Come passare da studi umanistici a scientifici (senza perdere anni)

Cambiare indirizzo è possibile, anche da ambiti diversi. Ecco una guida pratica per chi vuole passare dagli studi umanistici a quelli scientifici, senza ricominciare da zero.

di Gabriele Capasso
3 novembre 2025
1 MIN READ

Scegliere cosa studiare dopo il diploma non è facile. E per molti, la prima scelta non è quella definitiva. Capita così che dopo uno, due o anche tre anni di studi umanistici — lettere, filosofia, comunicazione, scienze dell’educazione — arrivi quel dubbio: “E se volessi fare qualcosa di più scientifico?”

Una parte di te pensa che sia tardi. Che ormai la strada sia tracciata. Che passare da un corso umanistico a uno scientifico significhi ricominciare da capo. La verità è che non è così. Cambiare è possibile, anche tra ambiti diversi. E non per forza devi perdere anni o ricominciare da zero. Se affrontato nel modo giusto, il cambio di indirizzo può essere un passo in avanti, non un passo indietro.

Certo, serve metodo. Serve sapere cosa chiedere, a chi, quando. Ma oggi gli strumenti ci sono: per farti riconoscere parte del percorso già fatto, per scegliere consapevolmente, per affrontare il cambiamento con realismo.

In questa guida vedremo:

  • come prepararti a un cambio tra corsi molto diversi
  • quali passaggi seguire per non perdere tempo
  • e soprattutto, come trasformare il tuo dubbio in una scelta ragionata — non in un salto nel buio.

Prima di tutto: raccogliere dati e capire cosa si ha in mano

Prima ancora di scegliere un nuovo corso, di pensare ai test o ai trasferimenti, c’è un passaggio fondamentale: capire cosa hai già fatto e come può tornarti utile. Non è solo un modo per non sprecare tempo. È il primo passo per riorganizzare il percorso in modo intelligente, partendo da basi che hai già costruito.

Cosa raccogliere

Prenditi un’ora, apri il tuo fascicolo universitario (online o cartaceo) e recupera:

  • Piano di studi ufficiale: quello che hai caricato o approvato all’inizio del percorso
  • Elenco degli esami sostenuti, con CFU (anche quelli non superati possono tornare utili)
  • Programmi dettagliati degli esami (quelli che trovi nei syllabus o nei documenti dell’insegnamento)
  • Settori scientifico-disciplinari (SSD) associati agli esami: sono fondamentali per i riconoscimenti

Se qualcosa non è chiaro o non lo trovi, puoi chiederlo alla segreteria del tuo attuale corso di studi.

Perché ti serve tutto questo?

Perché quando andrai a valutare il passaggio a un corso scientifico, ti verrà chiesto:

  • quali esami hai già fatto
  • quanti crediti hai ottenuto e in che ambito disciplinare
  • quanto quei contenuti sono “affini” ai nuovi insegnamenti

E soprattutto: ti servirà per capire se puoi ottenere il riconoscimento di alcuni CFU e su quali basi.

Organizzati fin da subito

Un consiglio semplice ma utile: metti tutto in una cartella ben ordinata (fisica o digitale). Ti servirà quando contatterai la segreteria del nuovo corso, e ti farà risparmiare tempo e stress.

Puoi creare un semplice schema tipo:

Esame SSD CFU Voto Contenuti principali
Filosofia della scienza M-FIL/02 9 28 epistemologia, logica, metodo scientifico
Statistica di base SECS-S/01 6 24 probabilità, distribuzioni, inferenza

In sintesi: prima ancora di scegliere dove andare, devi sapere da dove parti. Più preciso sei nel raccogliere dati, più sarà facile difendere il tuo percorso e ottenere riconoscimenti utili.

Trovare affinità tra corsi: la chiave per non ripartire da zero

Il momento in cui molte persone si scoraggiano è questo: “Ma se passo da un corso umanistico a uno scientifico… non mi riconosceranno niente?”
La risposta è: dipende. Non esiste una regola universale, ma molti esami possono essere riconosciuti se hanno contenuti (o SSD) vicini a quelli richiesti nel nuovo piano di studi. La chiave è trovare affinità. E per farlo serve un po’ di attenzione e spirito pratico.

Esami simili = CFU convalidabili

Non ti aspettare che ti convalidino Analisi 1 se hai dato Letteratura Greca. Ma in molti casi potresti aver già sostenuto:

  • esami di logica, epistemologia, statistica di base, informatica, metodologia della ricerca
  • corsi trasversali che hanno valore anche nei percorsi scientifici, come inglese tecnico, economia o diritto

Se l’argomento trattato e il settore scientifico-disciplinare (SSD) sono anche solo parzialmente compatibili, puoi richiedere il riconoscimento.

Un esempio pratico

Hai sostenuto:

  • Filosofia della scienza (M-FIL/02) → potrebbe essere riconosciuto in un corso di Scienze cognitive o Psicologia
  • Statistica descrittiva (SECS-S/01) → può valere in Economia, Psicologia, Biologia, Scienze sociali
  • Laboratorio di informatica → se includeva basi di linguaggio e software, può valere anche in Informatica o Ingegneria gestionale

Ogni università decide caso per caso, ma se c’è coerenza nei contenuti, vale la pena tentare.

Come trovare gli esami affini

  1. Vai sul sito del corso che ti interessa
  2. Scarica il manifesto degli studi o il regolamento didattico
  3. Confronta gli esami con quelli che hai già sostenuto
  4. Guarda:
    – nome dell’insegnamento
    – CFU
    – SSD
    – programma dettagliato

Se trovi similitudini nei contenuti o nel codice SSD, sei già a buon punto.

Attenzione: l’affinità può essere parziale

Anche se un esame non ti viene riconosciuto al 100%, può:

  • essere riconosciuto per un numero inferiore di CFU
  • essere usato come esame a scelta o integrativo
  • permetterti di evitare di rifare da zero lo stesso argomento

In sintesi: la compatibilità tra corsi non è bianco o nero. Cercare esami affini è il modo più intelligente per non perdere quello che hai già fatto.

Scrivere alla segreteria (e leggere bene i regolamenti)

Hai raccolto tutti i tuoi esami, trovato qualche affinità e scelto il corso a cui vuoi passare. Adesso arriva il momento di fare la domanda che nessuna guida online può davvero anticipare al 100%: “Quanti esami mi riconosceranno davvero?”

Per saperlo, c’è una sola strada concreta: contattare la segreteria del nuovo corso di studi. E farlo nel modo giusto.

Scrivi una mail chiara, completa e ordinata

Le segreterie universitarie ricevono decine di richieste al giorno. Una mail scritta male, vaga o confusa potrebbe non ricevere risposta, o riceverne una generica. Ecco cosa includere:

  • Nome e cognome
  • Università e corso attuale
  • Corso a cui vuoi iscriverti (nome completo)
  • Allegato con: elenco esami sostenuti (con CFU, SSD, voto); programmi d’esame, se disponibili; eventuale certificato di carriera

E infine: la tua domanda specifica, ad esempio: “Vorrei sapere se, sulla base degli esami già sostenuti, posso ottenere il riconoscimento di alcuni CFU in caso di passaggio al corso di…”.

Leggi con attenzione il regolamento didattico

Ogni corso di laurea ha un regolamento ufficiale (di solito scaricabile dal sito dell’università). Lì trovi:

  • le regole per i riconoscimenti
  • la struttura del piano di studi
  • le modalità di trasferimento o immatricolazione con CFU già acquisiti
  • eventuali esami obbligatori o propedeutici

Non è una lettura entusiasmante, ma ti evita errori e perdite di tempo. E ti aiuta a capire cosa aspettarti realisticamente.

A chi scrivere, esattamente?

Dipende dall’ateneo, ma in genere puoi contattare:

  • la segreteria studenti del nuovo dipartimento
  • l’ufficio carriere o “riconoscimento crediti”
  • il presidente del corso di laurea o il referente per i passaggi di corso

Alcuni corsi hanno un modulo online per richiedere la valutazione preventiva dei CFU. Verifica sul sito prima di scrivere.

Quando farlo

I tempi sono importanti:

  • non aspettare l’ultimo minuto, specialmente in estate
  • molte università valutano i CFU prima dell’immatricolazione o del trasferimento
  • le finestre più comuni per fare richiesta: tra luglio e settembre, ma ogni ateneo ha scadenze diverse

Ricorda: la segreteria non è un ostacolo, è un passaggio chiave. Scrivere bene, informarsi e rispettare i tempi fa la differenza tra un cambio ben gestito e uno pieno di intoppi.

Trasferimento o nuova iscrizione? Le due strade possibili

Una volta deciso di cambiare corso, c’è un’altra scelta importante da fare: “Meglio un trasferimento o una nuova immatricolazione?”

La differenza non è solo burocratica. Cambia il modo in cui gestisci il passaggio e, in parte, anche le tempistiche e le opportunità.

Trasferimento: resti nello stesso ateneo

Se il nuovo corso si trova nella stessa università in cui sei già iscritto, puoi fare un trasferimento interno. Cosa succede in questo caso:

  • mantieni lo stesso numero di matricola
  • il tuo fascicolo accademico resta attivo
  • i CFU riconosciuti vengono inseriti nella nuova carriera senza interruzioni
  • i tempi burocratici sono più snelli

È la soluzione più semplice se stai solo cambiando indirizzo di studio all’interno dello stesso ateneo.

Nuova iscrizione: cambi anche università

Se invece vuoi iscriverti a un corso in un ateneo diverso, dovrai fare una nuova immatricolazione con richiesta di riconoscimento CFU. Cosa comporta:

  • devi presentare una domanda di valutazione della carriera pregressa
  • in alcuni casi devi superare nuovamente un test d’ingresso, anche se hai già fatto uno simile altrove
  • la valutazione dei CFU può richiedere tempi più lunghi
  • a volte il riconoscimento avviene solo dopo l’iscrizione effettiva

Non è una procedura impossibile, ma serve organizzarsi con largo anticipo e leggere bene i regolamenti dell’università di destinazione.

Attenzione alle scadenze

Qualunque strada tu scelga, c’è una cosa da non sottovalutare: le tempistiche.

  • Molti atenei aprono le procedure di trasferimento o riconoscimento CFU tra luglio e settembre
  • Alcuni chiudono le domande a fine agosto
  • Altri richiedono una pre-iscrizione o un colloquio orientativo entro certe date

Il consiglio è semplice: informati entro giugno, così avrai margine di manovra.

Cosa valutare prima di scegliere

Criterio Trasferimento Nuova iscrizione
Stesso ateneo
Nuovo test d’ingresso Raramente A volte sì
Valutazione CFU Più semplice Più lunga
Immatricolazione No Sì, da zero
Gestione carriera Continuità Nuovo fascicolo

Non esiste una strada migliore in assoluto. Ma sapere come funziona ogni opzione ti permette di scegliere con lucidità, senza sorprese o ritardi.

Il nuovo inizio: cambia l’approccio, non solo le materie

Passare da un corso umanistico a uno scientifico non è solo cambiare esami. È cambiare modo di pensare, studiare, affrontare i problemi. Molti studenti che fanno questo salto raccontano che la vera difficoltà non è nei contenuti — ma nel metodo. Non è che “sei negato per la matematica”. Semplicemente non l’hai mai affrontata con gli strumenti giusti.

Da concettuale a tecnico: cambia la testa, non solo il piano

Se vieni da un percorso incentrato su lettura, scrittura, interpretazione, potresti trovarti spiazzato di fronte a:

  • formule
  • dimostrazioni
  • calcoli
  • esperimenti da replicare
  • linguaggi “secchi” e schematici

Ma non significa che non puoi farcela. Serve tempo. E serve un cambio di prospettiva.

Come affrontare il nuovo corso senza sentirti perso

Alcuni consigli pratici:

  • Segui i corsi zero o introduttivi (molti atenei li offrono prima dell’inizio ufficiale)
  • Cerca tutor o studenti di anni successivi: ti possono spiegare il metodo, oltre alla materia
  • Unisciti a gruppi di studio: confrontarsi aiuta a uscire dall’impasse
  • Non saltare i primi esami “base”: ti danno strumenti utili anche per gli anni dopo
  • Prenditi tempo: non pretendere di capire tutto al volo, soprattutto all’inizio

Un cambio che allena la mente

Il bello di passare a un percorso scientifico, se vieni da studi umanistici, è che sviluppi un nuovo modo di ragionare:

  • più strutturato
  • più orientato alla verifica
  • più focalizzato sulla risoluzione di problemi concreti

E questo non cancella le competenze che già hai, le arricchisce. Un pensiero analitico con una base critica e umanistica è un grande valore aggiunto, anche nel mondo del lavoro.

Il cambiamento sarà impegnativo, ma non devi affrontarlo da solo. Se ti dai il tempo giusto e cerchi i supporti giusti, scoprirai che non è impossibile. Anzi: è una sfida che può davvero cambiarti — in meglio.

Perché si cambia: motivazioni comuni (e tutte valide)

Cambiare corso di studi non è una sconfitta. È una decisione che richiede consapevolezza, coraggio e — spesso — una bella dose di lucidità. Chi passa da un indirizzo umanistico a uno scientifico non lo fa “per moda” o perché ha sbagliato tutto. Lo fa perché ha capito qualcosa in più su di sé.

Motivazioni più frequenti (e tutte legittime)

1. Hai scoperto una nuova passione
Magari non te ne eri accorto al liceo, ma oggi ti affascinano:

  • i dati
  • la biologia
  • il linguaggio delle macchine
  • la psicologia sperimentale

E ti dici: “Forse è lì che voglio andare”.

2. Vuoi competenze più tecniche e applicabili
Hai voglia di fare cose pratiche, di misurare, testare, sperimentare. Il ragionamento astratto ti piace, ma senti il bisogno di sporcarti le mani.

3. Cerchi più opportunità lavorative
Lo sbocco professionale non è tutto, ma conta. Alcuni scelgono di integrare o cambiare strada anche perché vedono:

  • più offerte nel tech
  • carriere STEM in crescita
  • possibilità di unire competenze trasversali

4. Vuoi coniugare cultura umanistica e strumenti scientifici
È una tendenza sempre più diffusa. Chi sa scrivere e ragionare, ma anche analizzare e programmare, oggi è richiesto ovunque:

  • comunicazione scientifica
  • intelligenza artificiale ed etica
  • didattica digitale
  • editoria multimediale
  • UX writing, e-learning, contenuti tech

Non devi giustificarti con nessuno

Se senti che il percorso che stai facendo non ti rappresenta più, non serve giustificarti. Non sei “incostante”, non sei “in ritardo”, non sei “confuso”. Stai solo facendo una scelta più allineata con chi sei oggi. Si cambia per tante ragioni. E finché la tua ragione è vera per te, allora vale la pena ascoltarla e provare a costruirci sopra qualcosa di nuovo.

E se invece vuoi restare in area umanistica ma integrare competenze STEM?

Cambiare corso non è l’unica opzione. A volte non serve stravolgere tutto, ma aggiungere nuovi strumenti a ciò che già sai fare. Se ti interessa il mondo scientifico ma ti senti ancora legato al tuo percorso umanistico, puoi integrare competenze STEM in modo intelligente, senza cambiare corso o perdere tempo.

Le nuove figure ibride: sempre più richieste

Il mondo del lavoro cerca sempre più persone che sappiano:

  • comunicare contenuti tecnici in modo accessibile
  • tradurre concetti complessi per pubblici diversi
  • progettare esperienze (digitali e fisiche) con sensibilità umanistica ma competenze analitiche

È da qui che nascono le professioni “ibride”:

  • UX writer
  • digital content designer
  • comunicatore scientifico
  • esperto in etica dell’IA
  • data storyteller
  • project manager in contesti tech o culturali

Cosa puoi fare, senza cambiare corso

1. Aggiungi corsi liberi o extracurricolari
Molti atenei offrono:

  • laboratori di coding base
  • corsi di statistica, logica, data analysis
  • moduli digitali e di progettazione interattiva
  • certificazioni (ECDL, ICDL, Google Skills, ecc.)

2. Sfrutta l’Erasmus o il minor per esplorare nuove aree
Alcuni programmi Erasmus ti permettono di scegliere esami anche fuori dall’ambito disciplinare di partenza. E sempre più università italiane offrono percorsi “minor” (cioè moduli trasversali da affiancare alla tua laurea).

3. Cerca stage o tirocini in ambiti tech o digitali
Lavorare in un’azienda digitale, in una redazione online o in una startup tech può darti competenze nuove, anche senza cambiare corso.

4. Formazione autonoma: piattaforme online
Puoi iniziare da zero, con corsi gratuiti (o a basso costo) su:

  • programmazione (Python, HTML, SQL)
  • statistica per principianti
  • AI e machine learning base
  • strumenti digitali per la comunicazione (Canva, Notion, Figma, ecc.)

Piattaforme consigliate: Coursera, edX, FutureLearn, Udemy, Google Skillshop.

Il punto è: arricchire, non cancellare

Se ami ciò che stai studiando, non devi abbandonarlo. Puoi renderlo più spendibile, più flessibile, più vicino al mondo che cambia. Non esiste solo il bianco e nero tra “umanistico” e “scientifico”. Puoi costruire un profilo trasversale, capace di muoversi tra contenuti e dati, tra pensiero critico e competenze tecniche.

Cambiare direzione, se ha senso davvero

Cambiare corso di laurea non è mai una decisione semplice. E quando si tratta di passare da un’area umanistica a una scientifica, le domande si moltiplicano: ce la farò? Perderò tutto? Sarò all’altezza? Ma la verità è che non sei solo.

Ogni anno, centinaia di studenti cambiano indirizzo. Alcuni con un piano preciso, altri perché si rendono conto che la strada scelta all’inizio non li rappresenta più. Cambiare direzione non è un fallimento. È un atto di consapevolezza. Un modo per ripartire meglio, con più chiarezza su cosa vuoi e su dove vuoi andare. Certo, richiede tempo, pazienza e metodo. Ma oggi esistono strumenti per farlo bene: dal riconoscimento dei CFU ai corsi zero, dalle segreterie agli sportelli di orientamento.

Se senti che è il momento giusto per cambiare, non aspettare “l’anno prossimo”. Comincia ora, informati, chiedi, esplora. Anche un piccolo passo nella direzione giusta vale molto più di restare fermi.

5 cose da fare subito se stai pensando al cambio

1. Raccogli il tuo piano di studi e i CFU ottenuti
Serve per capire cosa potrà esserti riconosciuto.

2. Cerca corsi affini e leggi i programmi
Più affinità trovi, più esami potrai farti convalidare.

3. Scrivi alla segreteria del nuovo corso
Spiega la tua situazione, allega gli esami sostenuti e chiedi una valutazione preventiva.

4. Informati sulle scadenze per trasferimenti e iscrizioni
Molti atenei chiudono le procedure entro settembre.

5. Rifletti se hai bisogno di cambiare corso… o solo di arricchire quello attuale
A volte bastano corsi extra, tirocini o nuove competenze per ritrovare motivazione e prospettive.

SULL'AUTORE
Gabriele Capasso è un giornalista, consulente e produttore di contenuti con una lunga esperienza nel giornalismo digitale. Ha lavorato per quasi vent’anni in Blogo.it, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità: da managing editor dell’area sport a vicedirettore, fino a diventare direttore responsabile dal 2020 al 2025. In questi anni ha coordinato team editoriali, gestito strategie SEO, pianificazione a lungo termine e attività di formazione, con particolare attenzione all’evoluzione del giornalismo online e ai modelli di business.
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