Erasmus italiano: una guida pratica

Tutto quello che devi sapere per vivere al meglio la tua esperienza di mobilità nazionale tra atenei italiani

di Lucia Resta
28 luglio 2025
1 MIN READ

Hai mai fantasticato su quell’esperienza universitaria che ti cambia la vita? Quella che ti dà la possibilità di vivere in una città nuova, ampliare le tue conoscenze e magari studiare materie che ti accendono sul serio? Di solito, pensiamo subito all’Erasmus+, che a chi è meno avventuroso può suscitare un po’ di preoccupazione per via della lingua straniera e dello spostamento in un altro Paese. L’Italia, però, dà la possibilità di fare un’esperienza molto simile, ma senza cambiare nazione. 

Sì, hai capito bene! C’è un’opportunità meno chiacchierata, ma altrettanto preziosa, che viene chiamato spesso per comodità “Erasmus italiano”. È un modo per esplorare un’altra università e una nuova città, senza il brivido (o lo stress!) di cambiare Paese.

Erasmus italiano vs Erasmus+: che differenza c’è?

Immagina l’Erasmus come una famiglia: c’è il “nonno” storico e la “nuova generazione” che ha ampliato gli orizzonti.

Il “vecchio” Erasmus era principalmente un programma di mobilità universitaria, focalizzato sugli studenti che andavano a studiare in un’altra università europea. Era un’esperienza meravigliosa per immergersi in una nuova cultura e arricchire il proprio percorso accademico, ma si concentrava quasi esclusivamente sull’istruzione superiore all’estero.

Erasmus+, nato nel 2014, è come un “aggiornamento” più grande e inclusivo. Non si limita più solo agli studenti universitari e allo studio all’estero. Ora include anche:

  • Formazione professionale: stage e tirocini.
  • Gioventù: scambi giovanili e attività di volontariato.
  • Sport: opportunità per atleti e staff sportivo.
  • Personale: mobilità per insegnanti e professori.

In pratica, Erasmus+ è un “ombrello” che copre molte più opportunità e fasce d’età, promuovendo la mobilità e l’apprendimento non solo tra università, ma in un senso molto più ampio e con un budget decisamente maggiore.

L’Erasmus italiano, invece, è pensato per chi vuole fare un’esperienza simile ma restando in Italia. Ti sposti da una città all’altra, cambi ateneo, docenti, compagni di corso, ma non devi affrontare il salto linguistico e culturale che comporta l’estero. È un modo per scoprire meglio l’Italia, le sue differenze accademiche e territoriali, senza dover uscire dal contesto italiano.

In sintesi: Erasmus+ è internazionale, Erasmus italiano è nazionale, ma entrambi offrono una nuova prospettiva sul tuo percorso universitario e, in fondo, su te stesso. A rendere tutto più concreto c’è anche un contributo economico, pensato per coprire parte delle spese di soggiorno. Così l’opportunità è davvero accessibile a tutti.

L’Erasmus Italiano viene ufficialmente chiamato Programma di Mobilità Nazionale per studenti universitari. A volte viene anche identificato con il nome di “Erasmus Nazionale”, ma la dicitura più comune che trovi nei bandi delle università e nei documenti del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) è proprio “Programma di Mobilità Nazionale” oppure semplicemente “Erasmus Italiano”.

Chi può partecipare

Se sei iscritto a un corso di laurea triennale, magistrale o a ciclo unico in un’università italiana che aderisce al programma, puoi partecipare.

In generale serve:

  • essere in regola con l’iscrizione;
  • avere un numero minimo di crediti formativi (CFU);
  • essere in linea con il piano di studi;
  • presentare un progetto sensato e coerente.

Il tuo ateneo ti darà indicazioni più precise nel bando specifico.

Borse di studio e contributi

Sì, c’è anche un aiuto economico! Il Ministero finanzia il programma, e le università distribuiscono i fondi agli studenti selezionati.

  • L’importo dipende dalla distanza tra la tua università e quella ospitante.
  • Alcune regioni o enti per il diritto allo studio (come ERSU, EDISU) possono offrire fondi extra.
  • In genere, il contributo non si può sommare ad altre borse per lo stesso periodo.

Come fare domanda e come muoversi

Ogni università pubblica un bando con scadenze e modalità diverse, quindi il primo passo è consultare il sito del tuo ateneo.

Cosa dovrai fare:

  • scegliere una o più università di destinazione tra quelle convenzionate;
  • preparare i documenti richiesti (di solito: lettera motivazionale, learning agreement, eventuale CV);
  • inviare la domanda nei tempi previsti.

La selezione si basa su:

  • media e numero di CFU;
  • motivazione personale;
  • coerenza del piano formativo;
  • a volte anche sull’equilibrio territoriale delle candidature.

La scelta della sede

Cambiare città è anche un po’ cambiare vita. Ecco perché scegliere l’ateneo giusto è fondamentale. Pensa a:

  • i corsi disponibili e se sono compatibili con il tuo piano di studi;
  • il contesto culturale e sociale della città che ti ospiterà;
  • la distanza da casa, i costi e le opportunità pratiche (trasporti, alloggi);
  • quanto tempo vuoi restare: un semestre o l’intero anno accademico?

Prima della partenza

Se vieni selezionato, iniziano i preparativi. Nulla di troppo complicato, ma <b>serve organizzazione</b>. Cose da fare:

  • firmare il Learning Agreement (un patto tra te e le due università);
  • far approvare i corsi dal tuo corso di studi;
  • cercare un alloggio e organizzare il viaggio;
  • partecipare agli incontri informativi, se previsti.

Durante la mobilità

Una volta arrivato nella nuova sede, <b>entrerai a far parte a tutti gli effetti della comunità universitaria</b>. Potrai:

  • seguire lezioni, sostenere esami, partecipare alla vita accademica;
  • usare biblioteche, mense, laboratori, servizi di tutoraggio;
  • vivere la città, conoscere nuovi amici, partecipare a eventi locali.

Spesso, anche restando in Italia, ci si sente davvero in viaggio.

Al termine della mobilità

Quando torni alla tua università:

  • ti verrà rilasciato un attestato con gli esami sostenuti;
  • i crediti verranno riconosciuti ufficialmente, come da accordo;
  • potresti dover compilare una relazione finale o un breve report.

Vantaggi e opportunità: perché ne vale la pena?

È normale chiedersi se valga la pena di intraprendere un’esperienza di mobilità nazionale. È una domanda legittima, ma è un vero e proprio investimento su te stesso, che ti lascerà:

  • un bagaglio di conoscenze sempre più ricco: immagina di poter aggiungere al tuo sapere nozioni e competenze che nella tua università non troveresti. Non si tratta solo di ampliare il tuo piano di studi seguendo corsi o specializzazioni uniche, ma anche di approfondire le tue vere passioni con docenti che magari affrontano le materie da una prospettiva diversa. Ogni ateneo ha il suo modo di insegnare, e confrontarsi con queste nuove metodologie è incredibilmente stimolante: è come aprire una finestra su modi di pensare diversi, che ti arricchiranno tantissimo.
  • Un cammino verso la tua indipendenza: lasciare casa per un po’ è un passo gigante verso la crescita personale. Ti troverai a gestire la tua quotidianità, le tue finanze e le tue responsabilità in completa autonomia. È un momento cruciale per diventare davvero adulto, mettendo alla prova la tua adattabilità in un ambiente nuovo. Imparerai a cavartela, a conoscere persone nuove e a risolvere i piccoli e grandi problemi da solo. E parlando di persone, amplierai la tua rete di contatti in modo incredibile, conoscendo studenti e professori da tutta Italia. Sono legami che potrebbero rivelarsi preziosi, sia per la vita che per il lavoro!
  • Un tuffo nelle meraviglie italiane: non sarà solo studio, ma una vera e propria scoperta del territorio. Avrai la possibilità di vivere e respirare una nuova città o regione, immergendoti nelle sue tradizioni, dialetti, sapori e paesaggi unici. Ogni angolo d’Italia ha le sue peculiarità sociali e culturali, e questa è un’occasione d’oro per allargare la tua visione del mondo, pur rimanendo nel tuo paese. È un’esperienza che ti farà sentire ancora più legato alle radici, ma con uno sguardo nuovo e curioso.
  • Porte aperte sul tuo futuro: mettere un’esperienza di mobilità sul curriculum è un segnale forte per chi ti assumerà: dimostra flessibilità, iniziativa e una notevole capacità di adattamento, tutte qualità super richieste nel mondo del lavoro di oggi. 

Ma non solo! Potresti trovare nuove prospettive che cambiano il corso della tua tesi, che ti ispirano per un dottorato o persino per una carriera professionale che non avevi mai nemmeno considerato. È un’opportunità per guardare oltre e disegnare un futuro che ti rispecchi davvero.

 

Consigli pratici per la tua esperienza

Per affrontare al meglio la tua avventura, ecco alcuni suggerimenti pratici:

  1. Ricerca approfondita: non scegliere a caso! Valuta bene le università che ti interessano, i corsi offerti e l’ambiente della città. Pensa a quali obiettivi vuoi raggiungere con questa esperienza.
  2. Pianifica con anticipo: dalla ricerca del bando alla preparazione dei documenti, dall’organizzazione dell’alloggio ai viaggi, una buona pianificazione ti eviterà stress inutili.
  3. Il budget è importante: stima i costi (affitto, cibo, trasporti, materiali didattici) e verifica se la tua università o la regione offrono borse di studio o contributi economici per la mobilità nazionale.
  4. Sii flessibile e aperto: le cose potrebbero non andare sempre come previsto. Sii pronto ad adattarti, a superare gli imprevisti e a cogliere le opportunità inattese.
  5. Fai networking: non chiuderti in casa! Partecipa agli eventi universitari, unisciti a gruppi studenteschi, conosci persone nuove. Sia studenti locali che altri “Erasmus Italiani”.
  6. Sfrutta ogni momento: non pensare solo agli esami. Esplora la città, visita i dintorni, partecipa alla vita sociale e culturale. Questa è un’occasione unica da vivere a 360 gradi!

L’Erasmus italiano è un ponte tra università, territori e persone. Ti offre l’occasione di scoprire un’altra faccia dell’Italia e allo stesso tempo conoscere meglio te stesso. Che tu voglia esplorare il Nord o il Sud, una grande città o una realtà più piccola, è un passo importante per il tuo futuro accademico e personale.

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