Che cos'è il Piano Didattico Personalizzato (PDP)?
Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è un documento che serve a organizzare il percorso scolastico per studentesse e studenti che hanno bisogno di percorsi personalizzati per apprendere e per essere valutati equamente. Non va confuso con il PEI (Piano Educativo Individualizzato), che riguarda gli studenti con disabilità.
Il PDP è obbligatorio per chi ha una certificazione di DSA, cioè di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, come prevede la Legge 170/2010.
È facoltativo ma fortemente raccomandato per chi ha Bisogni Educativi Speciali (BES).
In quali scuole si può avere un PDP?
Il PDP può essere attivato in:
- scuola primaria (elementari)
- scuola secondaria di primo grado (medie)
- scuola secondaria di secondo grado (superiori)
Non è previsto per scuola dell’infanzia, ma è possibile, invece attivare osservazioni strutturate utili alla prevenzione di DSA o altri bisogni educativi.
Infine, come ricorda AID Italia (Associazione italiana dislessia), la legge non è applicata nelle università: non esiste il PDP universitario. Ci sono delle linee guida della Conferenza nazionale universitaria dei delegati per la disabilità (Cnnudd), approvate dall’assemblea il 25 settembre del 2024. Ma queste linee guida non sono legge e non c’è garanzia che siano rispettate.
Chi può avere un PDP?
Come dicevamo, il PDP è un diritto per studentesse e studenti che hanno un DSA certificato (cioè: dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia). In questo caso, la certificazione va comunicata alla scuola.
Anche chi ha altri Bes non certificati potrebbe avere diritto al PDP. La direttiva ministeriale del 2012, infatti, amplia la categoria, includendo anche
- difficoltà socio-economiche o linguistiche
- condizioni specifiche (per esempio l’ADHD )
- difficoltà emotivo-relazionali
In questi casi, però, è il consiglio di classe che può può attivare un PDP su base pedagogica, documentando le esigenze specifiche, come spiega la direttiva ministeriale del 2012.
Fin dal 2019, inoltre, un chiarimento di quello che allora si chiamava Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, inseriva anche gli alunni cosiddetti gifted fra coloro che possono beneficiare di un PDP.
Come funziona il PDP?
Entro il primo trimestre dell’anno scolastico o entro tre mesi dalla presentazione della diagnosi, il PDP viene inviato alla famiglia per essere visionato (possibilmente insieme alla studentessa o allo studente). Una volta firmato dalla famiglia, viene approvato e firmato dal dirigente scolastico e da tutti i docenti del consiglio di classe.
Di solito il PDP contiene:
- obiettivi didattici personalizzati
- strategie e strumenti che verranno applicati
- criteri di verifica e valutazione
Il PDP come strumento di orientamento
Un PDP ben scritto non si limita a “compensare” una difficoltà. Aiuta, piuttosto, a conoscersi meglio e a farsi conoscere meglio dagli insegnanti, aiuta a capire come si impara, a capire i propri punti di forza, a costruire un’immagine più completa e veritiera di sé.
E quindi dovrebbe evita scelte scolastiche al ribasso (“meglio fare qualcosa di facile”), dovrebbe aumentare la consapevolezza (“sono bravo/a se posso esprimermi nel modo giusto per me”), dovrebbe migliorare il dialogo scuola-famiglia, anche nel momento delle scelte future.
Il PDP, insomma, se vissuto bene, diventa un ponte tra presente e futuro, tra le fatiche del quotidiano e un progetto di vita.
Quanti studenti hanno un PDP?
Non c’è un numero preciso, purtroppo, quindi non sappiamo esattamente quanti siano i PDP attivati in Italia. Ma se mettiamo insieme i dati degli studenti con DSA raccolti ufficialmente nelle scuole italiane e i bisogni educativi speciali non certificati, si stima che più di un milione di studenti e studentesse abbia già o potrebbe avere un percorso personalizzato. È un numero destinato a crescere, se la scuola sceglie la via della personalizzazione e non dell’etichettatura.

Modelli di PDP
Online sono disponibili diversi modelli di PDP, sul sito ufficiale del Ministero o sui siti di varie scuole, anche scuole italiane all’estero.