Maturità 2026: la riforma, dal nome in poi
Maturità 2026 – Il 4 settembre 2025, in Consiglio dei Ministri, è stata approvata la riforma della maturità che entrerà in vigore nel 2026. Fino quest’anno, l’Esame di Stato — così era ufficialmente chiamato dopo la riforma Berlinguer del 1997 — manteneva una struttura simile, con due prove scritte e un colloquio orale, ma senza vincoli stringenti: uno studente con buoni voti negli scritti e crediti scolastici solidi poteva ottenere il diploma anche senza sostenere l’orale, un’eventualità che negli ultimi anni, complice il periodo post-pandemico, non era rara. E che si è concretizzata nel 2025 con una serie di azioni-protesta da parte di studentesse e studenti che, raggiunto il punteggio minimo per superare l’esame, avevano deciso di presentarsi ma non sostenere l’orale.
La nuova maturità vorrebbe ribalta questo approccio: il colloquio diventa un passaggio non evitabile, una prova pensata, secondo quanto si legge sul comunicato ufficiale, per “valutare la crescita complessiva dello studente, il suo grado di autonomia e responsabilità”. Per molti, anche una risposta alle proteste, appunto. E infatti, sempre nel comunicato si legge: “chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato“.
Il cambio di prospettiva è evidente anche nella scelta di ripristinare il nome storico di “Maturità”, abolito, appunto, nel 1997 ma mai tramontato davvero nel parlato e sui media.
Il rebranding è un segnale politico e culturale.
Le prove scritte restano due. Le tracce saranno interdisciplinari, attente al problem solving e alla capacità di collegare saperi diversi.
Maturità 2026: cosa prevede il decreto sulla riforma
Il decreto è il punto di partenza della riforma. Tra i suoi punti salienti troviamo:
- il cambio di denominazione: si abbandona “esame di Stato” per tornare all’originario “Esame di Maturità”, valorizzando il significato simbolico del passaggio all’età adulta;
- l’orale “obbligatorio”: il colloquio non sarà più aggirabile. In caso di rifiuto volontario – per protesta o boicottaggio – non si riceverà il diploma ma si dovrà ripetere l’anno scolastico, anche con scritti ottimi e ottimi voti di ammissione all’orale.
Perché il ministro Valditara ha promosso queste modifiche?
Il ministro Giuseppe Valditara ha motivato la riforma come una necessità per rafforzare l’Esame di Stato come un esame che misuri competenze ma anche autonomia, responsabilità e crescita personale. Ha inoltre ribadito che secondo lui chi “boicotta” l’orale non rispetta le regole dell’istituzione scolastica, mentre chi affronta difficoltà emotive sarà sostenuto dai docenti, che potranno riproporre domande alternative.
Maturità 2026: come funzionano le due prove scritte
Per quanto riguarda le prime due prove, gli scritti sono confermati, ma dovrebbero esserci dei ritocchi:
- prima prova (italiano): resta invariata nella struttura tradizionale;
- seconda prova di indirizzo: rimane, ma potrà includere elementi di problem solving, logica e interdisciplinarità (es. matematica allo scientifico con ragionamenti logici).
Maturità 2026. Le commissioni d’esame
Un altro punto della riforma riguarda la composizione delle commissioni d’esame. Dimentichiamo le composizioni numerose del passato: a partire dalla maturità 2026 ogni commissione sarà strutturata in modo più snello. Verranno assegnati due commissari esterni e due interni per ogni accoppiamento di due classi, con un presidente esterno chiamato a garantire imparzialità e qualità della valutazione.
Questo cambiamento risponde all’esigenza di agevolare la gestione burocratica dell’esame e far risparmiare. Secondo il Ministero, ridurre la commissione d’esame assicurerebbe anche una valutazione da parte di una commissione più focalizzata e competente. Il ruolo dei commissari esterni, scelti dal Ministero, resta centrale sia nella definizione delle tracce sulla seconda prova sia nella supervisione del sistema di valutazione complessivo.
Maturità 2026: cosa cambia per il colloquio orale? Obbligo e 4 materie
La novità più discussa della riforma riguarda il colloquio orale, che diventa un passaggio non più aggirabile. Se negli anni scorsi il diploma poteva essere conseguito anche con il solo superamento delle prove scritte e un credito scolastico elevato, ora non sarà più così: chi deciderà di fare scena muta all’orale dovrà ripetere l’anno, senza eccezioni.
Il colloquio verterà su quattro materie – individuate con decreto del Ministro – e sarà integrato da una valutazione del percorso formativo complessivo, che terrà conto anche dell’educazione civica e della formazione scuola-lavoro.
Riassumendo, ecco le principali novità relative al colloquio orale della maturità 2026:
- Fine della “promozione automatica”: in passato era possibile ottenere il diploma anche senza orale, grazie a crediti e scritti. Ora non più.
- Regole chiare: sarà strutturato, multidisciplinare, con spazio a Educazione civica e percorsi trasversali.
- Supporto per blocchi emotivi: non è una presa di posizione punitiva; gli studenti in difficoltà riceveranno aiuto, purché dimostrino volontà di collaborare.
Dai PCTO si torna a "formazione scuola-lavoro"
C’è qualcos’altro che cambia nome, non direttamente legato all’esame di maturità: i PCTO (“Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”) torneranno a chiamarsi “formazione scuola-lavoro”, recuperando la denominazione precedente.
“Un cambio di denominazione”, ha detto Valditara, “che vuole evidenziare la stretta relazione che deve esservi tra formazione scolastica e mondo del lavoro”.
Anche in questo caso il cambio di nome indica, chiaramente, un progetto politico e ideologico.
Maturità 2026: il nuovo modello a confronto con il precedente
Aspetto | Modello Precedente (2017-2024) |
Proposta di Riforma (2026)
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Nome esame | Esame di Stato |
Esame di Maturità
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Composizione commissione | 3 interni, 3 esterni + presidente |
2 interni, 2 esterni + presidente
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Colloquio orale | Obbligatorio ma aggirabile |
Obbligatorio ma non aggirabile pena la bocciatura per “scena muta” volontaria
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Prove scritte | Due | Due |