Alternanza e PCTO: come trarne il massimo (senza perdere tempo)

Il PCTO non è solo un obbligo scolastico, ma un’occasione per mettersi alla prova, scoprire capacità nascoste e fare i primi passi nel mondo del lavoro con uno sguardo più consapevole sul futuro.

di Anna Castiglioni
8 ottobre 2025
1 MIN READ

Per molti studenti delle scuole superiori, il PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento – è visto come un obbligo da affrontare più che un’opportunità da cogliere. Capita spesso di ritrovarsi a svolgere attività poco coinvolgenti o che sembrano lontane da qualsiasi interesse personale. Eppure, con il giusto approccio, anche un’esperienza di alternanza apparentemente poco stimolante può diventare utile per capire qualcosa in più su di sé, sul lavoro e sul proprio futuro.

Che cos’è il PCTO

Il PCTO è l’evoluzione dell’alternanza scuola-lavoro, introdotta per offrire agli studenti delle scuole superiori un primo contatto con il mondo professionale. Si tratta di percorsi obbligatori che uniscono attività pratiche, formazione e orientamento, da svolgere in parte al di fuori dell’aula, in contesti reali come aziende, associazioni, enti pubblici o privati. Il monte ore varia a seconda dell’indirizzo scolastico, ma l’obiettivo è comune: aiutare gli studenti a sviluppare competenze utili, sia per il lavoro che per il proseguimento degli studi, e iniziare a costruire un’idea più concreta del proprio futuro.

 

Capire perché si fa il PCTO

Il primo passo per vivere meglio questa esperienza è capire qual è il suo scopo. Il PCTO non serve solo ad accumulare ore, ma ad avvicinarsi in modo concreto al mondo del lavoro, sperimentare contesti diversi da quello scolastico e sviluppare competenze pratiche che non si imparano sui libri. Anche quando le attività non sembrano legate ai propri interessi, possono aiutare a scoprire abilità personali o preferenze lavorative fino a quel momento inesplorate.

Non tutte le scuole riescono a proporre esperienze perfettamente adatte a ciascuno. Tuttavia, è possibile trovare un valore anche in contesti che inizialmente sembrano poco entusiasmanti. Osservare come funzionano i rapporti tra colleghi, capire come ci si comporta in un ambiente professionale, imparare a rispettare orari e consegne: sono tutte abilità che tornano utili in qualsiasi percorso futuro. Anche compiti semplici possono essere occasione per allenare precisione, autonomia e capacità di adattamento.

Le competenze che si sviluppano con il PCTO

Durante il PCTO non si acquisiscono solo conoscenze tecniche, ma soprattutto competenze trasversali. Problem solving, comunicazione, gestione del tempo, lavoro di squadra: sono aspetti fondamentali in ogni ambito, dal lavoro alla vita personale. Riconoscerli e valorizzarli, magari tenendo un piccolo diario o un elenco delle attività svolte, aiuta a diventare più consapevoli di ciò che si sta imparando.

Un altro modo per non sprecare questa esperienza è prepararsi con un minimo di anticipo. Informarsi sull’ente ospitante, chiedere quali saranno i compiti assegnati, chiarire gli obiettivi del percorso può fare una grande differenza. Allo stesso modo, una volta terminato il PCTO, vale la pena fermarsi a riflettere su cosa si è imparato, cosa è piaciuto e cosa no. Questa analisi aiuta a orientarsi meglio nelle scelte future, scolastiche o lavorative.

È normale che il PCTO non corrisponda esattamente alle proprie aspettative. Non tutti i percorsi sono ideali, ma anche da quelli meno riusciti si può imparare qualcosa. Adottare un atteggiamento attivo, fare domande, cercare di capire il contesto e porsi piccoli obiettivi personali può aiutare a rendere l’esperienza più significativa. A volte, anche solo capire cosa non si vuole fare in futuro è un risultato importante.

Come scegliere un PCTO utile

A volte si ha la possibilità di scegliere tra più proposte, altre volte ci si ritrova a dover accettare un’opzione già decisa dalla scuola. In entrambi i casi, vale la pena fermarsi un attimo a riflettere: cosa può davvero essermi utile? Cosa mi incuriosisce, anche solo un po’?
Un PCTO utile non è per forza quello che ti farà innamorare di una professione, ma quello che ti permetterà di imparare qualcosa di nuovo su di te, sulle tue capacità e sul mondo che ti circonda.
Ecco alcune domande guida da farsi prima di scegliere (o affrontare) un PCTO:

  • Quali attività svolgerò concretamente? Sono osservatore passivo o posso partecipare in modo attivo?
  • Questo contesto mi permette di migliorare competenze che mi serviranno in futuro (es. uso di strumenti digitali, comunicazione, problem solving)?
  • È un settore che conosco o che ho voglia di esplorare, anche solo per curiosità?
  • Ci sono figure professionali con cui potrei confrontarmi e farmi domande?
  • Cosa spero di portarmi a casa alla fine di questo percorso, anche se sarà breve?

 

Errori da evitare quando si sceglie un PCTO

Un errore comune è pensare che solo un PCTO perfettamente allineato con le proprie passioni sia utile. In realtà, anche esperienze in settori lontani dai propri interessi possono offrire spunti importanti. A volte, un ambiente inaspettato può far emergere competenze che non sapevi di avere: organizzazione, adattabilità, spirito di iniziativa.
Esempio: se sogni di lavorare nella moda, fare PCTO in un centro culturale ti sembrerà fuori tema. Ma potresti scoprire di saper organizzare eventi, parlare in pubblico o collaborare con team molto diversi tra loro. Tutto questo tornerà utile, ovunque andrai.

Come informarsi sul PCTO

Prima di iniziare, prova a raccogliere qualche informazione in più. Puoi:

  • Chiedere ai compagni delle classi precedenti che hanno fatto lo stesso PCTO: com’è stato davvero?
  • Parlare con il tutor scolastico per capire obiettivi, mansioni e tipo di contesto
  • Cercare online informazioni sull’ente, l’azienda o l’associazione coinvolta
  • Provare a contattare chi ci lavora, anche solo per capire quali ruoli esistono e cosa potresti osservare

Cosa fare se il PCTO non funziona

Può capitare che il percorso scelto o assegnato non sia ben organizzato, che le attività siano poco chiare o che manchi un vero accompagnamento. In questi casi è importante non chiudersi, ma cercare un dialogo con gli insegnanti tutor o con chi coordina il progetto. Segnalare in modo costruttivo ciò che non va è un diritto e può contribuire a migliorare l’esperienza per sé e per gli altri. Anche in un contesto poco stimolante si può provare a trovare piccoli spunti da osservare o imparare. E, soprattutto, è possibile rielaborare a posteriori ciò che si è vissuto, traendo insegnamenti anche da ciò che non ha funzionato.

Come raccontare bene il PCTO nel curriculum o nei colloqui

Quando si inizia a scrivere un curriculum o ci si prepara per un colloquio, anche un’esperienza breve come il PCTO può fare la differenza. La chiave è saperla raccontare bene: invece di limitarsi a dire dove si è svolta, è utile spiegare cosa si è fatto concretamente e quali competenze si sono sviluppate.
Esempi pratici:

  • “Stage in biblioteca”
 può diventare 
”Accoglienza degli utenti, supporto al prestito libri e inserimento dati nel gestionale. Ho sviluppato precisione, autonomia e capacità relazionali.”
  • “PCTO in un laboratorio teatrale” 
può diventare 
”Partecipazione a progetti di scenografia e organizzazione eventi. Ho lavorato in team e gestito tempistiche serrate per la messa in scena.”

Se possibile, collega l’esperienza a un tuo obiettivo futuro: ad esempio, se vuoi studiare comunicazione, sottolinea come hai gestito il contatto con il pubblico o come hai collaborato in gruppo.
 In un colloquio, anche una frase come “Durante il mio PCTO ho capito che mi trovo bene in ambienti dinamici” può dire molto su di te.

Un piccolo riassunto: cosa prevede la normativa sul PCTO

Per chiarire eventuali dubbi, ecco alcune informazioni pratiche su come funziona il PCTO dal punto di vista normativo:

  •  È obbligatorio?
 Sì. Tutti gli studenti delle scuole superiori devono svolgerlo, con modalità e durata diverse in base all’indirizzo.
  • Quante ore sono previste?
    ◦ Licei: almeno 90 ore nel triennio
    ◦ Istituti tecnici: almeno 150 ore
    ◦ Istituti professionali: almeno 210 ore
  • Serve un attestato?
 Sì, al termine del percorso deve essere rilasciata una certificazione delle competenze acquisite. Questo documento può essere utile anche per il curriculum o per proseguire gli studi.
  • Chi lo organizza?
 La scuola, in collaborazione con enti esterni (aziende, associazioni, enti pubblici, ecc.). Ogni studente ha un tutor interno (insegnante) e spesso anche un tutor esterno.

Il PCTO in contesti innovativi

Quando si pensa al PCTO, viene spontaneo immaginare ambienti classici come uffici amministrativi, negozi o enti pubblici. Ma oggi, esistono esperienze molto più variegate, spesso poco conosciute, che permettono agli studenti di esplorare ambiti creativi, tecnologici, sociali o internazionali. Sempre più scuole stanno cercando di stringere collaborazioni con realtà innovative, anche su iniziativa degli stessi studenti o dei docenti più attivi. Qualche esempio di esperienze fuori dagli schemi:

  • Startup e imprese digitali: osservare da vicino come nasce un progetto, come si comunica sui social, come si sviluppa un’app o si gestisce un e-commerce.
  • Laboratori artistici e creativi: scenografia, fotografia, grafica, montaggio video, organizzazione di eventi culturali.
  • Associazioni di volontariato: esperienze che uniscono formazione e impegno civico, ideali per sviluppare empatia, comunicazione e senso di responsabilità.
  • Musei, archivi, biblioteche digitali: dove tecnologia e cultura si incontrano, e si impara a progettare contenuti, fare ricerca, comunicare il patrimonio.
  • Progetti di cittadinanza attiva o rigenerazione urbana: partecipare a iniziative locali di riqualificazione di spazi pubblici o educazione ambientale.
  • Collaborazioni con enti europei o internazionali: grazie a reti come eTwinning, Erasmus+ o progetti Comenius, alcune scuole propongono esperienze di respiro europeo, anche virtuali.

Molti di questi percorsi non seguono il modello classico “ufficio-orari-scrivania”, ma si basano su lavori di gruppo, project work, attività sul campo o laboratori pratici. Questo può essere molto stimolante per chi ama imparare facendo, più che osservando.

PCTO, come accedere a percorsi alternativi

Anche se queste esperienze non sono sempre proposte automaticamente dalla scuola, non è detto che siano irraggiungibili. Ecco alcune strategie per avvicinarle:

  • Proporre un ente alla scuola: se conosci un’associazione, un’azienda o un professionista disponibile ad accoglierti, parlane con il tuo tutor scolastico. A volte basta una mail per avviare una collaborazione.
  • Chiedere ai docenti più attivi o referenti PCTO se ci sono progetti nuovi in arrivo o se puoi partecipare a bandi esterni.
  • Cercare esperienze anche fuori dall’orario scolastico (weekend, estate), da valorizzare comunque nel tuo percorso formativo, anche se non rientrano nel PCTO ufficiale.
  • Partecipare a eventi locali come hackathon, festival, laboratori, open day universitari: spesso nascono contatti che si possono trasformare in opportunità concrete.

Un PCTO in un contesto innovativo può avere un impatto forte, anche se inizialmente sembra lontano dai propri obiettivi. Spesso, è proprio l’esperienza “fuori dal solito” che accende una nuova curiosità o fa scoprire un talento nascosto. Il PCTO non è solo un obbligo scolastico: è un’occasione per mettersi alla prova, uscire dalla propria zona di comfort e iniziare a costruire il proprio futuro. Anche quando l’esperienza non è perfetta, c’è sempre qualcosa da imparare. Con un po’ di attenzione, preparazione e curiosità, si può trasformare in un’opportunità concreta di crescita personale e professionale.

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