Liceo Classico: cosa si studia davvero, chi ci si trova bene e cosa si può fare dopo

Il Classico esiste da prima dell’Italia unita. È nato per formare una classe dirigente “colta”, capace di leggere i testi in greco e latino, capire la storia, argomentare. Un modello che ha influenzato tutta la scuola italiana, nel bene e nel male.

di Alpha Orienta
14 maggio 2025
1 MIN READ

Dati aggiornati

Oggi non è più il liceo “per chi vuole fare il politico o il professore”, anche se l’etichetta resiste. Il Classico è cambiato, ma resta un indirizzo con un’identità forte. Non è per tuttə — e va bene così. Capirlo davvero può aiutare a scegliere meglio.

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per l’anno scolastico 2025/26 la scelta per il liceo classico è rimasta stabile: dal 5,34% al 5,37% del totale delle iscrizioni alle scuole secondarie di secondo grado. Nelle regioni del Sud Italia, però, c’è stato un incremento, con Lazio, Sicilia e Calabria dove al classico si sono iscritti tra l’8% e il 9% degli studenti.

Il cuore del Classico: leggere, tradurre, pensare

Le due colonne portanti si chiamano latino e greco. Due lingue “morte” solo sulla carta, perché chi le studia impara a ragionare in modo vivo: parola per parola, frase per frase.

A fianco ci sono letteratura italiana, storia, filosofia, storia dell’arte. Le materie scientifiche non mancano, ma hanno meno spazio. C’è anche una lingua straniera (di solito inglese), ed educazione fisica come in tutti i licei.

Ma il punto non è la lista delle materie. È il modo in cui si studia. Lento, profondo, a volte faticoso. Spesso affascinante.

Cosa si impara davvero (anche se non finisce nel registro)

Studiare greco può sembrare un esercizio di pazienza. In parte lo è. Ma nel frattempo si allena qualcosa di più:

  • la capacità di analizzare un problema da più punti di vista
  • un metodo di studio rigoroso (e personale)
  • il gusto per l’argomentazione e la scrittura
  • l’abitudine a stare nel dubbio, senza scappare subito alla risposta

Chi esce dal Classico spesso sa esprimersi con chiarezza, leggere tra le righe, costruire un pensiero proprio. Non è poco, in un mondo pieno di parole vuote e opinioni copia-incolla.

E dopo? Più strade di quelle che si pensano

C’è chi pensa che il Classico porti solo a Lettere o Giurisprudenza. Non è così. Certo, molti scelgono facoltà umanistiche: filosofia, storia, lingue, diritto. Ma non mancano i casi di studentə che continuano con medicina, psicologia, economia, perfino ingegneria.

Quello che cambia non è solo la destinazione, ma il modo di arrivarci: con una testa abituata a pensare, non solo a ripetere.

Come ci ha detto Sara, designer: “Il Classico mi ha insegnato a stare davanti a un testo come davanti a una persona: con attenzione, senza giudicare subito.”

Non è una competenza da curriculum. È un modo di stare al mondo.

SULL'AUTORE
I pezzi a firma Alpha Orienta sono curati dalla redazione.
LEGGI LA SUA BIO