Orientamento: famiglie e studenti possono attivarsi con le scuole

I fondi per l’orientamento scolastico ci sono. Ecco come si può fare per incentivare le scuole a fare la propria parte. Un bando è stato prorogato al 6 giugno.

16 maggio 2025
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136 milioni per l'orientamento scolastico

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha stanziato oltre 136 milioni di euro per finanziare progetti di orientamento nelle scuole secondarie di primo grado. Il bando – prorogato al 6 giugno 2025 – rientra nel Programma Nazionale “Scuola e Competenze” 2021-2027 e punta a ridurre la dispersione scolastica valorizzando attitudini e desideri degli studenti fin dalla scuola media.

Una quota maggioritaria dei fondi (almeno il 59%) è destinata alle regioni del Mezzogiorno, nel tentativo di ridurre gli squilibri territoriali. Le scuole statali interessate possono presentare progetti coerenti con le Linee Guida nazionali per l’orientamento (DM 328/2022), che prevedono 30 ore annue di attività strutturate.

E per le scuole superiori?

Anche per il secondo ciclo di istruzione superiore sono attivi bandi mirati: uno in particolare, con scadenza 22 maggio 2025, finanzia percorsi orientativi per le classi terze, quarte e quinte. I progetti possono includere moduli formativi, incontri con esperti, laboratori per i test universitari, attività di ri-orientamento e tutoraggio personalizzato. Un aspetto rilevante è la possibilità di coprire parte del compenso dei docenti tutor, figura introdotta proprio per rafforzare l’accompagnamento degli studenti.

A queste misure si aggiungono iniziative legate al PNRR, come i corsi di orientamento universitario da 15 ore organizzati dalle università e riservati agli studenti del IV e V anno.

Orientamento studenti: anche le Regioni si muovono

Diverse Regioni italiane hanno attivato bandi propri: dalle “reti territoriali per l’orientamento” delle Marche ai progetti personalizzati del Piemonte, fino ai laboratori di PCTO sostenuti dalla Toscana  [PCTO è un acronimo che sta per Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ndr]. In molti casi si punta sulla co-progettazione: scuole, enti locali, università, aziende e associazioni lavorano insieme per costruire percorsi su misura.

Fondi per orientamento scolastico: cosa serve per partecipare?

Ogni scuola statale può presentare domanda attraverso le piattaforme digitali del Ministero. La candidatura deve essere deliberata dagli organi collegiali (Collegio docenti e Consiglio d’istituto) e deve contenere un progetto dettagliato: attività, destinatari, calendario, budget, eventuali collaborazioni esterne.

Le attività finanziabili sono molte e diverse fra loro: moduli didattici, sportelli di consulenza, visite a università e aziende, incontri con esperti, test attitudinali, percorsi di ri-orientamento. La durata può estendersi anche su due anni scolastici, offrendo continuità e personalizzazione.

Orientamento scolastico e fondi: il ruolo attivo di studenti e famiglie

Questi fondi esistono, ma non bastano a cambiare le cose se restano sulla carta. Ecco perché le famiglie e gli studenti possono fare la differenza. Ma come attivarsi?

  • Informarsi e chiedere: Sapere che esistono bandi è il primo passo. Il secondo è chiedere alla propria scuola se intende partecipare.

  • Usare gli organi collegiali: I rappresentanti di classe possono portare la proposta in Consiglio d’Istituto o al Collegio Docenti.

  • Offrire collaborazione: Genitori con competenze specifiche o contatti sul territorio possono diventare una risorsa per la scuola.

  • Rivendicare il diritto all’orientamento: Dopo le Linee Guida del 2022, l’orientamento è un diritto. È legittimo chiedere alla scuola cosa sta facendo in concreto.

Parlare di fondi può sembrare tecnico, ma dietro ogni euro stanziato c’è una possibilità reale: aiutare ragazze e ragazzi a conoscersi, scegliere, trasformarsi. Le scuole hanno strumenti nuovi. Ora tocca a loro – e a noi – usarli bene.

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