Le soft skills che cercano le aziende (e come svilupparle già a scuola)

Dalle aule scolastiche alle prime esperienze lavorative, le competenze trasversali – le soft skills – nascono dalle life skills: strumenti per crescere come persone e affrontare il lavoro con sicurezza e consapevolezza.

di Anna Castiglioni
1 ottobre 2025
1 MIN READ

Nel mondo del lavoro di oggi non bastano più solo le competenze tecniche. Sempre più aziende cercano persone capaci di comunicare in modo efficace, risolvere problemi, lavorare in gruppo, gestire lo stress e adattarsi al cambiamento. Sono le cosiddette soft skills, competenze trasversali che non si imparano da un manuale, ma si sviluppano nel tempo, soprattutto attraverso le esperienze scolastiche, universitarie e personali.
Alla base di queste abilità ci sono le life skills, le competenze per la vita individuate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: strumenti fondamentali per affrontare situazioni complesse, costruire relazioni sane e prendere decisioni consapevoli. Non si tratta solo di essere “bravi studenti”, ma di diventare persone capaci di affrontare il mondo con equilibrio, responsabilità e flessibilità.
Riconoscere il legame tra life skills e soft skills significa valorizzare la formazione non solo come preparazione teorica, ma come percorso di crescita personale e professionale. In questo articolo vedremo come queste competenze si sviluppano, come si allenano già a scuola e all’università, e perché rappresentano un vero punto di forza per entrare nel mondo del lavoro con più sicurezza e consapevolezza.

Le life skills: le competenze fondamentali per affrontare la vita

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato dieci competenze chiave che ogni persona dovrebbe sviluppare per affrontare la vita in modo sano e consapevole. Non si tratta di conoscenze tecniche, ma di abilità personali, emotive e sociali. C’è, per esempio, la capacità di prendere decisioni, che si esercita ogni volta che uno studente sceglie un percorso di studio o affronta un bivio personale. Oppure la gestione dello stress e delle emozioni, così presente quando ci si trova a fronteggiare una sessione d’esami o una delusione. Altre competenze, come l’empatia e la comunicazione efficace, sono centrali non solo nella vita privata, ma anche nel lavoro: saper ascoltare davvero gli altri, mettersi nei loro panni, farsi capire in modo chiaro sono qualità che fanno la differenza in qualunque contesto. Le relazioni interpersonali, il pensiero critico, la creatività, la consapevolezza di sé: tutte queste competenze si intrecciano tra loro e si sviluppano gradualmente. Non si imparano in una lezione frontale, ma attraverso le esperienze, gli errori, i confronti, le situazioni reali.

 

Quando la vita incontra il lavoro: le soft skills

La transizione tra scuola, università e lavoro non è solo un passaggio formale. È il momento in cui le life skills si trasformano in soft skills: capacità che permettono di inserirsi in un ambiente lavorativo, collaborare, comunicare, adattarsi. Le aziende oggi non cercano solo profili tecnicamente competenti, ma persone in grado di risolvere problemi, lavorare in team, prendere l’iniziativa, gestire la pressione. È qui che si crea il ponte tra educazione e occupazione: chi ha imparato a gestire i conflitti tra compagni, sarà più pronto ad affrontare un feedback critico da un collega. Chi ha sviluppato empatia e consapevolezza di sé, saprà comprendere meglio i bisogni di un cliente. Chi è abituato ad analizzare situazioni complesse e a cercare soluzioni, avrà un pensiero critico utile anche nelle decisioni aziendali. In fondo, le soft skills sono la versione “professionale” delle competenze per la vita. Quelle stesse abilità che aiutano a essere cittadini più consapevoli, diventano anche strumenti per essere lavoratori più efficaci.

Dove si imparano davvero queste competenze? A scuola. All’università. Ogni giorno.

Molti pensano che le soft skills si imparino solo lavorando. Ma in realtà, il percorso inizia molto prima. Nella preparazione di un esame, quando bisogna organizzarsi, rispettare tempi e superare l’ansia. Durante un progetto di gruppo, in cui serve saper collaborare, ma anche esporsi, argomentare le proprie idee, trovare compromessi. Le esperienze extracurricolari contano moltissimo: il volontariato, le attività sportive, i laboratori teatrali, le esperienze Erasmus, i tirocini, i programmi di orientamento. Ogni volta che ci si mette alla prova in un contesto nuovo, si sviluppano abilità che arricchiscono il profilo personale e professionale. Anche gli strumenti digitali messi a disposizione da scuole e università – come i test attitudinali, le simulazioni di colloquio, i bilanci di competenze – possono aiutare a prendere consapevolezza delle proprie risorse e iniziare a raccontarle, per esempio in un curriculum o in un colloquio.

 

Le life skills secondo l’OMS: 10 abilità per vivere (e lavorare) meglio

1. Capacità di prendere decisioni → Soft skill: autonomia e leadership

Ogni giorno ci troviamo davanti a scelte: quale corso seguire, che percorso intraprendere dopo il diploma, come gestire il proprio tempo. Saper prendere decisioni in modo consapevole significa valutare alternative, prevedere conseguenze, assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Questa abilità diventa una risorsa anche sul lavoro: le aziende cercano persone autonome, capaci di scegliere senza bisogno di continue istruzioni. Saper decidere in modo rapido ed efficace è anche una base importante per assumere ruoli di leadership.

2. Capacità di risolvere problemi → Soft skill: problem solving

A scuola come nella vita capita spesso di trovarsi in situazioni difficili: un progetto che non funziona, un disguido con un docente, un imprevisto in una consegna. Chi sa analizzare la situazione e trovare soluzioni concrete dimostra una delle competenze più apprezzate nel mondo del lavoro: il problem solving. Le aziende valutano molto la capacità di trovare soluzioni pratiche, anche in condizioni di incertezza o pressione. Non serve essere perfetti, ma saper agire con creatività e razionalità davanti a un ostacolo.

3. Pensiero creativo → Soft skill: innovazione e flessibilità

Essere creativi non vuol dire solo avere idee artistiche. Il pensiero creativo è la capacità di guardare le cose da un altro punto di vista, trovare strade nuove, proporre alternative. È ciò che serve quando bisogna reinventare un progetto o trovare un modo efficace per comunicare qualcosa. Nel mondo del lavoro questa capacità si traduce in spirito d’innovazione, ma anche in flessibilità mentale: non fossilizzarsi su un metodo, ma saper cambiare approccio quando necessario.

4. Pensiero critico → Soft skill: capacità analitica e giudizio

In un mondo pieno di informazioni, saper pensare in modo critico è fondamentale. Significa analizzare fonti, farsi domande, distinguere tra opinioni e fatti, valutare rischi e benefici. Chi sviluppa il pensiero critico è più preparato ad affrontare situazioni complesse, a prendere decisioni informate e a difendere le proprie idee in modo costruttivo. Tutte qualità che, sul lavoro, si traducono in capacità di analisi, autonomia di giudizio e spirito di responsabilità.

5. Comunicazione efficace → Soft skill: chiarezza, ascolto, relazione

Comunicare bene non è solo parlare correttamente. È saper esprimere le proprie idee con chiarezza, ascoltare gli altri, adattare il linguaggio al contesto, gestire i conflitti. È ciò che permette di lavorare in gruppo, presentare un progetto, scrivere una mail professionale. Le aziende valutano con attenzione la comunicazione interpersonale: chi sa farsi capire, ascolta con attenzione e sa mantenere relazioni positive è una risorsa in ogni team.

6. Relazioni interpersonali efficaci → Soft skill: teamwork e networking

Costruire relazioni sane e rispettose è una delle basi del benessere personale. E lo è anche nel lavoro. Le relazioni efficaci si basano su fiducia, ascolto, collaborazione. Sul lavoro questa competenza diventa capacità di lavorare in team: sapersi integrare in un gruppo, contribuire agli obiettivi comuni, rispettare ruoli e tempi. È anche la base del networking, cioè la capacità di creare e mantenere una rete di contatti professionali.

7. Consapevolezza di sé → Soft skill: autoefficacia e sviluppo personale

Chi è consapevole delle proprie emozioni, punti di forza e aree da migliorare, è più preparato ad affrontare sfide e cambiamenti. La consapevolezza di sé permette di porsi obiettivi realistici, imparare dagli errori e crescere. Nel mondo del lavoro questo si traduce in autoefficacia (credere di poter riuscire), capacità di autoriflessione e desiderio di miglioramento continuo. Sono le basi della crescita personale e professionale.

8. Empatia → Soft skill: intelligenza emotiva

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, capire emozioni e bisogni altrui, anche senza condividerli. È una competenza che arricchisce tutte le relazioni: tra amici, tra colleghi, tra clienti e fornitori. Nel lavoro si trasforma in intelligenza emotiva: chi è empatico gestisce meglio i conflitti, comunica in modo più efficace, crea ambienti di lavoro più inclusivi. Ed è anche più capace di lavorare con persone diverse da sé.

9. Gestione delle emozioni → Soft skill: equilibrio e resilienza

Saper riconoscere e gestire le proprie emozioni è una competenza fondamentale per il benessere personale. Rabbia, frustrazione, ansia non si eliminano, ma si imparano a controllare per non esserne sopraffatti. Nel contesto lavorativo questa capacità è alla base della resilienza e dell’equilibrio emotivo: chi sa mantenere la calma, regolare l’emotività e rimanere centrato nei momenti critici è una figura molto apprezzata, soprattutto nei ruoli a contatto con il pubblico o sotto pressione.

10. Gestione dello stress → Soft skill: organizzazione e tolleranza alla pressione

Lo stress fa parte della vita, anche di quella scolastica e universitaria. Esami, scadenze, carichi di lavoro… tutto può diventare fonte di tensione. Saperlo gestire significa imparare a riconoscerlo, prevenirlo, affrontarlo con strategie funzionali. Le aziende cercano persone organizzate, capaci di lavorare anche sotto pressione, senza perdere efficienza o lucidità. Non si tratta di non provare stress, ma di saperlo regolare con strumenti concreti: tecniche di rilassamento, gestione del tempo, equilibrio tra studio/lavoro e vita personale.

Le competenze trasversali non si imparano solo nei corsi specifici. Si coltivano nella vita quotidiana: nei lavori di gruppo, nelle esperienze Erasmus, nelle attività extracurricolari, nei fallimenti e nei successi. Chi inizia a prendersene cura già durante il percorso scolastico o universitario, avrà più strumenti per affrontare con sicurezza l’ingresso nel mondo del lavoro. Perché alla fine, le soft skills non sono altro che life skills messe in azione nel contesto professionale.

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