Come si diventa guida turistica: il percorso formativo e i consigli pratici

Diventare guida turistica oggi: cosa cambia con la nuova legge nazionale, quali sono i percorsi formativi e le competenze richieste

 

 

di Lucia Resta
22 luglio 2025
1 MIN READ

Senti il richiamo di storie antiche e opere d’arte mozzafiato? Ti entusiasma l’idea di trasformare la tua curiosità per la storia e la cultura in un vero e proprio mestiere? Diventare una guida turistica è un percorso affascinante, un’avventura che ti permette di viaggiare ogni giorno restando a casa tua, o quasi. Anche se le regole sono cambiate un po’ ultimamente, ci sono dei passi ben precisi da seguire per far sì che il tuo sogno diventi realtà. Ma non preoccuparti, non sarai solo in questa esplorazione!

Per capire bene come funziona, ci faremo accompagnare da due professioniste che vivono questo lavoro sulla propria pelle: Giada Petrucci, che ha iniziato in Toscana e ora incanta i visitatori a Torino, e Patrizia Mandorino, un vero punto di riferimento per chi vuole scoprire le meraviglie del Salento. Le loro esperienze ci daranno la bussola per orientarci in questo mondo. Pronti a partire?

Il percorso universitario e formativo

Fino a pochi anni fa, non era strettamente necessaria una laurea per diventare guida turistica. Giada Petrucci, ad esempio, ha ottenuto il suo patentino nel 2017 a Firenze tramite un corso di formazione: “Io ho ottenuto il mio patentino da guida turistica nel febbraio 2017 a Firenze, grazie a un corso di formazione della scuola A.P.A.B., della durata complessiva di 1000 ore (di cui 100 di stage)”. Questo corso copriva materie fondamentali come archeologia, storia del territorio, storia dell’arte, tradizioni locali e legislazione ed era “accessibile con qualsiasi percorso di studi pregresso, quindi non era richiesta una laurea”.

Tuttavia, la situazione è cambiata con la nuova legge nazionale del dicembre 2023, che ha introdotto una regolamentazione a livello nazionale. Attualmente, per accedere al nuovo esame pubblico per l’abilitazione nazionale, è richiesta almeno una laurea triennale in materie attinenti alla professione. Giada Petrucci lo conferma: “Al contrario, oggi — quando sarà indetto il nuovo esame pubblico — sarà necessaria almeno una laurea triennale in materie attinenti alla professione”. Patrizia Mandorino, guida in Salento, ha una “Laurea specialistica in Storia dell’arte e master in Comunicazione dei saperi storici”, il che sottolinea l’importanza di una solida base accademica in discipline umanistiche. Anche se il corso specifico per l’abilitazione potrebbe non essere riconosciuto dalla Regione, la formazione universitaria e l’aggiornamento costante sono cruciali.

Giada Petrucci

Le abilitazioni e gli esami: il passaggio dal regionale al nazionale

Fino a pochi anni fa, non era strettamente necessaria una laurea per diventare guida turistica. Giada Petrucci, ad esempio, ha ottenuto il suo patentino nel 2017 a Firenze tramite un corso di formazione: “Io ho ottenuto il mio patentino da guida turistica nel febbraio 2017 a Firenze, grazie a un corso di formazione della scuola A.P.A.B., della durata complessiva di 1000 ore (di cui 100 di stage)”. Questo corso copriva materie fondamentali come archeologia, storia del territorio, storia dell’arte, tradizioni locali e legislazione ed era “accessibile con qualsiasi percorso di studi pregresso, quindi non era richiesta una laurea”.

Tuttavia, la situazione è cambiata con la nuova legge nazionale del dicembre 2023, che ha introdotto una regolamentazione a livello nazionale. Attualmente, per accedere al nuovo esame pubblico per l’abilitazione nazionale, è richiesta almeno una laurea triennale in materie attinenti alla professione. Giada Petrucci lo conferma: “Al contrario, oggi — quando sarà indetto il nuovo esame pubblico — sarà necessaria almeno una laurea triennale in materie attinenti alla professione”. Patrizia Mandorino, guida in Salento, ha una “Laurea specialistica in Storia dell’arte e master in Comunicazione dei saperi storici”, il che sottolinea l’importanza di una solida base accademica in discipline umanistiche. Anche se il corso specifico per l’abilitazione potrebbe non essere riconosciuto dalla Regione, la formazione universitaria e l’aggiornamento costante sono cruciali.

Le abilitazioni e gli esami: il passaggio dal regionale al nazionale

Il percorso per l’abilitazione è stato oggetto di importanti modifiche che distinguono nettamente la situazione pre-2023 da quella attuale.

Abilitazione regionale (pre-2023)

Prima dell’introduzione della legge nazionale del dicembre 2023, il sistema era frammentato a livello regionale. Il patentino ottenuto era generalmente valido solo per il territorio della regione o, in alcuni casi, della provincia o della città metropolitana in cui era stato conseguito.

A proposito della validità territoriale limitata, Giada Petrucci, ricordando i suoi esordi, spiega: “All’epoca non era ancora stata regolamentata né la validità regionale né nazionale del patentino”. Il suo primo patentino l’ha “autorizzata a esercitare la professione nel territorio fiorentino e toscano”. Questo significava che, per operare in altre regioni o addirittura in altre città metropolitane, era necessario ottenere ulteriori abilitazioni locali. Giada ne è un esempio lampante: trasferitasi a Torino, ha dovuto attivarsi per ottenere un secondo patentino. “Con il mio patentino toscano avrei potuto operare in tutti i musei civici, ma sarebbero sorte delle difficoltà nei musei privati. Il mio obiettivo principale era poter lavorare al Museo Egizio di Torino (che è una fondazione privata). Le guide extraregionali possono lavorare lì, ma devono necessariamente acquistare il biglietto d’ingresso come un normale visitatore. Questo, nell’ottica di collaborare con agenzie o tour operator, rappresentava un ostacolo: quale agenzia pagherebbe anche la mia quota, oltre a quella dei clienti? Così ho avviato la procedura per ottenere anche il patentino valido per la Città Metropolitana di Torino. Mi sono recata all’ufficio delle professioni turistiche e, dopo uno stage di 8 uscite con una guida piemontese, ho ottenuto il mio tesserino anche per questo territorio”.

Abilitazione nazionale (post-2023)

La legge nazionale del dicembre 2023 ha segnato un punto di svolta, mirando a creare un sistema unificato e standardizzato su tutto il territorio italiano.

  • Validità territoriale nazionale – L’obiettivo principale della nuova normativa è una regolamentazione a livello nazionale, con un’unica abilitazione che permette di operare in tutto il territorio italiano, superando le precedenti frammentazioni regionali. Patrizia Mandorino lo conferma: “Serve l’abilitazione nazionale e la successiva iscrizione all’albo“.
  • Requisiti unificati – Come già accennato, un requisito fondamentale per accedere all’esame pubblico nazionale è ora la laurea triennale in materie attinenti alla professione. Questo standardizza il livello di formazione accademica richiesto a tutti i futuri professionisti.
  • Albo nazionale – L’abilitazione comporta l’iscrizione a un albo nazionale delle guide turistiche, gestito dal Ministero del Turismo. Questa iscrizione è obbligatoria per esercitare la professione a livello nazionale, mentre non è obbligatorio iscriversi ad associazioni di categoria.
  • Modalità d’esame standardizzate – Sebbene i dettagli specifici del nuovo esame nazionale siano ancora in fase di definizione o pubblicazione, l’intento è quello di stabilire procedure e contenuti d’esame uniformi su tutto il territorio, garantendo la stessa qualità di preparazione a tutte le guide abilitate. L’esame di Giada Petrucci può offrire una base per capire cosa aspettarsi, con prove scritte e orali e verifica delle competenze linguistiche. È fondamentale abilitarsi in almeno due lingue, di cui una l’italiano.
  • Aggiornamento professionale – Una volta ottenuta l’abilitazione, è obbligatorio frequentare almeno un corso di aggiornamento ogni cinque anni. Le associazioni di categoria e gli enti regionali spesso offrono corsi e visite dedicate per mantenere le guide sempre aggiornate. Giada Petrucci lo ribadisce: “Ogni guida è tenuta a frequentare almeno un corso di aggiornamento ogni cinque anni”.

Competenze fondamentali per una guida turistica

Per eccellere in questa professione, sono necessarie diverse competenze, che vanno oltre la semplice conoscenza accademica:

  • Conoscenza approfondita: è indispensabile avere una conoscenza approfondita di storia, storia dell’arte, archeologia, tradizioni locali e, a seconda degli itinerari, anche enogastronomia. Giada Petrucci sottolinea “l’amore per lo storytelling, la storia dell’arte o l’archeologia, la storia in generale o l’enogastronomia.” Patrizia Mandorino enfatizza la “Conoscenza approfondita della storia dell’arte e della storia”.
  • Doti comunicative: essere un buon comunicatore è essenziale. Patrizia Mandorino suggerisce di “non essere eccessivamente prolissi, alternare l’arte e la storia con aneddoti e leggende, evitare di annoiare, comprendere da subito il linguaggio che bisogna utilizzare con il gruppo (forbito, tecnico, semplice) a seconda del livello di conoscenza degli utenti e tanta pazienza”. Giada Petrucci aggiunge l’importanza della capacità di “stare sul palco, ammaliare con le storie, regalare momenti di cultura e intrattenimento.”
  • Gestione dei gruppi: saper gestire gruppi di diverse tipologie (famiglie, scuole, anziani, privati) e con diverse esigenze è cruciale. Richiede “organizzazione e gestione dei gruppi (ognuno con necessità diverse: famiglie, scuole, anziani, privati…)” secondo Giada.
  • Lingue straniere: la padronanza di più lingue è un enorme vantaggio. Giada Petrucci è “abilitata in quattro lingue (italiano, inglese, spagnolo e francese)”, ampliando notevolmente le sue opportunità lavorative.
  • Curiosità e aggiornamento costante: il mondo della cultura e del turismo è in continuo mutamento. È fondamentale tenersi sempre aggiornati leggendo libri, riviste, seguendo lezioni e partecipando a corsi specifici. Giada Petrucci afferma: “Mi tengo aggiornata grazie alla mia curiosità: leggo riviste, libri su Torino, i Savoia, l’antico Egitto… Seguo le lezioni gratuite del Museo Egizio, dedicate anche alle guide, e grazie a Federagit ho accesso a corsi di aggiornamento, visite dedicate alle mostre temporanee, aperture straordinarie nei musei. E poi… tanto, tanto internet!” Anche Patrizia Mandorino concorda: “Studiare sempre e prepararsi con approfondimenti a seconda delle richieste specifiche dei vari gruppi e soprattutto conoscere gli eventi del tuo territorio lavorativo”.

Patrizia Mandorino

L'attività professionale: come lavorare

Una volta ottenuta l’abilitazione, le guide turistiche possono operare in diversi modi:

  • Collaborazioni: molte guide lavorano con tour operator (italiani e stranieri), agenzie di viaggio, scuole ed enti pubblici. Patrizia Mandorino conferma: “Collaboro con tour operator, enti pubblici, scuole e anche in autonomia”. Giada Petrucci spiega: “Lavorare con le agenzie garantisce continuità: vendono i tour su varie piattaforme e ti chiamano”. Questo garantisce una maggiore continuità lavorativa, anche se le tariffe potrebbero essere inferiori rispetto al lavoro in autonomia.
  • Lavoro in autonomia: lavorare con clienti privati offre maggiore libertà nella gestione delle visite e può essere più remunerativo. “Lavorando per conto proprio hai una maggiore libertà nella gestione della visita guidata” afferma Patrizia Mandorino. Tuttavia, richiede capacità di marketing e networking per trovare clienti, poiché i turisti spesso visitano una città una sola volta. Giada Petrucci sottolinea anche la necessità di un altro “aiutino”: “Il passaparola è uno strumento potentissimo!”
  • Associazioni di categoria: l’iscrizione a un’associazione di categoria (come Federagit, menzionata da Giada Petrucci) non è obbligatoria, ma è caldamente consigliata. Offre numerosi vantaggi, tra cui: networking con altri colleghi, accesso a incarichi, aggiornamenti legislativi, corsi di formazione e visite dedicate. Giada Petrucci spiega: “Non è obbligatorio iscriversi a un’associazione di categoria, ma è sicuramente utile: ti permette di conoscere meglio il settore, ricevere incarichi, fare rete con altre colleghe, rimanere aggiornata sulla legislazione e accedere ai corsi di aggiornamento organizzati dagli enti regionali”.

Aspetti pratici del lavoro di guida turistica

Scopriamo alcune peculiarità di questo bellissimo, ma faticoso mestiere:

  • Stagionalità del lavoro: il lavoro di guida turistica può essere stagionale, soprattutto in alcune aree come il Salento, dove le richieste diminuiscono notevolmente in inverno, come evidenziato da Patrizia Mandorino: “Per lo più è un lavoro stagionale, poiché in inverno le richieste non sono molte, a volte proprio completamente assenti”. Tuttavia, in città con un flusso turistico costante, come Torino e Firenze, può diventare un impegno su 12 mesi, con periodi di alta, media e bassa stagione. Giada Petrucci afferma: “Per molto tempo è stato stagionale, ma dal 2022 è diventato un impegno costante sui 12 mesi, con periodi di alta, media e bassa stagione”.
  • Soddisfazioni e sfide: la professione offre grandi soddisfazioni, come le recensioni positive, i complimenti dei clienti e la possibilità di trasmettere la propria passione. Giada Petrucci elenca: “Le recensioni delle famiglie felici di aver passato ore volate via parlando di popolazioni antiche; i bambini che ascoltano rapiti (quando spesso non stanno fermi un minuto); le colleghe e i tour operator che ti cercano e ti stimano; gli applausi di fine tour, le belle parole e, perché no… le mance”. Patrizia Mandorino concorda, la più grande soddisfazione è “quando il gruppo a fine percorso è soddisfatto della tua visita guidata e si complimenta con te per l’amore, la passione e la conoscenza che trasmetti loro”. Tuttavia, presenta anche delle sfide, tra cui la mancanza di stabilità economica: Patrizia Mandorino infatti sottolinea che “non è un lavoro che permette di avere una grande stabilità economica perché le entrate sono molto variabili e spesso la concorrenza è sleale con tariffe al di sotto delle prestazioni.” Inoltre, “bisogna tener presente che si lavora nei giorni festivi e soprattutto in tutte le condizioni climatiche possibili”.

Consigli per i futuri professionisti

E ora vediamo cosa serve davvero a chi vuole intraprendere questa professione:

  • Passione e studio costante sono le basi di tutto. Giada Petrucci infatti dice: “Consiglio questa professione a chi ha passione e voglia di studiare sempre”.
  • Scarpe comode e attività fisica: si cammina molto! Sempre Giada Petrucci infatti suggerisce: “Consiglio anche scarpe comode e un po’ di ginnastica: si cammina davvero tanto”.
  • Sviluppare una rete: creare contatti e farsi conoscere è fondamentale, soprattutto all’inizio. Giada Petrucci: “Se c’è una cosa che avrei voluto sapere prima di iniziare, è come muovere i primi passi: come farsi conoscere, come creare una rete, perché la libera professione vive di questo”.
  • Non farsi sfruttare: Patrizia Mandorino consiglia di “evitare di farsi sfruttare dai tour operator o enti pubblici con un pagamenti bassi”.

Diventare guida turistica è un percorso che richiede dedizione, studio e un’autentica passione per il patrimonio culturale. Con la giusta preparazione e le competenze adeguate, si può trasformare ogni città in un “grande ufficio”, offrendo esperienze indimenticabili ai visitatori.

Cosa fa una guida turistica (e perché potrebbe servire anche a te)

Visitando una città d’arte hai mai avuto l’impressione di essere rimasto troppo in superficie delle cose? Quante volte guardando un monumento o percorrendo vicoli e piazze avresti voluto saperne di più, conoscere la storia e gli aneddoti su quel luogo? Bene, una guida turistica trasforma una semplice passeggiata in un racconto vivo, fatto di dettagli che da soli sarebbe difficile cogliere. È la figura che rende un luogo non solo bello, ma anche comprensibile e memorabile.

Cos’è una guida turistica

La guida turistica è un professionista, certificato e abilitato, che accompagna persone alla scoperta di città, musei e territori, illustrandone il patrimonio storico, artistico, culturale ed enogastronomico. Non è solo chi “spiega”: è qualcuno che sa rendere la visita un’esperienza personalizzata, adattandosi a chi ha di fronte, con passione e competenza.

Cosa fa concretamente?

Una guida turistica concretamente arricchisce una visita perché:

    • Illustra e racconta monumenti, musei, chiese, siti archeologici.
    • Organizza e conduce itinerari tematici: arte, storia, cibo, leggende locali.
    • Adatta le spiegazioni a gruppi diversi: scuole, famiglie, turisti stranieri, professionisti.
    • Traduce e spiega contenuti in una o più lingue straniere.
    • Coordina logistica e tempi di visita, tenendo conto delle esigenze del gruppo.
    • Si aggiorna costantemente su normative, eventi, mostre temporanee.
    • Collabora con agenzie, enti pubblici, scuole, oppure lavora in autonomia.

Quando serve davvero una guida turistica?

Una guida diventa indispensabile ogni volta che vuoi andare oltre la semplice visita e capire davvero ciò che hai intorno. Nei viaggi brevi, quando hai poco tempo e vuoi sfruttarlo al massimo; nelle città ricche di storia, dove ogni angolo ha un significato nascosto; durante tour enogastronomici o tematici, quando serve qualcuno che conosca a fondo prodotti, tradizioni e storie locali. Una guida è utile anche per chi abita da anni in una città ma vuole riscoprirla con occhi nuovi, affidandosi a chi sa raccontarla con entusiasmo e precisione, senza mai risultare noioso o scontato.

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