Un episodio allarmante ha coinvolto il Liceo statale Guglielmo Marconi di Pescara nella mattinata del 16 ottobre 2025. La scuola è stata evacuata e chiusa dopo che decine di studenti e personale scolastico hanno accusato malori respiratori a causa di una sostanza irritante diffusa nell’aria. In un primo momento si è temuto potesse trattarsi di ammoniaca, ma nelle ore successive le autorità sanitarie locali hanno escluso questa ipotesi, lasciando ancora da chiarire l’origine e la natura esatta della sostanza che ha causato l’intossicazione di massa. Di seguito ricostruiamo la vicenda, analizzando i fatti accaduti e facendo luce su che cos’è l’ammoniaca e perché una sua eventuale fuga sarebbe così pericolosa.
L’evacuazione e il protocollo di emergenza al Liceo Marconi
L’allarme è scattato intorno alle ore 8:10, all’inizio dell’orario scolastico, quando diversi studenti e insegnanti hanno iniziato a sentirsi male lamentando bruciore a occhi e gola e difficoltà respiratorie. Immediatamente è stato attivato il protocollo per le maxi-emergenze, con l’arrivo sul posto di sanitari del 118, Vigili del Fuoco e Polizia. Oltre mille studenti sono stati fatti uscire dall’edificio in sicurezza e nell’area antistante la scuola la ASL di Pescara ha allestito un Posto Medico Avanzato (PMA) per prestare soccorso ai presenti.
Nel complesso, circa 50 persone tra studenti, docenti e personale scolastico hanno riportato irritazioni alle vie aeree dovute all’inalazione della sostanza sconosciuta. Di queste, sei (cinque studenti e una collaboratrice scolastica) sono state trasportate in ospedale per accertamenti, tutte in codice verde e trattate con ossigeno: fortunatamente nessuno dei colpiti ha riportato conseguenze gravi. Tra gli intossicati risultano anche alcuni soccorritori intervenuti, inclusi vigili del fuoco che hanno operato all’interno dell’istituto. A scopo precauzionale, il vicesindaco di Pescara ha firmato un’ordinanza di chiusura immediata della scuola per l’intera giornata del 16 ottobre e “fino a cessate esigenze”, interdicendo l’accesso a tutti i locali in attesa delle verifiche tecniche e della bonifica necessaria. La dirigente scolastica, prof.ssa Giovanna Ferrante, ha confermato che la situazione è stata prontamente gestita e posta sotto controllo, e che si valuterà il rientro a scuola solo dopo avere certezza che non vi siano più rischi per la salute.
Le prime ipotesi: fuga di ammoniaca o guasto tecnico?
Nelle concitate ore iniziali dell’emergenza non era chiaro cosa avesse provocato i malori. Un forte odore acre e pungente si era diffuso in alcune aule (in particolare le aule n. 18, 19 e 20 del plesso “A” dell’istituto) subito dopo l’inizio delle lezioni. In un primo momento fonti sanitarie hanno ipotizzato potesse trattarsi di ammoniaca fuoriuscita da un laboratorio oppure di un gas refrigerante proveniente dall’impianto di climatizzazione. Questa ricostruzione iniziale suggeriva una possibile fuga accidentale di sostanze chimiche, coerente con l’odore avvertito e con i sintomi irritativi riscontrati tra i presenti.
Alcune testimonianze sul posto, tuttavia, offrivano altre spiegazioni. Una docente del Marconi ha raccontato che “c’è chi parlava di una sostanza lanciata da qualcuno e chi parlava di un problema al riscaldamento a pavimento”. Inizialmente, quindi, i presenti si sono divisi tra l’ipotesi di un atto doloso (una sorta di spray o sostanza urticante liberata intenzionalmente in aula) e quella di un guasto tecnico-strutturale (come la rottura di un condotto o di un apparecchio contenente sostanze chimiche). Alle 8:11 è suonato l’allarme antincendio e la scuola è stata evacuata immediatamente, a prescindere dalla causa, evitando il panico e ulteriori esposizioni.
Cos’è l’ammoniaca e perché sarebbe pericolosa
Ma perché si è pensato proprio all’ammoniaca? L’ammoniaca (NH₃) è un gas incolore a temperatura ambiente, composto da azoto e idrogeno, caratterizzato da un odore forte e pungente inconfondibile. Non è normalmente presente nell’aria, se non in tracce derivanti da emissioni naturali (come la decomposizione di materiale organico, gli escrementi animali o alcune attività industriali), e viene considerata un inquinante primario dell’atmosfera. Proprio il suo odore acre e soffocante fa sì che anche a concentrazioni relativamente basse venga subito percepita dall’olfatto umano, fungendo di fatto da segnale di allarme.
L’ammoniaca è utilizzata in diversi ambiti: ad esempio come ingrediente in soluzioni per le pulizie domestiche (il classico “ammoniaca” liquida usata per sgrassare) e come refrigerante in alcuni impianti di climatizzazione industriali. È però una sostanza estremamente irritante e tossica per l’uomo. L’ammoniaca è corrosiva per gli occhi, la pelle e le vie respiratorie. L’inalazione di vapori d’ammoniaca può provocare immediatamente bruciore alle mucose, tosse, senso di soffocamento, difficoltà respiratorie e mal di gola. In caso di concentrazioni elevate in ambiente chiuso, il gas può danneggiare seriamente i tessuti delle vie respiratorie e dei polmoni. Va considerato che alla temperatura ambiente (20 °C) l’ammoniaca evapora rapidamente, il che significa che una sua eventuale fuoriuscita liquida può saturare l’aria circostante in breve tempo raggiungendo livelli pericolosi. Per questi motivi le procedure di sicurezza in presenza di sospetta ammoniaca sono molto rigorose: è necessario evacuare e ventilare immediatamente i locali, come avvenuto a Pescara, e far intervenire squadre specializzate con dispositivi di protezione individuale.
Le analisi dell’ASL: nessuna traccia di ammoniaca, indagini in corso
Con il passare delle ore, mentre la situazione sanitaria veniva gestita senza complicazioni, le autorità hanno avviato le indagini scientifiche per identificare la sostanza responsabile. I tecnici dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, sede di Chieti) hanno prelevato campioni d’aria dalle aule coinvolte per le analisi di laboratorio, i cui risultati sono attesi entro 24 ore. Già dai primi rilievi sono emerse importanti smentite: la ASL di Pescara in una nota ufficiale ha comunicato che “le analisi finora effettuate non hanno evidenziato alcuna positività all’ammoniaca”, ritenuta inizialmente la possibile causa dei malori. In base alle valutazioni attuali, si tratterebbe piuttosto dell’inalazione di una sostanza irritativa non ancora identificata. Inoltre è stato chiarito che, contrariamente a quanto ipotizzato in un primo momento, nell’area della scuola interessata non è presente alcun laboratorio di chimica e l’edificio non è dotato di un impianto di riscaldamento a gas (funziona infatti con sistemi elettrici). Ciò esclude sia la pista di un incidente in un laboratorio scolastico, sia quella di una fuga da caldaie o tubature del gas metano.
Resta dunque da capire quale sia la origine della sostanza urticante che ha causato l’intossicazione collettiva. Al momento tutte le ipotesi sono al vaglio: i Vigili del Fuoco escludono problemi agli impianti tecnici dell’edificio e l’emergenza sembra confinata alle sole tre aule indicate. Si fa strada, quindi, l’ipotesi di una “bravata”. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, potrebbe essere stato uno studente a introdurre e liberare volontariamente una sostanza urticante (ad esempio uno spray al peperoncino o simili) nelle classi, causando di proposito il caos. Nessuno conferma ufficialmente questa versione, ma insieme alle analisi ambientali dell’ARTA è stata avviata un’indagine interna da parte delle autorità scolastiche per individuare eventuali responsabili. La comunità scolastica e le famiglie degli studenti rimangono ora in attesa di risposte chiare e definitive su quanto accaduto, mentre la scuola resterà chiusa fino a quando non vi saranno le condizioni per un rientro in totale sicurezza.

