Come finanziare un Master: borse di studio, prestiti e agevolazioni

Studiare costa, ma ci sono soluzioni. Dalle borse alle agevolazioni, una guida pratica per finanziare il proprio master, in Italia e all’estero.

di Alpha Orienta
17 luglio 2025
1 MIN READ

Frequentare un master universitario non è una passeggiata, soprattutto per chi non può contare sull’aiuto economico della famiglia. Le rette, le spese di vitto e alloggio, il materiale didattico: tutto si somma e rischia di diventare un ostacolo. Ma l’ostacolo non è insormontabile. Esistono strumenti concreti per finanziare un master, in Italia e all’estero. Alcuni sono poco conosciuti, altri richiedono di muoversi per tempo, ma tutti possono fare la differenza.

Le borse di studio: chi le offre e come trovarle

Le borse di studio sono ancora oggi il modo più diretto per finanziare la formazione. In Italia, gli enti regionali per il diritto allo studio (ADISU, ERSU, ecc.) erogano contributi economici in base all’ISEE e al merito. Il problema? Nella maggior parte dei casi, i master universitari di I e II livello sono esclusi dalle borse ordinarie. Questo non significa che non esistano alternative.

Le regioni stanno cominciando a colmare questo vuoto. In Toscana, ad esempio, il progetto GiovaniSì offre un voucher fino a 4.000 euro per coprire (in parte o del tutto) le spese d’iscrizione a master in Italia. In Calabria, invece, il bando 2024 prevede fino a 10.000 euro a copertura totale, più una borsa aggiuntiva per vitto e alloggio. E in Sardegna il programma Master and Back prevede coperture parziali o totali dei costi per studiare fuori regione, con criteri progressivi in base all’ISEE.

Alcune borse arrivano anche dalle università. Molti atenei pubblici e privati prevedono esoneri, sconti, o premi per studenti meritevoli. Fondazione Rome Technopole e Università Roma Tre, ad esempio, hanno assegnato 480 borse da 1.000 euro ciascuna per incentivare l’iscrizione ai corsi magistrali.

Poi ci sono le borse INPS, dedicate ai figli (o orfani) di dipendenti pubblici: fino a 10.000 euro per la frequenza di master universitari. I criteri includono età, reddito, stato di disoccupazione, e il tipo di gestione previdenziale del genitore.

Infine, le borse per l’estero. Quelle Erasmus Mundus, ad esempio, coprono tutte le tasse universitarie e garantiscono un contributo mensile per il soggiorno. La Banca d’Italia ne finanzia sette ogni anno, da 27.000 euro ciascuna, per perfezionarsi in economia, diritto e discipline affini. E il programma Fulbright consente di frequentare un master negli USA con borse che superano i 50.000 dollari. Anche il Regno Unito, nonostante la Brexit, resta attrattivo grazie alle borse Chevening, che coprono integralmente un anno di master.

I prestiti: quando le banche diventano alleate

Se le borse non bastano, o non si ottengono, c’è la strada dei prestiti. In Italia, non è ancora così diffusa come in altri Paesi europei, ma qualcosa si muove. Il più noto è “Per Merito” di Intesa Sanpaolo: un prestito senza garanzie, che consente di ricevere fino a 50.000 euro per un master, con restituzione posticipata di due anni dopo la fine del corso. Serve mantenere una certa regolarità negli studi, ma non è richiesta alcuna fideiussione familiare.

Esiste anche StudioSì, un fondo pubblico con prestiti a tasso zero per studenti residenti nel Sud Italia o che frequentano master in atenei meridionali. Il prestito arriva fino a 50.000 euro, con rimborso in 20 anni. Non è un regalo, ma è il modo più vantaggioso per diluire il peso economico su un lungo periodo.

Un’altra possibilità è il Fondo per Studenti Italiani, un fondo privato che dal 1979 sostiene giovani ammessi a master e corsi post-laurea all’estero. L’erogazione massima è di 25.000 euro, da restituire in tempi flessibili e con interessi bassi. Non serve una garanzia, ma si valuta attentamente il progetto di studio e il profilo accademico del candidato.

Anche alcune università italiane hanno accordi con banche per micro-prestiti agevolati agli studenti, come nel caso di Ca’ Foscari, Urbino, Padova. Di solito si tratta di prestiti fino a 7-12.000 euro, pensati per coprire la tassa d’iscrizione.

Lavoro, agevolazioni e qualche premio

Nel frattempo, si può integrare con il lavoro part-time. In Italia non è sempre semplice, ma i master part-time o con orari serali permettono più flessibilità. All’estero, è più frequente lavorare durante gli studi: in Germania, Paesi Bassi e Francia è legale e abbastanza diffuso, anche tra gli studenti internazionali.

Chi frequenta un master può detrarre parte delle tasse nella dichiarazione dei redditi: il 19% della retta, fino a certi massimali, può essere recuperato. Anche questo, nel tempo, aiuta.

E poi ci sono i premi di laurea. Fondazioni bancarie, associazioni professionali, enti pubblici e privati mettono a disposizione borse per i neolaureati più brillanti. A volte bastano per coprire la prima rata del master, altre volte offrono cifre più significative.

Quando i soldi non bastano: pazienza, tenacia e pianificazione

Non tutto si risolve in un giorno. Le scadenze sono tante, la burocrazia può essere scoraggiante. Ma vale la pena provarci. Molte testimonianze lo confermano: “Senza la borsa INPS non avrei mai potuto permettermi il master in comunicazione pubblica a Roma” racconta Marco, 27 anni, figlio di un’insegnante in pensione. O ancora: “Ho ottenuto un prestito con il Fondo per Studenti Italiani e con quello ho coperto le prime spese per un LLM a Bruxelles”, dice Lucia, neolaureata in giurisprudenza.

Il consiglio è iniziare presto. Le borse Erasmus Mundus, Chevening, Fulbright e simili vanno richieste con largo anticipo. Serve preparare CV, lettere motivazionali, referenze, test linguistici. Ma ne vale la pena.

Informarsi è il primo passo. Fare un budget realistico è il secondo. A volte basta un piccolo aiuto per far partire un progetto più grande. Investire su di sé, con i mezzi che si hanno, è un atto di fiducia nel proprio futuro.

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