Medicina 2025, sono in totale 64.825 gli iscritti al semestre aperto delle facoltà mediche

Gli aggiornamenti sui numeri degli iscritti al semestre filtro secondo il nuovo sistema introdotto dal Decreto Ministeriale n. 431 del 20 giugno 2025.

di Lucia Resta
28 luglio 2025
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Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha comunicato lunedì 28 luglio 2025 i numeri ufficiali degli studenti che si sono iscritti al semestre aperto di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Veterinaria. In totale sono 64.825, così divisi:

  • 54.313 hanno scelto Medicina e Chirurgia
  • 4.473 si sono iscritti a Odontoiatria e Protesi Dentaria
  • 6.039 hanno optato per Medicina Veterinaria

Roma ha registrato il numero più alto di iscritti, ossia oltre 8mila, un record nella Capitale, segue Milano con più di 5mila iscritti. Bologna ne ha registrati 3.385, Torino 3.169, poi 2.725 a Bari mentre Firenze ha raccolto 1.766 iscrizioni.

Dal 1° settembre al 30 novembre 2025, dunque, coloro che si sono iscritti potranno frequentare il semestre filtro seguendo i corsi di Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia, che valgono 6 CFU ciascuno, per un totale di 18 crediti da conseguire al termine del semestre per poter continuare a frequentare i corsi di laurea. Gli appelli nazionali sono stati fissati per il 20 novembre e il 10 dicembre 2025. Sarà poi composta una graduatoria

Un calo di 10mila iscritti rispetto al 2024

Rispetto al sistema tradizionale del test d’ingresso 2024, le iscrizioni al semestre aperto del 2025 evidenziano una diminuzione di circa 10.000 unità. Lo scorso anno, infatti, furono circa 71.500 iscritti totali tra Medicina e Veterinaria (circa 67.260 solo a Medicina) tra la sessione di maggio e quella di luglio. Nonostante la riforma puntasse ad attrarre più studenti abolendo il test selettivo, le adesioni al nuovo modello risultano inferiori rispetto al passato.

Premettendo che c’è una differenza tra l’iscriversi solo a un test d’ingresso e l’iscriversi alla facoltà provvisoriamente per sei mesi, e che non tutti coloro che si iscrivevano al test poi si presentavano effettivamente a sostenerlo, tra i motivi che possono aver causato questo calo si possono ipotizzare:

  • Confusione tra gli studenti: il passaggio da un sistema noto (test a quiz) a un modello nuovo e percepito come più complesso ha creato incertezza.
  • Scelta più selettiva del percorso: alcuni candidati potrebbero aver evitato l’iscrizione diretta, preferendo aspettare opportunità migliori o corsi alternativi.
  • Meno appeal per il semestre aperto: senza la pressione del test, alcuni potrebbero non aver vissuto la stessa motivazione immediata a iscriversi.
  • Paura di perdere tempo: l’idea di frequentare un semestre presso un’università con il rischio di dover cambiare al termine della prima parte dell’anno accademico può essere stato un deterrente.

Cosa ne pensano i medici?

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), ha scritto una nota per commentare i numeri relativi agli iscritti al semestre filtro di Medicina che, come abbiamo visto, sono 54.313 secondo i dati diffusi dal ministero dell’Università. Da una parte c’è la soddisfazione di vedere che la professione di medico attira ancora tantissimi giovani: “54mila giovani fortemente motivati, pronti ad affrontare un semestre di studio, a superare tre esami per poter poi proseguire la loro formazione e diventare finalmente medici. Non sono spaventati da questi ostacoli, non sono disillusi dalla crisi che investe il nostro Servizio sanitario nazionale. Hanno negli occhi e nel cuore il camice bianco, simbolo di quei valori di altruismo, di aiuto, di potersi rendere utili e far star bene gli altri che caratterizzano la nostra professione”. Dall’altra Anelli sottolinea come ci siano delle luci e delle ombre, per cui, anche se è molto bello che 54mila giovani vogliano fare i medici, dall’altro lato bisogna anche ricordare che solo “un ragazzo su due potrà effettivamente entrare a Medicina e questo sicuramente può creare problemi” perché molti ragazzi “saranno costretti a scegliere una professione diversa, a continuare il percorso di studi nelle altre facoltà, oppure dovranno ripetere il semestre, pur avendo superato gli esami. E’ un cambio di prospettiva notevole”. Quindi, se da una parte “i ragazzi hanno a disposizione un programma ben preciso su cui studiare” e quindi hanno “una possibilità di preparazione su un percorso formativo certo e non, invece, come in passato, uno studio generico”, dall’altra “chi non riesce a superare il semestre perde 6 mesi“. Tuttavia Anelli dice che vedere che tante migliaia di ragazzi si sono iscritti al semestre filtro “ci riempie di orgoglio e di soddisfazione, un vero e proprio inno alla professione medica”.

I primi dati

L’introduzione del semestre filtro per accedere a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, al posto del tradizionale test d’ingresso, ha generato una situazione a due facce. Mentre alcune aree registrano numeri record di iscrizioni, altre segnalano un calo rispetto agli anni precedenti, tra incertezze organizzative e diffidenza verso il nuovo sistema. Pochi giorni dopo la chiusura delle iscrizioni (avvenuta il 25 luglio) i primi dati ufficiali disponibili sono stati quelli di Roma e del Veneto, che hanno dato risultati contrastanti.

Roma: boom di iscritti al semestre filtro

Secondo quanto riportato da la Repubblica, nelle università della Capitale si è registrato un vero e proprio record storico: oltre 8.000 iscritti al semestre aperto per Medicina, Chirurgia e Odontoiatria. Un’affluenza mai vista prima, che ha colto di sorpresa anche gli atenei, i quali si trovano ora a riorganizzare spazi, docenze e logistica per accogliere una mole così ampia di candidati. Questi numeri riflettono una forte attrattiva del nuovo modello, percepito da molti studenti come più accessibile e meno stressante rispetto al vecchio test d’ingresso. La promessa di un percorso basato su esami universitari reali, anziché su quiz selettivi, ha convinto migliaia di giovani a tentare.

Veneto: flessione negli atenei storici

Di segno opposto la situazione nel Veneto, dove – secondo il Corriere del Venetole iscrizioni sono inferiori rispetto al 2024, nonostante il nuovo sistema.
I numeri ufficiali parlano di:

  • 2.264 iscritti a Medicina e Chirurgia a Padova
  • 387 a Medicina e Chirurgia a Treviso
  • 243 a Odontoiatria
  • 793 a Veterinaria
  • 1.369 a Verona (Medicina, Odontoiatria e Veterinaria)

Il totale complessivo tra Padova e Verona si attesta quindi a circa 4.233 iscritti per i corsi dell’area medico-sanitaria.

Perché il nuovo sistema non convince tutti

A Padova – uno degli atenei storicamente più ambiti – il semestre filtro è stato accolto con maggiore cautela. Alcuni studenti lo considerano un sistema “più incerto”, che richiede comunque il superamento di tre esami in tempi stretti e con risultati vincolanti. Inoltre, la didattica a distanza adottata per motivi logistici (spazi non sufficienti per tutti gli iscritti) ha sollevato ulteriori dubbi sulla qualità della formazione in questa fase iniziale.

Un sistema nazionale, risposte locali

Quello che emerge dai primi dati è una reazione fortemente eterogenea:

  • In aree come Roma e Lazio, l’abolizione del test ha generato un’adesione di massa.
  • In zone storicamente attrattive, come Padova, il nuovo modello non ha convinto del tutto, generando meno iscrizioni e più perplessità.

Il semestre filtro, quindi, pur essendo pensato come unificato e meritocratico, mostra delle differenze regionali significative sia nei numeri che nella percezione tra studenti e atenei. Il nuovo sistema nel totale nazionale non ha ampliato l’accesso e, nonostante il record di iscritti nella Capitale, sommando le iscrizioni fatte in tutta Italia si ottiene una somma inferiore rispetto all’anno precedente, quando c’era ancora il “vecchio” sistema di selezione con un test d’ingresso definitivo prima dell’inizio dell’anno accademico.

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