Come scegliere l’università: domande vere, scelte complesse, orientamento possibile

Di fronte alla scelta dell’università, ci si trova in un crocevia che non è solo scolastico, ma personale, culturale e sociale. Cosa studio? Dove vado? E se sbaglio? È una domanda che mette in moto desideri e paure, razionalità e intuizione. E non ha una risposta semplice.

di Alpha Orienta
14 maggio 2025
1 MIN READ

Prima di tutto: che tipo di domanda è?

Scegliere l’università è un atto di orientamento profondo: richiede conoscenza di sé, delle proprie possibilità, ma anche dei percorsi disponibili e delle loro conseguenze. In questo articolo raccogliamo dati, strumenti, testimonianze e riflessioni per accompagnare questa scelta in modo lucido e realistico.

Scegliere cosa studiare non è come scegliere una serie su Netflix. Non basta il titolo accattivante, la curiosità di un trailer, la raccomandazione di un amico. È un processo che incrocia identità, valori, ambizioni, vincoli economici, attitudini, visioni del futuro. Eppure, spesso, lo affrontiamo in condizioni di scarsa informazione e pressione sociale.

Uno studente su sei, in Italia, cambia idea entro il primo anno di università: il 6,8% abbandona del tutto gli studi e un altro 9,3% cambia corso o ateneo (fonte: AlmaLaurea, 2023). Una cifra che racconta quanto sia urgente dotarsi di strumenti migliori per scegliere.

Ma da dove partire?

Otto domande fondamentali per orientarsi

Non esistono risposte automatiche, ma ci sono domande che aiutano. Sono più utili delle classifiche, più profonde delle brochure patinate. Le elenchiamo qui, e poi le esploriamo.

  1. Cosa mi appassiona davvero? 
  2. In cosa riesco bene? 
  3. Quali sono i percorsi di studio compatibili con i miei interessi e competenze? 
  4. Quali opportunità professionali offrono? 
  5. Quanto costa questo percorso? E posso sostenerlo? 
  6. Preferisco restare vicino o andare lontano da casa? 
  7. Che tipo di esperienza universitaria voglio vivere? 
  8. E se sbaglio, ho margine per cambiare?

Cosa mi appassiona?

Questa è la domanda madre. Ma spesso è soffocata da un’altra: “Che lavoro troverò dopo?”. In realtà, non sono in conflitto. I dati AlmaLaurea 2023 indicano che il 46% dei laureati ha scelto combinando interesse personale e sbocchi lavorativi. Solo il 29% ha scelto per puro interesse culturale. È ragionevole tenere insieme entrambi.

In cosa riesco bene?

Le attitudini contano. Un conto è amare la medicina, un altro è avere la tenacia per superare test selettivi e anni di studio intensi. Un conto è essere affascinati dalla matematica, un altro è saperla usare con rigore. Serve una valutazione onesta di sé. Strumenti come il test “AlmaOrièntati” o l’analisi delle proprie performance scolastiche possono essere utili punti di partenza.

Non solo la laurea: quali altri percorsi esistono?

Oltre alla laurea triennale o magistrale, esistono anche:

  • ITS Academy, percorsi biennali ad alta specializzazione tecnica con stage in azienda (occupabilità all’87% entro un anno, fonte: Indire 2024). 
  • AFAM, accademie artistiche e musicali che rilasciano titoli equipollenti alla laurea. 
  • SSML, scuole per mediatori linguistici. 

Università telematiche riconosciute (11 in Italia), che offrono percorsi flessibili online.

Che lavoro potrei fare?

Le lauree non garantiscono un lavoro, ma alcune aprono più strade di altre. Ingegneria, informatica, medicina e professioni sanitarie registrano i dati migliori. Ma anche le lauree umanistiche, se combinate con competenze trasversali e strategie attive, possono portare a carriere solide.

Quanto costa?

In Italia le università pubbliche hanno un sistema di tassazione progressivo legato all’ISEE. Gli atenei privati e le università estere possono arrivare a costare decine di migliaia di euro. I costi indiretti (affitto, trasporti, libri) possono incidere quanto le tasse. Esistono borse di studio regionali e nazionali, collegi di merito, prestiti d’onore, agevolazioni. Ma serve una pianificazione realistica. Un consiglio utile: farsi un budget per ciascuna opzione valutata.

Andare via o restare?

Trasferirsi cambia l’esperienza universitaria: indipendenza, nuove relazioni, nuovi contesti. Ma comporta anche un costo. Alcuni scelgono la sede universitaria in base alla distanza da casa. È legittimo. Ma l’invito è a non lasciarsi guidare solo dalla logistica: se un corso valido è a 300 km, vale la pena rifletterci seriamente.

Che esperienza voglio?

L’università non è solo un posto dove si studia. È un ambiente. Alcuni cercano un campus dinamico, altri un ambiente più raccolto. Alcuni vogliono esperienze internazionali, altri una didattica intensiva. Le università offrono open day, incontri con studenti tutor, giornate di orientamento. Parteciparvi può chiarire molti dubbi. “Respirare l’aria” del posto conta più di mille slide.

Se sbaglio?

Cambiare è possibile. Non senza fatica, ma possibile. Anche per questo è importante prendere decisioni reversibili: un corso che permette cambi, convalidare crediti, riorientarsi. Il mondo del lavoro oggi premia chi sa riadattarsi, non chi ha una traiettoria lineare a ogni costo.

E all’estero?

Oggi studiare in Europa (e oltre) è più accessibile di quanto sembri, anche se con regole complesse.

  • Regno Unito: dopo la Brexit, gli studenti UE sono considerati internazionali. Tasse elevate (fino a 30.000€/anno), visto obbligatorio, ma qualità alta. Iscrizione via UCAS. 
  • Paesi Bassi: oltre 200 corsi in inglese, tasse contenute (~2.314€/anno), prestiti accessibili. Iscrizioni tramite Studielink. 
  • Germania: università gratuite anche per UE, eccellenza accademica, requisito linguistico (tedesco per la triennale, inglese per molti master). Info su DAAD. 
  • Francia: università pubbliche quasi gratuite per UE (circa 200-300€/anno), possibilità di iscriversi tramite Parcoursup. 
  • Canada, USA, Australia: ottimi atenei, ma costi elevati. Serve una strategia: borse, community college, scambi. Fonti: EduCanada, EducationUSA, Study in Australia.

In sintesi

Non si sceglie l’università per accontentare qualcuno. Non si sceglie per moda. Non si sceglie nemmeno per paura di sbagliare.

Si sceglie per orientarsi nella vita.

L’università non è (solo) un pezzo di carta. È un ambiente dove si cresce, si pensa, si cambia. La scelta va preparata con onestà, curiosità e metodo. Con la consapevolezza che non esistono strade perfette, ma esistono strade possibili. E la possibilità – quella vera – comincia da una buona domanda.

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