Qual è il settore lavorativo più remunerativo in Italia?

Qual è il percorso universitario più remunerativo in Italia? Economia, statistica, matematica e ingegneria gestionale guidano verso carriere ben pagate nella finanza e nelle assicurazioni.

 

 

di Anna Castiglioni
6 agosto 2025
1 MIN READ

Ogni anno, migliaia di studenti si interrogano su quale sia il percorso universitario più vantaggioso dal punto di vista economico. Tra chi sceglie seguendo la propria vocazione e chi si orienta su corsi considerati “sicuri”, una delle domande più frequenti resta: qual è oggi, in Italia, il settore che offre le migliori retribuzioni? Secondo i dati più aggiornati dell’ISTAT e delle principali analisi sul mercato del lavoro, il comparto delle attività finanziarie e assicurative si conferma da anni come il più remunerativo a livello nazionale. Le ragioni sono diverse e ben radicate nella struttura stessa di questo settore: da un lato l’alta richiesta di professionalità specializzate, dall’altro l’elevato livello di responsabilità richiesto a chi opera in ruoli chiave. Ma come si arriva a costruirsi una carriera stabile e ben pagata in questo ambito? E quali sono, nello specifico, le figure professionali più richieste?

I numeri: perché proprio finanza e assicurazioni?

Le statistiche parlano chiaro. Secondo l’ISTAT, la retribuzione oraria media nel settore delle attività finanziarie e assicurative supera i 25 euro lordi all’ora, un valore nettamente superiore rispetto ad altri comparti economici. La retribuzione annua può variare dai 35.000 euro per le figure junior ai 70.000 euro o più per i profili con esperienza e competenze avanzate. Le posizioni apicali, come dirigenti di fondi o risk manager di grandi gruppi assicurativi, possono arrivare a compensi a sei cifre.
Questo divario retributivo è il risultato di una serie di fattori: la complessità delle operazioni gestite, la necessità di presidiare ambiti normativi in continua evoluzione, la centralità della finanza nei processi decisionali di imprese e istituzioni pubbliche. A tutto ciò si aggiunge la crescente richiesta di competenze digitali e analitiche, spinta anche dalla digitalizzazione dei servizi bancari e assicurativi.

Il percorso formativo: le lauree per lavorare nel settore della finanza e assicurativo

Per intraprendere una carriera in ambito finanziario o assicurativo è necessario un percorso formativo solido e coerente. La prima tappa è la laurea triennale, seguita quasi sempre da una magistrale. I corsi più indicati sono quelli in Economia, Scienze statistiche, Finanza, Ingegneria gestionale o Matematica.

La laurea magistrale in Economia e Finanza (LM-16) prepara in modo specifico ai ruoli di analista, gestore o consulente. Si studiano economia aziendale, strumenti finanziari, gestione bancaria, econometria, diritto finanziario e finanza internazionale. Tra le università pubbliche più quotate troviamo Padova, Trento, Bologna e Torino, tutte ai vertici della classifica CENSIS 2025 per qualità dei servizi, struttura e tasso di occupazione. Le private Bocconi e Luiss, con un forte orientamento internazionale e ottimi legami con il mondo del lavoro, spiccano per inserimento rapido nel mercato e retribuzioni iniziali superiori alla media nazionale.

La laurea magistrale in Scienze Statistiche (LM-82) o in Statistica e Attuariale (LM-83) è fondamentale per chi intende lavorare come attuario o nel risk management. I corsi affrontano statistica inferenziale, probabilità, metodi previsionali, modelli attuariali e tecniche di calcolo per la gestione del rischio. Atenei pubblici come Trieste, Bologna, Pavia e Padova si distinguono per l’offerta formativa e l’elevato tasso di occupazione post-laurea, che in molti casi supera il 90% a un anno dal titolo.

I corsi di laurea in Matematica applicata o attuariale offrono competenze quantitative avanzate: algebra, analisi, statistica, probabilità e calcolo stocastico. Sono particolarmente adatti a chi punta a ruoli analitici in ambito finanziario o assicurativo, e sono attivati in università come Milano Statale, Bologna e Padova.

Infine, la laurea in Ingegneria Gestionale coniuga management e competenze tecniche, coprendo aree come project management, controllo di gestione, logistica e sistemi informativi. Il Politecnico di Milano e quello di Torino offrono i corsi più qualificati, e vantano tassi di occupazione che superano il 90% a un anno dalla laurea.

In generale, secondo l’ISTAT nel 2024 il tasso di occupazione tra i laureati nella fascia 25–64 anni è stato pari all’84,3%, contro il 75,4% registrato tra i diplomati. Se ci concentriamo specificamente sui laureati in ambito economico-finanziario, i dati  indicano che il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo magistrale varia mediamente tra l’82% e il 94%, con punte superiori nelle università con un forte legame con il mondo del lavoro.

Stage e tirocini nel settore finanziario e assicurativo

Il primo vero ingresso nel mondo della finanza e delle assicurazioni avviene quasi sempre attraverso uno stage. Gli studenti che durante la laurea o subito dopo svolgono un tirocinio in banca, compagnia assicurativa, società di consulenza o fondo di investimento acquisiscono un vantaggio competitivo reale. Non solo imparano sul campo come funziona il settore, ma iniziano a costruire una rete di contatti fondamentali per l’inserimento lavorativo.

Molti atenei – in particolare Bocconi, Luiss, Politecnico di Milano, Trento, Trieste e Bologna – dispongono di uffici placement molto attivi, capaci di proporre offerte concrete e creare collegamenti con aziende leader. Gli stage permettono di passare da una conoscenza teorica a una comprensione operativa delle dinamiche finanziarie, e spesso sono il primo passo verso un contratto di apprendistato o a tempo determinato. Alcuni percorsi universitari, inoltre, integrano l’esperienza di tirocinio già nel piano di studi del secondo anno magistrale.

Le figure professionali più richieste (e ben retribuite)

L’analista finanziario

L’analista finanziario è una figura centrale nel mondo bancario e dell’investment management. Il suo ruolo consiste nell’elaborare dati economici, bilanci aziendali e informazioni di mercato per formulare valutazioni su titoli, aziende o settori economici. Le sue analisi sono alla base delle decisioni d’investimento di fondi, banche, società di consulenza e grandi aziende. Si tratta di una professione che richiede solide competenze in economia aziendale, matematica finanziaria e strumenti di analisi quantitativa. I percorsi più indicati sono la laurea in Economia, Finanza o Ingegneria gestionale, seguiti da un master o da certificazioni internazionali come il CFA. Gli stipendi possono partire da circa 30.000 euro lordi all’anno per un profilo junior, fino a superare i 60.000 euro dopo alcuni anni di esperienza.

Il wealth manager

Il wealth manager – o consulente patrimoniale – lavora a stretto contatto con clienti privati, famiglie o aziende, aiutandoli a pianificare la gestione del loro patrimonio. Non si tratta solo di scegliere investimenti redditizi, ma di costruire strategie personalizzate che tengano conto di obiettivi di lungo periodo, eredità, fiscalità e rischi. È una professione che richiede, oltre a solide basi tecniche, anche una spiccata attitudine relazionale. Il percorso più comune include una laurea in Economia o Giurisprudenza con specializzazione in diritto tributario o pianificazione finanziaria. Molti professionisti si certificano presso l’OCF. Le retribuzioni possono crescere rapidamente in base al portafoglio clienti gestito e al tipo di istituto presso cui si lavora.

Il risk manager

Il risk manager ha il compito di identificare, analizzare e mitigare i rischi a cui è esposta un’azienda. In ambito finanziario, questi rischi possono riguardare investimenti, volatilità di mercato, esposizione valutaria, ma anche rischi normativi o legati alla cybersecurity. Questa figura è diventata sempre più centrale in seguito alla crisi finanziaria del 2008 e al crescente peso della regolamentazione europea. Il percorso di accesso prevede solitamente una laurea magistrale in Finanza, Matematica, Statistica o Ingegneria, e spesso un master in gestione del rischio o certificazioni come il FRM. Le retribuzioni per i profili esperti superano facilmente i 70.000 euro lordi annui.

L’attuario

L’attuario lavora principalmente nel settore assicurativo e previdenziale. Utilizza modelli statistici e matematici per calcolare probabilità, tariffe assicurative, riserve tecniche e scenari di lungo periodo. È una delle professioni più regolamentate in Italia: per esercitare è necessario conseguire una laurea in Scienze statistiche, Finanza o Matematica attuariale, superare l’esame di stato e iscriversi all’albo degli attuari. L’iter è lungo e impegnativo, ma porta a una professione con alta stabilità occupazionale e buone retribuzioni già nei primi anni di carriera.

Il portfolio manager

Il gestore di portafoglio è responsabile della selezione e gestione di investimenti finanziari per conto di clienti istituzionali o privati. Deve prendere decisioni rapide e informate sulla base dell’andamento dei mercati, delle previsioni macroeconomiche e delle strategie di investimento. L’accesso a questa professione è tra i più selettivi: serve una solida formazione in Finanza, matematica applicata, conoscenza dei mercati e, quasi sempre, il conseguimento della certificazione CFA. I portfolio manager lavorano spesso in ambienti altamente competitivi, come banche d’investimento e fondi di gestione patrimoniale. I compensi sono tra i più elevati dell’intero settore, soprattutto se collegati a performance e bonus.

Le prospettive occupazionali

Il settore finanziario e assicurativo offre oggi ottime prospettive di crescita, sia in Italia che all’estero. Oltre alle grandi banche e compagnie assicurative, si stanno affermando nuovi attori come le fintech, le startup specializzate in servizi finanziari digitali, e le società di consulenza che integrano competenze economiche e tecnologiche. Con l’evoluzione delle normative europee, la crescente attenzione alla sostenibilità (finanza ESG) e la diffusione delle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, anche i profili professionali stanno cambiando.

Chi si forma oggi in questo settore non ha davanti a sé un’unica strada, ma un ventaglio ampio di possibilità, in continua trasformazione. Costruire una carriera in finanza richiede determinazione, aggiornamento continuo e capacità di adattamento. Ma i risultati, in termini di soddisfazione personale ed economica, possono essere molto significativi.

Master e certificazioni: quando la formazione extra fa la differenza

Una volta concluso il percorso universitario magistrale, molti professionisti scelgono di rafforzare le proprie competenze attraverso master specialistici o certificazioni riconosciute a livello internazionale. In un settore competitivo come quello finanziario e assicurativo, questi strumenti formativi sono spesso determinanti per accedere a ruoli di alto profilo o accelerare la progressione di carriera.

I master universitari di secondo livello in ambito finanza, risk management, assicurazioni o data analytics rappresentano un naturale proseguimento degli studi, soprattutto per chi desidera acquisire una visione più pratica e orientata al mondo del lavoro. Tra i programmi più riconosciuti ci sono i Master in Finanza della Bocconi, della Luiss e dell’Università di Torino, spesso organizzati in collaborazione con banche o assicurazioni. Offrono moduli in inglese, laboratori, project work e percorsi di placement attivo.

Tra le certificazioni professionali, il CFA (Chartered Financial Analyst) è considerato lo standard internazionale per chi opera nella gestione degli investimenti. Articolato in tre livelli, copre un ampio spettro di competenze: analisi finanziaria, gestione del portafoglio, etica professionale e strumenti derivati. Richiede anni di studio e una forte preparazione quantitativa, ma consente di accedere a posizioni in asset management, banche d’investimento e consulenza strategica.

Il FRM (Financial Risk Manager), rilasciato dal Global Association of Risk Professionals (GARP), è invece specifico per chi lavora nella gestione del rischio. È particolarmente apprezzato da banche centrali, assicurazioni, fondi e società di consulenza.

Nel campo assicurativo, le certificazioni IVASS sono obbligatorie per chi vuole operare come intermediario o promotore assicurativo. Allo stesso modo, chi aspira a diventare consulente finanziario indipendente deve sostenere l’esame dell’OCF (Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo dei Consulenti Finanziari).

Oltre a queste, stanno crescendo i percorsi certificati in ambito data science applicata alla finanza, blockchain e finanza sostenibile (ESG), che offrono un vantaggio competitivo in un mercato in rapida trasformazione. Investire in un master o in una certificazione, quindi, non è solo un modo per distinguersi, ma una leva concreta per accedere a ruoli strategici, anche a livello internazionale.

Le 5 azioni per iniziare una carriera nella finanza e nelle assicurazioni

  1. Scegli un corso di laurea strategico. 
Opta per una laurea che ti offra basi solide in ambito economico, matematico o gestionale: Economia e Finanza (LM‑ 16), Statistica (LM‑ 82), Attuariale (LM‑ 83), Matematica o Ingegneria gestionale. Controlla i piani di studio, i tassi di occupazione post-laurea e il livello di connessione con il mondo del lavoro (placement, stage, career service).
  2. Approfitta degli stage durante l’università
. Non aspettare la laurea per metterti alla prova. Gli stage curricolari o extracurricolari in banche, compagnie assicurative o società di consulenza sono il primo ponte tra teoria e lavoro. Iscriviti ai portali career dell’università e partecipa agli eventi di recruiting.
  3. Valuta un master o una certificazione professionale. 
Se vuoi specializzarti o puntare a ruoli internazionali, un master post-laurea o una certificazione come CFA, FRM o IVASS può fare la differenza. Informati in anticipo sui requisiti di accesso, i costi e la reputazione del programma.
  4. Costruisci il tuo network professionale. 
Inizia a curare il tuo profilo LinkedIn, partecipa a seminari, fiere del lavoro e talk accademici. Spesso le opportunità arrivano attraverso contatti costruiti durante tirocini, master o eventi universitari.
  5. Resta aggiornato e flessibile
. La finanza è in continua evoluzione. Sviluppa competenze in sostenibilità (ESG), digitalizzazione, intelligenza artificiale o cybersecurity. Il mercato del lavoro premia chi sa adattarsi e apprendere in modo continuo.
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