Scegliere una scuola non è compilare un modulo per il futuro. È più simile a costruirsi una bussola. E come ogni bussola, non ti dà la mappa — ma ti aiuta a non girare a vuoto. Il legame tra scuola e lavoro esiste, certo. Ma è meno diretto (e più interessante) di come spesso lo si racconta.
Cosa c’entra la scuola con il lavoro? Più di quanto sembra, ma non come pensi
Un indirizzo scolastico non decide il mestiere che farai da grande. Però qualcosa lo fa: ti cambia lo sguardo. Ti abitua a certi linguaggi, ti mette in contatto con certi mondi, ti fa fare alcune esperienze e non altre. È una forma di impronta — non un marchio, ma un inizio.
In un mondo dove cambiare direzione è normale (e spesso necessario), ciò che conta non è trovare subito “la cosa giusta”, ma allenare strumenti che ti serviranno ovunque.
Non si sceglie solo un titolo di studio: si sceglie un modo di mettersi in gioco
Ogni scuola ha un suo modo di farti crescere. Alcuni percorsi sono più strutturati, altri più sperimentali. Alcuni ti portano vicinissimo al mondo del lavoro già durante gli studi — pensiamo agli istituti professionali con laboratori attivi, o ai percorsi ITS. Altri ti preparano più sulla teoria, come i licei.
Ma non è solo una questione di programma. Conta anche quello che succede “attorno”: progetti con aziende, stage, attività sul territorio. Sono proprio quelle occasioni, spesso fuori dal registro, che fanno accendere qualcosa. Non perché ti dicono cosa sarai, ma perché ti aiutano a capire cosa ti interessa davvero.
Cosa sta cambiando davvero nel mondo del lavoro?
Risposta breve: tutto. Risposta più utile: stanno cambiando le regole del gioco.
Secondo l’ultimo report di Unioncamere e ANPAL (maggio 2025), le aree in maggiore espansione per i prossimi anni saranno:
- transizione ecologica e green economy
- digitalizzazione e intelligenza artificiale
- logistica e manutenzione tecnologica
- servizi alla persona (sanità, assistenza, educazione)
- cultura, turismo, artigianato evoluto
In parallelo, il rapporto ISTAT sulle condizioni dei giovani in Italia sottolinea che la flessibilità e la capacità di imparare cose nuove sono tra i requisiti più richiesti dalle imprese. Non a caso, la maggior parte dei contratti iniziali è a tempo determinato o in forma di stage, e solo chi riesce ad adattarsi bene trova continuità.
In breve: chi saprà “navigare il cambiamento” avrà più possibilità. Non chi sa già tutto, ma chi sa imparare.
Dove trovare informazioni affidabili (e non perdersi tra le chiacchiere)
In mezzo a consigli sparsi, video motivazionali e pareri non richiesti, orientarsi davvero può sembrare un’impresa. Per fortuna ci sono anche strumenti seri, aggiornati e pensati per aiutarti a scegliere senza pressioni.
- La piattaforma UNICA, creata dal Ministero dell’Istruzione, raccoglie in un unico spazio tutte le info su scuole, indirizzi, open day e strumenti interattivi per capire meglio i percorsi.
- Il Programma Nazionale per l’Orientamento 2021-2027 (sì, ha un nome complicato ma è utile) ha finanziato centinaia di attività nelle scuole italiane, con laboratori per aiutare ragazze e ragazzi a scoprire inclinazioni, sviluppare soft skills, costruire piani d’azione reali.
- Sul piano europeo, Erasmus+ continua ad aprire strade a studentə anche delle scuole superiori, con progetti di mobilità e scambi per vivere esperienze formative fuori dall’Italia.
Un’ultima cosa, forse la più importante
Non esiste “la scelta giusta per sempre”. Ma esiste il diritto di scegliere bene, con tempo, con informazioni serie e senza etichette addosso. E c’è un’altra cosa: scegliere non è solo decidere cosa fare, ma anche chi diventare. Il lavoro cambia, il mondo pure. Ma se impari ad ascoltarti, a porti domande e a camminare anche nel dubbio, la direzione giusta la trovi. Anche se ci metti un po’.
Come ci ha detto Davide, 24 anni, oggi freelance nel mondo dei podcast:
“Alla fine non è il diploma che ha deciso per me. È stato il modo in cui ho imparato a cercare. A un certo punto, ho smesso di aspettare risposte e ho cominciato a farmele.”
