Quando si conclude il percorso scolastico, è naturale porsi molte domande: continuare il percorso formativo in Italia o studiare all’estero? Quali possibilità concrete esistono per formarsi all’estero? E soprattutto, come si fa a partire davvero? Negli ultimi anni, grazie ai programmi europei e ai progetti di mobilità internazionale, studiare all’estero dopo il diploma è diventata una scelta sempre più accessibile, non solo per chi ha grandi mezzi economici, ma anche per chi cerca opportunità concrete di crescita personale, linguistica e professionale. Si tratta di esperienze che arricchiscono profondamente, non solo il curriculum, ma anche la visione del mondo. Aiutano a sviluppare autonomia, adattabilità, capacità di relazione e nuove competenze culturali: qualità oggi fondamentali sia per proseguire gli studi che per entrare nel mondo del lavoro.
Perché studiare all’estero dopo la maturità?
Scegliere di proseguire la propria formazione in un altro Paese significa mettersi alla prova in un contesto nuovo, migliorare la conoscenza delle lingue straniere, conoscere sistemi educativi diversi e costruire una rete internazionale di contatti. È anche un modo per acquisire una mentalità aperta e flessibile, sempre più apprezzata nei percorsi accademici e nelle professioni del futuro. Oltre ai vantaggi personali e formativi, vivere un periodo all’estero è spesso una svolta anche dal punto di vista dell’orientamento: permette di chiarirsi le idee su cosa si vuole studiare, sperimentare settori diversi, rafforzare la propria motivazione.
Studio, tirocinio o volontariato? Le opzioni a confronto
Studiare all’estero dopo il diploma non significa per forza iscriversi a un’università straniera. Esistono diverse strade, ciascuna con obiettivi e caratteristiche differenti. Il percorso di studio consente di accedere a corsi di laurea o post-diploma in università straniere, spesso con titoli validi anche in Italia. È una scelta ideale per chi desidera continuare la formazione accademica in un contesto internazionale.
Tirocini all’estero: il ponte pratico tra studio e lavoro
I tirocini internazionali rappresentano una delle opzioni più concrete per chi ha già completato un percorso tecnico o professionale o sta per farlo. Il programma Erasmus+ VET (Istruzione e Formazione Professionale) prevede che gli studenti o neodiplomati possano svolgere periodi di tirocinio all’estero presso imprese, enti pubblici o organizzazioni partner, con il sostegno finanziario dell’Unione Europea. Questo tipo di mobilità contribuisce sia alla formazione tecnica specifica sia all’acquisizione di competenze trasversali come autonomia, comunicazione e adattabilità.
Il tirocinio è regolato da un “Learning Agreement”, un documento che definisce attività, obiettivi, diritti e doveri di studente e struttura ospitante. La durata tipica può variare da poche settimane fino a 12 mesi, in base al progetto e all’accordo tra le parti. Le spese di viaggio, alloggio, vitto e in alcuni casi corso di lingua sono spesso coperte — almeno in parte — dalla sovvenzione Erasmus. Per partecipare è generalmente necessario che la scuola o l’ente di formazione sia accreditato per Erasmus+. Alcuni bandi richiedono che il tirocinio sia svolto entro un certo periodo dal diploma (per esempio entro un anno). Oltre all’esperienza professionale, il tirocinio internazionale consente di ampliare la rete di contatti, comprendere modalità organizzative straniere, migliorare la conoscenza della lingua e acquisire consapevolezza della propria competitività nel mercato del lavoro.
Volontariato europeo: esperienza formativa non formale
Il volontariato europeo, oggi gestito principalmente dal Corpo Europeo di Solidarietà (ESC – European Solidarity Corps), offre la possibilità di partecipare a progetti transnazionali in settori sociali, culturali, ambientali o di inclusione. Queste esperienze non sono retribuite, ma i costi sostenuti (alloggio, vitto, assicurazione sanitaria, viaggi) sono coperti dall’Unione Europea. La durata dei progetti può andare da 2 settimane fino a 12 mesi, a seconda del tipo di attività e degli obiettivi del progetto. L’età richiesta è spesso tra i 18 e i 30 anni, anche se alcune tipologie di progetti, come quelli umanitari, ammettono partecipanti fino ai 35 anni.
Partecipare a un progetto di volontariato significa non solo prestare servizio, ma vivere un percorso di apprendimento: acquisizione di competenze interculturali, capacità di lavorare in team, gestione delle relazioni in contesti diversi, rafforzamento della propria resilienza. Il volontariato costituisce un’opportunità per chi vuole mettersi alla prova al di fuori di strutture accademiche o lavorative, offrendo un’esperienza pratica che arricchisce il profilo personale e professionale.
Criteri per scegliere
Scegliere di iscriversi a un’università straniera dopo il diploma implica entrare in un sistema accademico diverso, con regolamenti, modalità di accesso e strutture che possono variare notevolmente rispetto all’Italia. In molti casi, però, i titoli conseguiti all’estero sono riconosciuti anche in Italia, grazie ad accordi internazionali e normative di riconoscimento (come la Convenzione di Lisbona, il sistema europeo ECTS, accreditamenti). Accedere a un corso universitario in un altro Paese vuol dire non solo studiare le materie che interessano, ma farlo in un contesto culturale diverso: partecipare a seminari, lavorare con studenti di varie nazionalità, svolgere progetti comuni con colleghi internazionali.
Questo ambiente arricchisce l’esperienza formativa, stimola l’adattabilità e favorisce lo sviluppo di una prospettiva globale. Prima di partire, è fondamentale verificare se il corso prescelto richiede requisiti specifici (certificazioni linguistiche, esami propedeutici, crediti riconosciuti) e informarsi sulle modalità di ammissione per gli studenti internazionali. Molte università offrono sportelli internazionali, tutor, supporti per l’inserimento, e corsi di lingua preparatoria. L’esperienza accademica in un contesto estero diventa così non solo un percorso di studio, ma un laboratorio di crescita personale, relazioni interculturali e sviluppo di competenze che vanno ben oltre i contenuti teorici.
Chi è interessato a proseguire gli studi in modo strutturato, con un titolo accademico spendibile a livello europeo, può valutare l’iscrizione a un’università estera, ideale per chi ama approfondire, lavorare in modo teorico-pratico e proiettarsi verso carriere che richiedono una laurea.
Chi invece preferisce un approccio più operativo e vuole entrare presto in contatto con il mondo del lavoro, può orientarsi verso un tirocinio formativo all’estero, soprattutto se proviene da un percorso tecnico o professionale. Questa scelta è utile anche per chi vuole rafforzare le proprie competenze prima di decidere se e come proseguire gli studi.
Il volontariato europeo è adatto a chi cerca un’esperienza di crescita personale e relazionale, anche al di fuori dei contesti formali. È una buona opzione per chi vuole fare qualcosa di utile, vivere all’estero, imparare sul campo e allo stesso tempo prendersi il tempo per capire meglio la direzione da prendere. Valutare queste possibilità in base ai propri interessi, al tipo di esperienza che si desidera fare e agli obiettivi a breve termine aiuta a scegliere con maggiore consapevolezza. Tutte e tre le strade, pur diverse, offrono strumenti concreti per crescere, mettersi alla prova e aprire nuove prospettive dopo il diploma.
Le opportunità europee dopo il diploma
L’Unione Europea promuove da anni numerosi programmi pensati per i giovani in transizione tra scuola e università. Non si tratta solo di Erasmus per studenti universitari, ma anche di progetti specifici per i neodiplomati, che prevedono tirocini, corsi di formazione e percorsi di studio all’estero, spesso con copertura dei costi e supporto logistico.
Tra i principali programmi a cui guardare dopo il diploma ci sono:
Erasmus+ Mobilità VET
Pensato per studenti degli istituti tecnici e professionali, offre tirocini formativi all’estero anche dopo il diploma. Si può partecipare tramite il proprio istituto scolastico o tramite enti accreditati. È un’occasione concreta per vivere un’esperienza di lavoro e formazione in Europa.
DiscoverEU
È un’iniziativa rivolta ai diciottenni che permette di viaggiare gratis in treno in Europa per scoprire nuovi Paesi e culture. Anche se non è un percorso di studio in senso stretto, è un primo passo verso l’apertura internazionale e spesso offre laboratori, attività formative e incontri interculturali.
Università europee e programmi binazionali
Sempre più atenei italiani propongono corsi di laurea in collaborazione con università estere, con doppio titolo o con periodi di mobilità obbligatoria. Alcune università europee, invece, accettano direttamente studenti internazionali dopo il diploma, con accesso facilitato e corsi in lingua inglese.
Corpo Europeo di Solidarietà
Anche se non è un programma di studio, offre la possibilità di partecipare a progetti di volontariato o lavoro solidale all’estero con vitto, alloggio e spese coperte. È una scelta molto formativa, anche in vista di future iscrizioni universitarie o inserimenti lavorativi.
Studiare in Europa: qualità e opportunità a costi contenuti
Contrariamente all’idea diffusa che studiare all’estero significhi affrontare costi insopportabili, molti paesi europei offrono percorsi universitari con tasse molto basse, o addirittura gratuite per studenti comunitari, insieme a sistemi di sostegno e borse di studio. La chiave è capire le regole specifiche di ciascuno stato, distinguendo tra cittadini UE/EEA e studenti extra-UE.
Germania: quasi nessuna retta, solo contributi minimi
In Germania molte università pubbliche non richiedono il pagamento delle rette universitarie, nemmeno per studenti internazionali. Chi è cittadino europeo paga solo una tassa semestrale amministrativa/regolare, che serve a coprire servizi come il trasporto pubblico, attività studentesche e uso degli edifici universitari — generalmente tra 200 e 400 euro a semestre. Questo regime è valido per molti corsi di laurea sotto forma standard (triennali e magistrali) in atenei pubblici. In alcuni casi, corsi particolari o università private possono richiedere costi aggiuntivi, ma questi sono l’eccezione più che la regola. In pratica, un laureato può studiare in Germania con un costo basso, purché scelga atenei pubblici e corsi “standard”. Inoltre, ci sono numerosi corsi offerti in inglese, per studenti internazionali, che mantengono il regime di tassazione favorevole. Chi proviene da fuori UE può essere soggetto a condizioni specifiche, ma spesso le istituzioni offrono borse di studio o esenzioni.
Paesi Bassi: inglese, innovazione e costi moderati
I Paesi Bassi sono molto apprezzati dagli studenti internazionali perché offrono un’ampia offerta di corsi in lingua inglese e un ambiente internazionale. Le rette non sono “ gratuite ”, ma restano relativamente contenute rispetto ad altri paesi anglosassoni, e sono accompagnate da sistemi di borse di studio e agevolazioni per studenti meritevoli o con redditi bassi. Il bilanciamento fra costi e qualità tende a essere favorevole: lo stile educativo olandese è spesso molto pratico, con frequenti laboratori, progetti e stage integrati, che rendono l’esperienza formativa più concrete e “spendibile”. In questo modo, lo studente ottiene un buon ritorno sull’investimento fatto.
Scandinavia: gratuità (per l’UE) e attenzione sociale
Paesi come Finlandia e Svezia rappresentano esempi di nazioni che, almeno per studenti UE/EEA, offrono l’istruzione universitaria gratuita o fortemente sovvenzionata. Questi paesi sono anche spesso all’avanguardia in termini di inclusività, servizi sociali allo studente e politiche a sostegno del reddito studentesco.
• In Finlandia, gli studenti europei non pagano una retta universitaria per i corsi triennali e magistrali in istituzioni pubbliche. Tuttavia, per studenti extra-UE, molte università richiedono una retta annuale che può oscillare tra 8.000 e 20.000 euro a seconda del corso
• In Svezia, i cittadini UE/EEA non pagano tasse per l’istruzione universitaria. Tuttavia, per studenti da paesi extra-UE, spesso si applicano rette e ci sono programmi internazionali con borse di studio.
• Altri paesi scandinavi (per esempio Norvegia, Danimarca) hanno varianti nei regimi di tassazione per studenti internazionali, ma in molti casi per studenti UE le condizioni sono vantaggiose.
Spagna e Portogallo: equilibrati nella lingua e nei costi
Spagna e Portogallo rappresentano mete favorite da molti studenti italiani perché la lingua è più vicina all’italiano, la cultura simile, e i costi (vitto, alloggio, trasporti) sono generalmente inferiori rispetto a capitali del Nord Europa. L’offerta universitaria è sempre più internazionale, con molti corsi in inglese, ed esistono anche sistemi di borse di studio nazionali e regionali per ridurre ulteriormente l’impatto economico. Sebbene non tutti i corsi siano gratuiti, le tasse universitarie in questi paesi risultano spesso più contenute rispetto ad altri contesti europei anglofoni.
Alcuni aspetti da considerare
• Differenze tra UE e extra‑UE: molte condizioni favorevoli (come tasse azzerate o sovvenzionate) sono valide per cittadini dell’Unione Europea, mentre per studenti extra-UE possono applicarsi condizioni differenti, rette più alte o procedure di ammissione specifiche.
• Costi di vita: anche quando le rette sono basse o nulle, bisogna considerare i costi di alloggio, trasporto, materiali e vitto — questi possono variare molto da città a città. Un’esperienza all’estero resta un investimento, ma in molti casi un investimento accessibile.
• Borse di studio e incentivi: molte università e governi nazionali offrono borse per studenti meritevoli o con situazione economica vantaggiosa. Spesso queste agevolazioni possono coprire parte o tutte le spese universitarie o di soggiorno.
• Lingua del corso: scegliere corsi in inglese amplia le opzioni, ma alcune università offrono programmi bilingue o corsi in lingua locale con supporti per chi non la conosce bene.
• Requisiti e selezioni: ogni paese e ateneo stabilisce regole proprie per ammissione, certificazioni linguistiche, traduzione dei titoli di studio. È importante verificare ogni requisito con cura sul sito dell’università di interesse.
Come prepararsi: gli step per partire davvero
Organizzare un’esperienza all’estero richiede tempo, attenzione e una buona pianificazione. L’ultimo anno delle superiori è il momento ideale per iniziare a informarsi, partecipare a eventi di orientamento e confrontarsi con docenti o tutor. Una volta individuata la destinazione e il tipo di esperienza desiderata, è importante verificare i requisiti linguistici e documentali. In molti casi, un buon livello scolastico d’inglese è sufficiente, ma alcune università richiedono certificazioni ufficiali come IELTS o TOEFL. La preparazione dei documenti rappresenta un passaggio chiave: curriculum Europass, lettera motivazionale, traduzioni dei titoli di studio e moduli di candidatura vanno compilati con cura e nei tempi previsti. Molti enti e scuole offrono supporto per affrontare questa fase, anche attraverso sportelli di mobilità o referenti per l’orientamento internazionale.
Chi ha vissuto un’esperienza all’estero dopo il diploma racconta spesso di aver imparato molto più di quanto si aspettasse. Le difficoltà iniziali diventano occasioni per scoprire capacità che non si pensava di avere. Si impara a gestire l’imprevisto, anche in un’altra lingua, a organizzarsi da soli, a convivere con abitudini diverse dalle proprie. Lontano da casa si sviluppa una nuova consapevolezza: delle proprie forze, dei propri limiti, ma anche delle possibilità. Si superano stereotipi, si costruiscono relazioni autentiche con persone di culture diverse, si acquisisce fiducia. Molti studenti tornano con uno sguardo più ampio sul mondo e con le idee più chiare sul proprio futuro.
.