spesso anche un piccolo stipendio. E intanto impari una lingua nuova, ti immergi in un’altra cultura e fai esperienza di vita vera, non da turista. È ideale se vuoi imparare una lingua vivendo in una vera famiglia.
Se invece ti piace l’idea del viaggio libero e opti per un Interrail, con un pass ferroviario low cost puoi girare l’Europa in treno. Molti ragazzi combinano questo con notti in ostello, couchsurfing (dormire gratis a casa di locali) o piccoli lavoretti on the road.
Le mete più scelte dai giovani? Spagna, Portogallo, Croazia, Grecia e Paesi Bassi per chi ama l’Europa. Per chi sogna più lontano: Thailandia, Indonesia, Argentina e Marocco, perché offrono costi bassi e paesaggi mozzafiato.
L’importante è partire con curiosità, flessibilità e spirito d’adattamento. Non servono grandi cifre, ma voglia di mettersi in viaggio, anche dentro di sé.
I rischi (reali o presunti) di una pausa
Se da una parte un anno di pausa per esplorare il mondo e se stessi può avere effetti positivi, farti crescere e magari anche farti avere un migliore rendimento universitario quando comincerai il nuovo ciclo di studi (come è successo a molti studenti secondo quanto emerso da alcune ricerche nel mondo anglosassone), dall’altra può avere anche delle controindicazioni. Vediamo quali possono essere e come superarle:
- Paura di perdere del tempo: il timore più diffuso porta a pensare che “mentre tutti vanno avanti, io resto fermo”. Ma se quel tempo ti serve per non sbagliare strada, è tempo guadagnato.
- Difficoltà a riprendere: staccarsi dallo studio può rendere più difficile ricominciare. È vero. Ma se torni con motivazione e scopi chiari, recuperi in fretta.
Disorientamento: se la pausa è solo “non so cosa fare, quindi mi fermo”, può diventare uno stallo. Serve un minimo di progettualità: non devi pianificare tutto nei dettagli, ma almeno darti degli obiettivi.
Come orientarsi dopo la maturità?
Ma allora come capire cosa fare davvero dopo la maturità? Tranquillo, perché non sei solo, hai a disposizione diversi strumenti per orientarti. Per esempio puoi consultare la piattaforma del Ministero dell’Istruzione UNICA, che raccoglie moltissime informazioni utili su università, ITS (gli Istituti Tecnici Superiori), offerte di lavoro, corsi, tirocini e tanto altro.
Un altro strumento molto utile sono i test di orientamento come il questionario Quale Università? di Alpha Test, che aiuta a identificare le aree di studio più adatte ai tuoi interessi e attitudini, a capire quindi se sei più portato per l’area umanistica, scientifica, artistica o tecnica. Questi test possono offrire spunti utili per riflettere sulle tue inclinazioni personali.
Poi ci sono gli eventi in presenza, come il Salone dello Studente o JOB&Orienta: giornate in cui puoi parlare direttamente con docenti, studenti, aziende, e raccogliere informazioni concrete.
Se hai fatto attività di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ex alternanza scuola-lavoro), prova a ripensarci: c’è stato qualcosa che ti ha acceso una lampadina? Un ambiente in cui ti sei sentito bene? Anche questo è un segnale.
Infine, parla con qualcuno. Le scuole spesso hanno sportelli di orientamento o figure con cui puoi confrontarti. E poi c’è il web: siti ufficiali, video, testimonianze, forum.
La verità? Non esiste la scelta perfetta, esiste quella giusta per te, adesso. Prenditi il tempo di ascoltarti e prova a immaginare che tipo di vita vuoi costruire, non solo che titolo di studio vuoi ottenere.
Pro e contro di un anno di pausa post-maturità
Per tirare le somme facciamo una lista di pro e contro, cercando di capire a cosa si va incontro scegliendo di fare un anno di pausa dagli studi dopo la maturità.
Pro – Perché un anno di pausa può fare bene
- Ti dà tempo per respirare dopo anni di scuola serrata.
- Ti aiuta a conoscerti meglio: capire cosa ti piace davvero, senza pressioni.
- Aumenti la tua motivazione prima di iniziare l’università o un lavoro.
- Migliori il rendimento accademico, secondo diversi studi.
- Sviluppi competenze pratiche e personali (autonomia, gestione del tempo, comunicazione).
- Fai esperienze concrete: viaggi, volontariato, lavoro, corsi non scolastici.
- Impari a decidere da solo e a prenderti la responsabilità delle tue scelte.
- Arricchisci il tuo curriculum con esperienze non convenzionali.
- Scopri nuovi contesti e culture, soprattutto se viaggi o lavori all’estero.
Contro – Quando un anno di pausa può essere un rischio
- Rischi di “perderti” se non hai un minimo di progetto o obiettivi.
- Potresti avere difficoltà a riprendere il ritmo dello studio dopo un anno fuori dal sistema scolastico.
- Può sembrarti che tutti vadano avanti mentre tu sei fermo (sindrome del “restare indietro”).
- Potresti sentirti solo o disorientato, specialmente se i tuoi amici iniziano nuovi percorsi.
- Serve organizzazione, altrimenti rischi di sprecare tempo prezioso.
- Non sempre è ben visto da tutti (famiglia, datori di lavoro, alcune università estere).
- Potresti avere costi economici da sostenere (viaggi, corsi, spese quotidiane).
Un anno di pausa può essere un’occasione meravigliosa di crescita, se vissuto con intenzione e consapevolezza. Non è una fuga, ma una scelta. E ogni scelta va pensata, non improvvisata.
