“Vogliamo risposte sul semestre filtro”: cresce la protesta tra studenti e docenti di Medicina

Dopo i docenti di Bologna, anche gli studenti si mobilitano: la riforma del semestre filtro a Medicina è nel mirino di petizioni, raccolte firme e ricorsi.

di Gabriele Capasso
10 ottobre 2025
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Il “semestre filtro”, la nuova formula d’ingresso a Medicina introdotta quest’anno, continua a dividere il mondo accademico. Prima i professori, ora gli studenti. Dopo il ricorso annunciato dall’Università di Bologna, anche chi vive in prima persona l’inizio del percorso di Medicina ha deciso di mobilitarsi. Con la petizione “Vogliamo risposte sul semestre filtro”, centinaia di firme chiedono alla ministra Anna Maria Bernini di chiarire una riforma che, a poche settimane dal via, continua a lasciare troppi punti oscuri.

Un appello alla ministra Bernini: “Serve chiarezza e trasparenza”

La petizione, nata a inizio ottobre 2025, dà voce a centinaia di studenti che si trovano dentro un sistema d’accesso completamente diverso da quello conosciuto finora. Il nuovo “semestre filtro”, previsto dal decreto che ha riformato l’ammissione a Medicina, permette di frequentare per sei mesi un percorso comune con altri corsi dell’area sanitaria. Solo alla fine, dopo una serie di prove e valutazioni, sarà deciso chi potrà continuare verso Medicina e Chirurgia. Per molti, però, il meccanismo resta poco chiaro. I promotori dell’appello parlano di un quadro “ancora confuso”, in cui mancano indicazioni precise su programmi, modalità d’esame, criteri di valutazione e perfino sul destino dei crediti già maturati da chi non dovesse superare la selezione.

Nel testo pubblicato su Change.org si legge:

Riteniamo indispensabile che venga resa disponibile una simulazione fedele, che rifletta in modo concreto la struttura, le modalità e i criteri di valutazione della prova finale al fine di poter orientare nella maniera più corretta lo studio per gli esami di profitto.

Gli studenti chiedono inoltre chiarimenti “sulle indicazioni dei Syllabi”, perché, scrivono,

chiediamo che vengano fornite indicazioni univoche e approfondite in merito allo svolgimento didattico dei Syllabi, con particolare attenzione al significato del termine ‘cenni’ nei diversi argomenti.

Non manca poi la richiesta di trasparenza sulla graduatoria nazionale:

Chiediamo che venga esplicitato con precisione il meccanismo della graduatoria nazionale.

Il documento denuncia anche “ambiguità nelle informazioni ufficiali relative al semestre aperto” e segnala criticità logistiche e tecniche, come il monitoraggio delle presenze obbligatorie.

Nell’Università di Roma ‘La Sapienza’ viene utilizzata la piattaforma Cineca, la quale spesso si dimostra inadatta, con conseguenze riguardanti la mancata segnalazione delle presenze o con ‘anomalie’ che vengono calcolate come ore di assenza.

Una situazione che, secondo i firmatari, “aumenta le incertezze e le preoccupazioni degli studenti, aggravate anche dalla divulgazione tardiva della percentuale di presenze necessarie per l’accesso agli esami”.

Il precedente: il ricorso dei docenti dell’Università di Bologna

Non è la prima volta che il cosiddetto semestre filtro finisce al centro delle critiche. Già a settembre, alcuni professori dell’Università di Bologna avevano annunciato l’intenzione di presentare un ricorso al TAR, convinti che la nuova modalità d’accesso mettesse in discussione i principi di uguaglianza e uniformità nazionale garantiti dalla Costituzione.

Come raccontato da la Repubblica Bologna, i docenti avevano espresso un timore preciso:

L’ammissione a Medicina deve essere regolata da criteri omogenei su tutto il territorio nazionale.

Concedere troppa autonomia ai singoli atenei, spiegavano, rischia invece di creare studenti di “serie A” e di “serie B”, a seconda di dove si trovano a studiare. Ma la critica dei docenti non si ferma qui. Nella lettera aperta pubblicata su Change.org con il titolo “La riforma dell’ammissione a Medicina crea molti gravi problemi”, scrivono:

La nuova legge non liberalizza affatto l’accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, ma si limita a posporre di qualche mese la selezione dei candidati, lasciando immutato il numero finale delle immatricolazioni.

E ancora:

Durante il nuovo cosiddetto ‘semestre filtro’ gli aspiranti medici non frequenteranno il primo semestre del Corso di Medicina e Chirurgia, ma un generico corso di preparazione a una prova di ammissione mascherata da esame.

Per i firmatari, la riforma comporta anche conseguenze gravi sulla qualità della formazione e sulla libertà di insegnamento.

La trasformazione del primo semestre in un generico semestre di preparazione alle prove d’esame andrà anche a colpire e limitare pesantemente la libertà di insegnamento dei docenti coinvolti.
Gli specifici contenuti per gli insegnamenti del primo semestre dovranno infatti essere rigidamente stabiliti, scavalcando atenei, dipartimenti e corsi di laurea, e privandoli della loro autonomia decisionale.

Una scelta che, sottolineano i professori, è “irrispettosa della Magna Charta Universitatum di Bologna del 1988, che prevede che l’università sia un’istituzione autonoma e indipendente da ogni potere politico”.

Sul piano pratico, i docenti avvertono anche un rischio di sovraccarico e perdita di qualità nella didattica:

La necessità di insegnare nel semestre filtro a un numero di studenti stimabile almeno nel triplo di quello degli attuali iscritti renderà indispensabile il ricorso alla didattica telematica a distanza.

Una soluzione che, aggiungono, “comporterà una inevitabile riduzione della complessità e della qualità della didattica”.

Nel finale del documento, i docenti ribadiscono il loro giudizio severo:

La nuova legge non va di fatto a modificare le modalità di selezione degli aspiranti medici, ma è destinata a creare una serie di gravi problemi agli studenti e ai docenti coinvolti.

E invitano la ministra Bernini a intervenire tempestivamente:

Si rende a nostro avviso indispensabile almeno l’individuazione di parametri che consentano di monitorare in maniera quantitativa l’evoluzione delle carriere degli studenti coinvolti, a garanzia della qualità della docenza e di un’adeguata formazione del medico.

Studenti e docenti, due proteste diverse ma con lo stesso obiettivo

A un mese di distanza, le due mobilitazioni — quella dei professori e quella degli studenti — sembrano due capitoli della stessa storia. Da un lato i docenti, preoccupati di difendere la legittimità e l’uniformità del sistema; dall’altro gli studenti, che chiedono solo chiarezza su un percorso di studio iniziato nell’incertezza. Due voci diverse, ma unite dalla stessa domanda: perché una riforma nata per rendere l’accesso più giusto si sta rivelando così opaca?

Il semestre filtro, pensato per rendere la selezione più graduale e inclusiva, rischia di trasformarsi in un nuovo ostacolo, fatto di regole poco chiare e procedure complesse. E mentre le università cercano di adattarsi, cresce il timore che questa fase di “transizione” finisca per pesare soprattutto su chi sta muovendo i primi passi nel mondo universitario.

I nodi irrisolti e le attese per una risposta ufficiale

Le principali criticità evidenziate dalle due petizioni riguardano:

  • la mancanza di indicazioni uniformi sulle modalità d’esame del semestre filtro;
  • l’incertezza sul riconoscimento dei crediti formativi in caso di mancato accesso a Medicina;
  • la difficoltà di organizzazione per le università, costrette a gestire un elevato numero di iscritti “in sospeso”;
  • il rischio che studenti con percorsi simili vengano valutati in modo diseguale a seconda dell’ateneo di provenienza.

Al momento, il Ministero dell’Università non ha ancora risposto ufficialmente alle richieste degli studenti né al ricorso annunciato da Bologna.
Nell’attesa, il malcontento cresce, e il semestre filtro — nato come esperimento di riforma — sembra essere diventato il simbolo delle incertezze che attraversano oggi il sistema di accesso a Medicina.

Le tappe della protesta sul semestre filtro

Maggio 2025 – La prima lettera dei docenti
751 professori universitari inviano alla ministra Anna Maria Bernini una lettera aperta in cui segnalano dubbi di incostituzionalità sulla nuova legge di accesso a Medicina. Nel testo si chiede di “rivedere in modo urgente” la riforma, giudicata “confusa e inapplicabile”.

Giugno 2025 – I decreti attuativi e le prime criticità
Con la pubblicazione del decreto ministeriale n. 418, vengono definite le regole del semestre filtro. Le università iniziano a prepararsi, ma emergono da subito perplessità organizzative e timori sul riconoscimento dei crediti.

Settembre 2025 – Il ricorso annunciato a Bologna
Un gruppo di docenti dell’Università di Bologna decide di ricorrere al TAR contro la riforma. Su Change.org compare la petizione “La riforma dell’ammissione a Medicina crea molti gravi problemi”, che denuncia rischi per la libertà di insegnamento e per la qualità della didattica.

Ottobre 2025 – La mobilitazione degli studenti
Nasce la seconda petizione, “Vogliamo risposte sul semestre filtro”, firmata da centinaia di studenti. Nel testo si chiedono chiarezza, trasparenza e una linea guida nazionale unica per tutti gli atenei.

Oggi – L’attesa per una risposta del Ministero
Il MUR non ha ancora fornito chiarimenti ufficiali né sul ricorso dei docenti né sulle richieste degli studenti. Il semestre filtro, nato come esperimento di riforma, è diventato in poche settimane il simbolo di un sistema di accesso ancora in cerca di equilibrio.

Oltre il semestre filtro: una riforma che divide e chiede risposte

Il semestre filtro doveva rappresentare un nuovo inizio: un modello più inclusivo, capace di superare le rigidità del test d’ingresso tradizionale. Ma, a pochi mesi dalla sua introduzione, si è trasformato in un terreno di incertezza. Le due petizioni — quella dei docenti bolognesi e quella, più recente, degli studenti — raccontano un disagio condiviso, che attraversa generazioni e ruoli diversi dentro l’università. Da un lato c’è chi teme che la riforma tradisca il principio di uguaglianza, moltiplicando le disparità fra atenei; dall’altro, chi si sente ostaggio di un sistema ancora privo di regole chiare. Entrambi chiedono la stessa cosa: trasparenza, uniformità, rispetto per l’impegno di chi insegna e di chi studia.

Come si legge nell’appello degli studenti,

“Restano perplessità anche sulle garanzie della qualità didattica e della tutela del diritto allo studio per gli studenti e le studentesse che o non supereranno il semestre aperto o saranno ricollocati nei corsi affini”

Il semestre filtro, pensato per aprire le porte di Medicina, rischia così di diventare il simbolo di una transizione incompleta. Una riforma che, prima ancora di essere giudicata sui risultati, dovrà dimostrare di poter garantire fiducia — e non solo selezione — a chi sta costruendo il proprio futuro nel mondo della Medicina. Perché ogni cambiamento, per essere credibile, deve prima di tutto offrire certezze a chi ne vivrà le conseguenze.

Cos'è il semestre filtro a Medicina: 5 cose da sapere

  1. È la nuova modalità di accesso ai corsi di Medicina e Chirurgia.
    Introdotto dal decreto attuativo della legge delega 26/2025, il semestre filtro sostituisce il tradizionale test di ingresso unico. Gli studenti si iscrivono a un percorso comune all’area sanitaria e frequentano le lezioni del primo semestre prima della selezione ufficiale.
  2. Dura sei mesi e coinvolge più corsi di laurea.
    Durante il semestre filtro, gli iscritti seguono insegnamenti comuni a Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e altre facoltà affini. Al termine dei sei mesi, sostengono prove e valutazioni che determinano l’ammissione al secondo semestre di Medicina.
  3. La selezione avviene “dopo” le lezioni.
    Solo chi supera gli esami e rientra nella graduatoria potrà proseguire il percorso in Medicina e Chirurgia. Gli altri studenti potranno invece essere ricollocati in corsi affini o in percorsi alternativi, secondo criteri ancora in via di definizione.
  4. I crediti formativi restano un punto critico.
    Non è ancora chiaro se e come i CFU ottenuti nel semestre filtro saranno riconosciuti a chi non accede a Medicina. È uno dei nodi principali segnalati da studenti e docenti nelle petizioni e nei ricorsi.
  5. L’obiettivo ufficiale è rendere l’accesso più inclusivo.
    Il Ministero dell’Università ha presentato il semestre filtro come un esperimento per superare le rigidità del test a numero chiuso. Ma secondo molti critici — tra cui i docenti dell’Università di Bologna e centinaia di studenti firmatari delle petizioni su Change.org — la riforma rischia di aumentare la confusione e le disuguaglianze tra atenei.
SULL'AUTORE
Gabriele Capasso è un giornalista, consulente e produttore di contenuti con una lunga esperienza nel giornalismo digitale. Ha lavorato per quasi vent’anni in Blogo.it, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità: da managing editor dell’area sport a vicedirettore, fino a diventare direttore responsabile dal 2020 al 2025. In questi anni ha coordinato team editoriali, gestito strategie SEO, pianificazione a lungo termine e attività di formazione, con particolare attenzione all’evoluzione del giornalismo online e ai modelli di business.
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